crevit1Marco Melega, CEO di Crevit, replica alle affermazioni contenute nell’articolo di Altroconsumo : <<Come ho ripetuto più volte gli utenti possono aprire gratuitamente un conto Crevit e i piccolissimi costi richiesti da Crevit, detti commissioni, rappresentano il minimo necessario per assicurare la stabilità del circuito e alimentare costantemente il Sistema. Le commissioni, pari al 2% su ogni accredito ricevuto dall’utente in “moneta” complementare ovvero al raggiungimento di risultati in termini di vendita o pari al 5% sull’importo di un eventuale fido richiesto dagli utenti prima di aver realizzato vendite in “moneta” complementare, sono senza dubbio le più basse per il settore.

Si pensi che ogni giorno paghiamo commissioni decisamente più alte per delle transazioni bancarie, senza beneficiare di alcun servizio aggiuntivo (marketplace, pubblicità gratuita, restituzione errati accrediti).

Un utente convenzionato ha anche la possibilità di effettuare operazioni in assenza di commissioni e, quindi, “comprare senza denaro” attraverso il programma “RACCOMANDA CREVIT”. Infatti, la piattaforma riconosce 25 Crevit per amico presentato, che potranno essere liberamente spesi all’interno del circuito senza che vengano richieste commissioni.

 Contrariamente a quanto scritto, richiedere un fido è una possibilità, non un vincolo.

Esso rappresenta il “cuore” del circuito Crevit, attraverso il quale viene anticipata per conto dell’utenza convenzionata che ne fa richiesta la disponibilità di moneta complementare. Dopo 24 mesi, se l’utente convenzionato avrà sul proprio conto una quantità di Crevit pari o superiore al fido inizialmente richiesto la posizione verrà interamente sanata mediante compensazione contabile, altrimenti si potrà rinnovare il fido o chiudere la posizione in denaro laddove il conguaglio della compensazione contabile evidenzi una posizione di debito effettiva nei confronti del circuito.

Vi sono dei criteri alla base dell’istruttoria di fido per un utente convenzionato che ne fa richiesta, e sono racchiusi nel RATING CREVIT, una procedura che verifica il potenziale inespresso aziendale degli utenti convenzionati successivamente alla loro registrazione.

 Occorre precisare quanto detto in merito al pagamento dell’IVA.

Ogni movimentazione, cessione, acquisto di “buoni spesa virtuali del circuito CREVIT” è un’operazione “fuori campo IVA” (art. 2 comma 3^ lettera a del DPR 633/72) e per convenzione viene disciplinata tra gli utenti e da/per Crevit Italia srl mediante fatturazione degli stessi. Di seguito un esempio: l’utente 1 acquista dall’ utente 2 un prodotto o servizio valorizzato 100+iva 22% pagandolo al 100% in Crevit. L’utente 1 emette fattura per il prodotto/servizio all’utente 2 di 122,00. L’utente 2 emette all’utente 1 fattura con codice IVA DPR633/72 art.2 comma 3 lettera a, per la cessione di 122 Crevit. Utente 1 e Utente 2 compensano contabilmente le fatture ed azzerano le reciproche posizioni.

Il progetto di sviluppo della piattaforma tecnologica Crevit è nato circa quattro anni fa, ha richiesto importanti studi e investimenti finanziari nella realizzazione e nell’implementazione del portale informatico e la presenza di uno speciale algoritmo matematico che garantisce la totale stabilità del Sistema anche in caso di default degli utenti convenzionati. I Crevit, aventi valore convenzionale pari a 1 Euro, vengono emessi ed accettati dagli utenti secondo le proprie disponibilità e tutte le transazioni, avvenendo rigorosamente attraverso la piattaforma informatica e non esistendo Crevit in forma cartacea, sonotracciate e monitorate.

A seguito dell’inchiesta pubblicata da Altroconsumo è molto importante fare chiarezza sulle questioni sollevate dalla giornalista.

Occorre sempre interagire con gli interlocutori accreditati prima di effettuare qualsiasi transazione, perchè il marketplace è uno strumento governato dagli utenti convenzionati, e il sistema si limita al monitoraggio ed alla garanzia delle transazioni. Naturalmente è dovere degli utenti che utilizzano la piattaforma Crevit operare correttamente e garantire la disponibilità di beni, pena l’esclusione dal circuito.

Nel servizio realizzato da Altroconsumo, la giornalista ha testato la piattaforma provando ad acquistare uno smartphone online. La compravendita pare non sia andata a buon fine. Per una puntuale verifica circa quanto accaduto, è stata nostra premura interfacciarci con gli utenti contattati da Altroconsumo (che non sono molti diversamente da quanto scritto), i quali hanno candidamente ammesso di non aver operato correttamente. L’utente aveva già venduto lo smartphone dimenticandosi però di togliere l’annuncio dalla piattaforma. Ecco la sua personale dichiarazione “Rimango sorpreso di quanto dichiarato dalla rappresentante di Altroconsumo in quanto ho dato la piena disponibilità ed usato la massima cortesia nei confronti dell’utente I.D. che mi ha accreditato 300 Crevit senza preventivo contatto telefonico. Ho semplicemente dimenticato di cancellare la mia offerta nella mia area riservata avendo già venduto il telefonino inserzionato Nokia Lumia ad altro utente e, pertanto, ho rifiutato il trasferimento Crevit di I.D. motivandone il rifiuto. Nessuna commissione mi è stata addebitata ne è stata addebitata all’utente. Personalmente ritengo che la condotta dell’utente di Altroconsumo rifletta un utilizzo improprio della piattaforma Crevit che, se usata correttamente, consente i vantaggi promessi. Tramite la funzione RACCOMANDA CREVIT ho ottenuto circa 500 Crevit senza pagare alcuna commissione, che mi hanno consentito l’acquisto di 500 EURO di BUONI SPESA SPENDIBILI PRESSO IL SUPERMERCATO DICO di Roma. Considero l’indagine condotta da Altroconsumo funzionale unicamente al discredito dell’iniziativa” Osvaldo Placidi – ROMA. Al secondo tentativo di acquisto presso un utente diverso, non essendo lo smartophone disponibile, l’utente ha dichiarato di aver rifiutato l’accredito.

Questo dimostra che la comunicazione tra utenti è indispensabile prima di intraprendere qualsiasi transazione, così che ci si possa assicurare della effettiva disponibilità degli oggetti messi in vendita. E’ chiaro, quindi, che nella fase operativa gli utenti non abbiano agito rispettando le corrette procedure e perciò si siano verificati disguidi.

Crevit vuole ribadire che eventuali malfunzionamenti riscontrati nell’inchiesta saranno sanati e ritiene i suggerimenti di Altroconsumo propedeutici ad apportare ulteriori migliorie al Sistema.

Le clausole indicate come vessatorie da Altroconsumo sono riferibili ad una superata versione contrattuale per l’utente AZIENDA, non riferibili in alcun modo al consumatore, come le condizioni generali consultabili in fase di registrazione evidenziano.

A seguito della segnalazione da parte di Altroconsumo, fornisco la massima disponibilità a sottopormi ad una valutazione dell’Antitrust da cui attendo al più presto un riscontro.

Crevit è un progetto che cresce sorprendentemente ogni giorno, favorendo la sostenibilità economico-sociale in forma trasparente e intervenendo nella crisi economica aiutando concretamente privati ed aziende.

Ad oggi sono state finalizzate transazioni per oltre 6 milioni di Euro, pubblicate offerte per oltre 30 milioni di Euro e siamo ad oltre 3.500 utenti.

La profonda crisi economico-finanziaria che stiamo attraversando comporta l’innescarsi di un atteggiamento di sfiducia nei confronti delle occasioni che suggeriscono un cambiamento, soprattutto se volte a implementare la “cultura” della moneta complementare come strumento per il perseguimento del nostro benessere e di quello delle nostre aziende.>>

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– Altroconsumo. Crevit: non è gratis, non funziona, delude le aspettative. Chiesto l’intervento dell’Antitrust.

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