14 gennaio 2010 – Non sono certo venute fuori decisioni dirimenti (d’altra parte nessuno s’illudeva in merito) ma almeno si è discusso sul territorio tra più soggetti istituzionali intorno al problema depurazione e della situazione dei lavoratori di Calabria Ambiente, a rischio disoccupazione. Proprio da loro è partita nei giorni scorsi la protesta, che ha avuto come teatro la sala consiliare dell’Unione dei Comuni del versante Jonico di Isca sullo Jonio «l’unico ente che si è mosso per affrontare il problema depurazione» lo ha definito il sindacalista della Cgil Bruno Talarico, al tavolo assieme al vicepresidente della provincia Maurizio Vento, il presidente dell’Unione dei Comuni Luigi Aloisio, il sindaco di Isca Pierfrancesco Mirarchi, il vicesindaco di Badolato Vincenzo Piperissa, il direttore operativo dell’Ato, ing. Salvatore Russetti, e il rappresentante dell’assessorato regionale all’Ambiente ing. Antonio De Masi. La riunione è subito entrata nel vivo partendo dalla situazione esistente, quella delineata dalle mosse della Versante Jonico, che ha deciso di gestire in proprio il servizio di depurazione di cinque suoi Comuni, e dalla stentata realizzazione dei Poli di gestione, che avrebbero dovuto portare ad una soluzione “ponte” tra la fine del vecchio sistema di svolgimento del servizio, dagli assetti complessi e poco efficienti da ogni punto di vista, e il nuovo, che dovrebbe essere portato avanti dal futuro Piano d’ambito, (che prevede la tutela dei posti di lavoro) «già redatto e di fatto pronto» ha riferito l’ing. Russetti. Tale strumento potrebbe innovare nettamente, con una gestione unitaria della depurazione, ma dovrà essere anche integrato con una legge regionale di riordino del sistema, in particolare su quello che è il versante più “sensibile”: quello legato ai costi e alle entrate. Proprio su questo aspetto, Vento ha richiamato la Regione a muovere passi concreti e gli stessi Comuni sulle fatiche finora da loro avute nel mettere le mani nel proprio portafogli e pagare il servizio, elencando situazioni debitorie a 5 zeri per alcuni di essi. A proposito di Comuni, è intervenuto il sindaco di Isca, vicino, assieme al presidente dell’Unione e al direttore operativo Vincenzo Larocca, sin dai primi giorni della protesta dei lavoratori di Calabria Ambiente. Mirarchi ha criticato l’assenza dei Comuni indicati come “Poli”, pure invitati a presenziare, Soverato, Catanzaro, Soveria Simeri, unico giustificato il sindaco di Sellia Marina Giuseppe Amelio, impegnato per motivi istituzionali. «Ci stiamo muovendo a gennaio sulla depurazione – ha spiegato Mirarchi – e questo è un segno di responsabilità in una regione che si è finora mossa sempre in ritardo». La riunione ha visto la parziale soddisfazione dei lavoratori che, per bocca del rappresentante Cgil Talarico, hanno accolto con favore il fatto che si sia affrontato il problema, chiedendo però un intervento risolutivo per la tutela dei loro posti di lavoro (si parla di circa 40 posti a rischio). L’ing. Russetti ha spiegato che la salvaguardia delle professionalità è importante e «per svolgere un servizio del genere è necessaria una gara d’assegnazione esterna» anche se le maestranze esistenti potranno essere assorbite in attesa del Piano d’ambito che porterà alla gestione unitaria. I tempi di entrata in vigore del Piano sono un’incognita: «Dipende dalla Regione» ha detto Maurisio Vento. Dal canto suo, invece, l’ing. De Masi ha sostenuto che l’ente regionale può fare ben poco sotto l’aspetto tecnico-giuridico, «in quanto è competenza degli organi politici la risoluzione di tutta la questione, trattandosi di rapporti inerenti la gestione dell’Ato, già costituita». Infine, come primo passo concreto, il presidente Aloisio si è impegnato ad incontrare nuovamente l’ing. Russetti per verificare le possibilità di garantire l’occupazione dei tre lavoratori del Polo di Soverato.

Gazzetta del Sud del 14.1.2010 – Francesco Ranieri

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