In data odierna si è tenuto un incontro al Consorzio per le Autostrade Siciliane al quale sono state convocate le OO.SS. Filt/Cgil, Fit/Cisl, Uiltrasporti, Feder Lata, Sla Cisal e UGL ad esclusione della CUB Trasporti già firmataria di accordi sindacali da parecchi anni e fortemente rappresentativa dei lavoratori.

La delegazione trattante della CUB Trasporti si è comunque presentata alla riunione pensando che si fosse trattato di una dimenticanza, peraltro reiterata considerato che la governance del Cas non aveva convocato la Confederazione Unitaria di base neanche nel precedente incontro del 25 marzo u.s. e ciò nonostante fosse stata presentata formale richiesta di convocazione il precedente 20 marzo (che si allega).

All’inizio della riunione il Presidente Restuccia ha prima posto strumentalmente la questione del distanziamento sociale e, successivamente, ha dichiarato che la CUB non era stata invitata a partecipare senza fornire alcuna motivazione di tale comportamento ingiustificato e marcatamente discriminatorio e antisindacale.

A quel punto il Presidente invitava la CUB ad un confronto che si è tenuto in separata sede e nel corso del quale l’Organizzazione Sindacale CUB ha rivendicato la titolarità a partecipare legittimamente al tavolo negoziale come peraltro era già avvenuto nelle precedenti occasioni.

Il Presidente, sostenendo di non esserne a conoscenza, prendeva atto e si riservava di fornire una risposta in tempi brevi e così la delegazione CUB rientrava nella sala riunioni.

Da quel momento si verificava una fuoriuscita alla spicciolata di tutte le altre delegazioni sindacali che convogliavano nella stanza del Presidente, in dispregio davvero delle normative anti-covid 19 (ma il problema riguardava solo la CUB?), e dove si svolgeva una trattativa durata circa tre ore in cui si è consumato l’ennesimo “scippo” ai lavoratori di diritti e salario.

Una volta finita la trattativa, il Presidente e la Vice-Presidente, assistiti dal legale del Consorzio avv. Matafù, richiamavano la Cub rimasta in presidio nella sala riunioni, per comunicarle che non potevano dare subito alcuna risposta per mancanza loro di elementi conoscitivi e precisando che l’avrebbero comunque fornita per iscritto nella giornata di domani.

In buona sostanza, oltre al “danno” della discriminazione e dell’antisindacalità la governance del Consorzio aggiungeva la “beffa” del “raggiro”.

Insomma, un modo davvero “elegante” di tenere le relazioni industriali.

L’aspetto più inquietante e preoccupante della vicenda riguarda però il merito dei contenuti del verbale d’incontro che la Cub rivendicava di conoscere e a cui l’avv. Matafù opponeva un netto diniego precisando che quanto era stato deciso fosse “secretato”.

In altre parole, il “colpo di mano” perpetrato a danno dei lavoratori delle Autostrade Siciliane non doveva essere portato a conoscenza dei destinatari cui ricadranno gli effetti solo negativi dell’intesa raggiunta oggi dove non c’è traccia di clausola di salvaguardia occupazionale come posta da tempo dalla CUB, e si cancellano diritti normativi ed economici ivi compresi quelli degli emolumenti maturati e non corrisposti da oltre un decennio.

I sottoscrittori del verbale d’incontro odierno si sono tra l’altro assunti, aldilà delle loro dichiarazioni fuorvianti rilasciate a mezzo stampa, la grave responsabilità di impedire ai lavoratori delle autostrade siciliane in pensione di rivendicare il sacrosanto diritto di recuperare gli emolumenti a loro dovuti.

Si tratta del tentativo di un “colpo di spugna” inaccettabile.

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