La circoscrizione convoca una seduta straordinaria di consiglio e chiede un incontro ufficiale con sindaco e assessori. Il presidente Di Blasi condanna la mancata convocazione del quartiere alla riunione di oggi. Se è vero, come si dice, che carta canta, il documento sottoscritto dagli operatori commerciali del mercato Zaera che questa mattina a palazzo Zanca hanno incontrato il primo cittadino per “ridiscutere” l’ipotesi delocalizzazione, intona una melodia ben chiara.

Il verbale dell’incontro, nei fatti diventato una sorta di conferenza dei servizi considerata la presenza degli assessori Puglisi e Capone (in sala anche i consiglieri Capurro e Ticonosco, e il presidente del CLAII Spignolo) parla chiaro: “A seguito della civile manifestazione di protesta da parte degli operatori a posto fisso del mercato Zaera, all’unanimità si è convenuto di procedere alla delocalizzazione dello stesso nell’area San Filippo (adiacente lo svincolo). I partecipanti – si legge ancora – su proposta del sig. sindaco, convengono di istituire una commissione di studio composta da cinque operatori e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria e del Comune, al fine di seguire l’iter procedurale inerente la delocalizzazione da attuarsi nel minor tempo possibile al fine di trasferire il mercato Zaera in via definitiva nell’ara di San Filippo”.

Una decisione che pur trovando la “benedizione” del primo cittadino, azzera l’iter finora predisposto, con non poca fatica e polemiche, con cui era stato nuovamente deciso il trasferimento nella zona della Palmara (vedi correlato).

 

La melodia cantata dalla carta ha però anche le sue note stonate. Prevedibili e inevitabili, infatti, le polemiche del II quartiere, che nei mesi scorsi (vedi articoli correlati) aveva mostrato e deliberato netta opposizione al provvedimento di trasferimento del mercato nella zona in questione e ciò per una ragione ben precisa che il presidente Di Blasi, decisamente contrariato dalla decisione adottata questa mattina durante l’incontro, a cui peraltro la circoscrizione non è stata invitata, torna a ribadire: «Come detto anche in passato il problema di quel sito è rappresentato dall’assoluta mancanza di viabilità nella zona, che con la presenza del mercato verrebbe ulteriormente congestionata. Con questo – continua Di Blasi – non siamo certo contrari alla presenza degli operatori commerciali nel nostro quartiere, ma come avvenuto in passato riteniamo che non sia quello lo spazio idoneo. Soprattutto perché a 150 metri in linea d’aria esiste un’altra zona che potrebbe essere perfettamente utilizzata e facilmente raggiungibile dall’utenza, anche perché a breve, come dichiarato dall’assessore Isgrò, partiranno gli interventi di messa in sicurezza e ripristino della viabilità nella parte di strada crollata».

 

Per il quartiere, dunque, l’ipotesi San Filippo, oltre che denotare un atteggiamento decisamente schizofrenico da parte di palazzo Zanca, prevede un limite viabile insuperabile. E d’altra parte, ad averlo preso in considerazione è stata la stessa amministrazione che nei mesi scorsi, anche su sollecitazione della circoscrizione, aveva fatto dietro front, riconoscendo, di fatto, la scarsa opportunità di tale scelta. A distanza di qualche settimana però, tutto è stato stravolto, e ciò che prima non poteva essere, è nuovamente. Ma stavolta il consiglio di circoscrizione non ci sta e per domani ha già convocato una seduta straordinaria durante la quale verrà analizzato il problema: «Produrremo un documento in cui chiederemo all’amministrazione quale sia stata la ragione dell’improvviso cambiamento: o c’è stata un’errata valutazione prima o in corso d’opera c’è chi è riuscito a far prevalere un’altra linea, ma questo metodo non è accettabile. Ribadiamo di non contestare la delocalizzazione del mercato nel nostro territorio bensì l’individuazione del sito. Nei prossimi giorni chiederemo di essere ufficialmente convocati». Non va inoltre dimenticato che una parte dell’area adiacente lo svincolo di San Filippo, risulta occupata da un privato, per cui, nel caso in cui la decisione non cambi, bisognerà porre in essere anche le procedure di esproprio, rallentando ulteriormente i tempi dell’iter, che necessiterà inoltre della predisposizione di una nuova delibera. Tempo (perso), lungaggini burocratiche e atteggiamenti schizofrenici continuano ad andare a braccetto. (ELENA DE PASQUALE)

Tempostretto.it

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