San_Sostene-Gonfalone (Fonte: Gazzetta del Sud – Immagine dal Web) – Coinvolti col primo cittadino 5 amministratorie l’allora responsabile dell’ufficio tecnico Francesco Ranieri Sant’Andrea Jonio L’ipotesi delineata nell’inchiesta è quella di “abuso d’ufficio”, per la quale nei giorni scorsi i componenti della vecchia Amministrazione comunale di San Sostene (2001/2006) e l’allora responsabile dell’ufficio tecnico comunale hanno ricevuto le notifiche di conclusione delle indagini preliminari condotte dal sostituto procuratore Gerardo Dominijanni. Nell’inchiesta portata avanti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, spiccano i nomi del sindaco di San Sostene, Luigi Aloisio, del suo vice, Michele Corasaniti, e degli allora amministratori Michele Aversa, Gerardo Procopio, Patrizia Procopio e Paola Buoncore, assieme al responsabile pro-tempore dell’ufficio tecnico comunale, Giorgio Procopio. Ferma restando la presunzione d’innocenza per tutte le persone coinvolte, i fatti ai quali si fa riferimento nell’inchiesta giudiziaria si sarebbero svolti negli anni dal 2003 al 2006, contemplati nella figura dell’art. 323 del Codice penale, nell’ambito del reato d’abuso d’ufficio. Primo titolare dell’inchiesta fu l’ex sostituto procuratore Luigi De Magistris, mentre le indagini in loco vennero condotte dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Soverato insieme ai colleghi della Stazione di Davoli. Gli atti finiti sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti riguarderebbero alcune delibere d’affidamento di incarichi tecnici, che sarebbero state approvate senza tenere conto di presunti legami parentali. In pratica, l’ipotesi che ha guidato le indagini starebbe nell’aver affidato incarichi professionali a presunti parenti, senza, dunque, la necessaria astensione da parte dei singoli componenti dell’organo esecutivo comunale che, di volta in volta, sarebbero stati coinvolti. In questa fase, dopo la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari (art. 415 bis del codice di procedura penale) le persone raggiunte dalla notifica potranno produrre memorie e documenti in merito, in attesa della decisione del pubblico ministero. Sarà ancora Dominijanni, infatti, una volta entrato in possesso di tale documentazione, a valutare se chiedere al giudice il rinvio a giudizio o l’archiviazione delle posizioni delle persone coinvolte. A tutelare i sette indagati sono gli avvocati Matteo Caridi e Vincenzo Ioppoli (quest’ultimo rappresenta il sindaco Aloisio), entrambi del Foro di Catanzaro. L’avvocato Caridi, da noi contattato, ha affermato che si tratta di «una chiusura di indagini delle quali le persone coinvolte non sapevano assolutamente nulla», specificando che l’ipotesi di reato farebbe riferimento a incarichi professionali affidati dall’amministrazione comunale a persone “terze” rispetto ai rappresentanti politici dell’ente locale, «per cui è corretta la loro partecipazione al voto e alla decisione al momento di approvare quegli incarichi professionali, dai quali non hanno dunque ricavato alcun profitto personale». Dal canto suo, l’avvocato Ioppoli ha riferito che il sindaco Aloisio ha dichiarato la sua assoluta estraneità all’oggetto dell’indagine.

Gazzetta del Sud del 3.3.2010 – Francesco Ranieri

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