sisma2Negli ultimi cento anni in Italia le vittime di eventi sismici, frane, alluvioni e inondazioni sono state circa 172 mila di cui quasi 100 mila solo in Calabria. È uno dei tanti dati significativi offerti nel corso del primo “Caffè scientifico” all’ex Convento dei Minimi di Roccella alla presenza di un pubblico numeroso. «Sono temi – ha detto il sindaco Giuseppe Certomà – che è necessario approfondire per investire in messa in sicurezza del territorio». Il prof. Ottavio Amaro, docente di Scienza dell’architettura della “Mediterranea” ha ricordato come la Calabria sia una terra che ha sempre convissuto con le catastrofi e come tale aspetto, con la conseguente necessità di ricominciare ogni volta da zero, sia alla base della povertà che ha segnato la vita della popolazione. «Il rischio sismico in Calabria – ha aggiunto – va affrontato a livello territoriale, urbano e abitativo». Il prof. Felice Arena, ordinario di Costruzioni marittime alla “Mediterranea” si è soffermato sul rischio maremoto: «Un fenomeno – ha detto – che potrebbe essere generato anche da una frana sottomarina, non necessariamente da un evento sismico». «La Calabria è una zona sismo-genetica particolare dove avvengono terremoti rari, ma di elevata intensità, intervallati da lunghi periodi di silenzio sismico» ha spiegato il prof. Alberto Prestininzi, ordinario di Geologia a “La Sapienza”, fornendo attraverso dati statistiche, un’ analisi della dimensione del rischio. Prestininzi ha insistito molto su come deve essere impostata la cultura della prevenzione, che deve precedere l’emergenza e non essere conseguenza degli eventi, sostenendo la necessità di mettere in sicurezza gli abitati. E Aurelio Misiti, ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che ha lamentato che «la cultura della prevenzione non paga in termini di consensi». Il vicesindaco Sisino Zito ha proposto infine di dare un seguito al convegno, stilando «una Carta dei principi del territorio nella Locride che sia il risultato di un largo movimento capace di coinvolgere politici, associazioni, sindaci, professionisti, per dare a chi è chiamato a governare, una prospettiva diversa dei problemi del territorio».

Gazzetta del Sud – Stefania Parrone

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