MESSINA – Arrivati al Comune altri 50 moduli per la raccolta firme per il referendum anticasta. L’iniziativa popolare mira alla riduzione degli stipendi dei parlamentari e di altri privilegi. Il Comitato del sole si basa solo sul supporto dei cittadini e sul passa-parola. Impossibile allestire i banchetti per le firme perchè mancano gli autenticatori, che solitamente sono esponenti politici.

 Sono giovani e meno giovani, precari e pensionati, studenti e lavoratori autonomi, semplici cittadini con una nota in comune: non hanno tessere di partito.

Sono i componenti del Comitato del sole, che tra non poche difficoltà sta cercando di raccogliere 500 mila firme per richiedere l’indizione del referendum per ridurre le indennità e i privilegi agli “onorevoli”.

L’iniziativa è arrivata a Messina grazie ad una cittadina come tanti, Patrizia Casà, che ha contattato il Comitato del sole in rete ed è riuscita a portare i primi moduli a Palazzo Zanca. Ovviamente Internet non basta, perché finora, proprio perché non ci sono partiti né movimenti alle spalle, è impossibile allestire i banchetti di raccolta nelle piazze o nei quartieri, quindi siamo noi comuni cittadini a dover “portare sulle spalle” l’iniziativa se vogliamo che cammini.

Così ha fatto Santi Interdonato, che è anche un consigliere della Terza Circoscrizione ma che quando venerdì ha saputo che erano finiti i moduli a Palazzo Zanca non ha esitato sabato a recarsi a Catania per prenderne altri 50, ed altri ne prenderà dal Comitato nel corso dei prossimi giorni per destinarli ad altri Comuni della Provincia che ne sono sprovvisti.

“Anche chi opera in un partito è stanco di molti aspetti di questo sistema- spiega Interdonato- vogliamo ragionare con la nostra testa ed incidere nel mondo reale. In un periodo di crisi come questo dobbiamo fare il possibile per cambiare le cose e questo referendum intacca gli aspetti più odiosi dei privilegi”.

Per la verità il consigliere è già andato a sbattere contro i primi muri perché non tutti i colleghi sono entusiasti come lui dell’iniziativa, molti guardano avanti e si vedono seduti su quelle onorevoli poltrone tra un paio d’anni e non vogliono sorprese….. L’iniziativa popolare mira ad ottenere la riduzione dello stipendio dei parlamentari con un risparmio di 136 milioni di euro l’anno, ma non solo.

Incide sulle, spesso fantasiose e creative, spese di segreteria e rappresentanza (quelle che hanno meno margini di controllo), la diaria, i cumuli d’indennità per partecipazione a commissioni giudicatrici di concorso, missioni, commissioni di studio e d’inchiesta. Le indennità mensili inoltre sono esenti da ogni tributo (a differenza dei comuni mortali) e non sequestrabili né pignorabili.

C’è tempo fino al 13 agosto per firmare, ma dobbiamo continuare a contare solo sul passa-parola perché i modelli sono solo nei Comuni, anche perché è impossibile allestire banchetti senza qualcuno che abbia la qualifica per autenticare le firme. “Per questo faccio un appello ai colleghi consiglieri comunali o provinciali o agli assessori- continua Santi Interdonato- perché nella veste di autenticatori a loro riservata dalla normativa, potrebbero consentire la raccolta firme sul loro territorio”.

 L’appello, c’è da giurarci che cadrà nel vuoto, nel frattempo il presidente del Consiglio Comunale Previti si sta attivando per far arrivare i modelli nei quartieri,

“Questo è un tema che dovrebbe interessare tutti noi e non dividere i cittadini dai politici- spiega-e a proposito di tagli alla casta, sarebbe interessante ipotizzare di far arrivare le somme dei rimborsi non ai vertici dei partiti, ma alle sedi locali, che sono le uniche che operano sul territorio e non hanno mai finanziamenti neanche per la carta”.

Da mesi Previti è alle prese con la battaglia antiassenteismo in Aula, oggi ha avuto una piacevole sorpresa, addirittura 43 presenti, ma solo perché c’era da votare i revisori dei conti, infatti pochi secondi dopo sono svaniti nel nulla ed è caduto di nuovo il numero legale.

Può sembrare argomento distante dal referendum, invece è la seconda faccia della stessa medaglia. I consiglieri che disertano oggi le sedute, ma intascano il gettone di presenza, sono i futuri parlamentari di domani. Oggi hanno un puff e domani la poltrona, ma sempre con lo stesso “spirito di servizio”.

Tempostretto – Rosaria Brancato

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