veliero 1Caro Tito, la costruzione della ferrovia jonica Reggio Calabria – Metaponto è stata completata sul finire del 1875, quando non erano ancora iniziati i lavori per realizzare la più difficoltosa linea calabro-tirrenica. Pure per tale motivo le merci da e per la Sicilia viaggiavano sui treni lungo il tratto calabrese dello Jonio. Ma prima dell’avvento del trasporto ferroviario, le persone e le merci come si muovevano?… Specialmente via mare, in particolare sui medi e lunghi percorsi, dal momento che le poche e mal ridotte piste terrestri mal si conciliavano con il trasporto intensivo. Infatti, la strada statale jonica 106 venne completata addirittura alla vigilia del 1940 … cioè oltre 60 anni dopo che la ferrovia era già operativa! Generalmente, nei più popolosi paesi che, come Badolato, si affacciavano sullo Jonio c’era almeno un “armatore” che assicurava il trasporto di persone e merci via mare, prima con i velieri e poi con le imbarcazioni a vapore. Alcuni fungevano pure da servizio postale. Così come adesso esiste il prevalente trasporto su gomma e quasi ogni paese ha una ditta o agenzia di autobus (di linea e turistici) e/o di autotrasporti merci.

  famiglia_andrea_bressi    Se non già in tempi ancora anteriori, almeno nei secoli 18° e 19° (prima dell’avvento della ferrovia) a Badolato pare ci fossero due grandi famiglie, i Bressi e i Cosenza, che curavano il trasporto via mare di merci e persone non soltanto lungo le coste del Mare Jonio (Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia) ma anche da e per l’isola di Malta e sembra, addirittura, verso le coste del Nord Africa, della Grecia e dell’Asia mediterranea. Per i viaggi sul mare Tirreno (specialmente per raggiungere Napoli) i passeggeri di Badolato e immediati dintorni solitamente partivano dai “porti” di Vibo, Pizzo o Tropea, dopo aver travalicato le Serre. Le mie informazioni a riguardo sono basate su fonti orali attinte direttamente da numerosi eredi dei Bressi (detti “i Simuni”), molto attendibili, anche se sarebbe ancora oggi più utile, storicamente, avere la possibilità di accedere a veri e propri documenti. Questo aspetto è stato alquanto trascurato dalla storiografia locale oltre che dalle stesse famiglie, le quali (pur avendo ricoperto un ruolo così importante per la società e l’economia di Badolato e interzona) non si sono preoccupate di lasciare una traccia storica o una semplice narrativa delle loro attività. Adesso sarà ancora più difficile ricostruire tale loro presenza sociale, pure perché questi Bressi sono ormai totalmente scomparsi da Badolato (almeno come componente maschile) con la morte dell’ultimo esponente, il farmacista Andrea Bressi, avvenuta il 22 giugno 2012, giusto un anno fa, mentre il 23 febbraio 2006 erano deceduti in un medesimo incidente stradale i fratelli Andrea (1940) e Antonio (1944) che avevano continuato ad assicurare il trasporto passeggeri con autobus di linea ereditato dal loro padre Raffaele (1903-1965).

 famiglia_francesco_bressiIn attesa che qualche storico locale o qualcuno dei tanti Bressi sparsi per il mondo (quasi tutti imprenditori di livello elevato) riesca a realizzare la storia di tale famiglia oppure dei trasporti badolatesi, posso affermare (in mancanza di adeguato accesso documentale) che i Bressi siano stati operativi in Badolato come “armatori” almeno dal 1700 poiché soltanto una famiglia assai ricca avrebbe potuto costruire nel 1818 il palazzo sito in Piazza Fiorentino 4 (con angolo in Corso Umberto I, proprio dietro la chiesa di San Nicola, nel rione Jusuterra del borgo antico) di cui evidenzio la foto del pregevole portale in pietra. Se nel 1818 i Bressi erano in grado di edificare uno dei più grandi e prestigiosi palazzi del borgo vuol dire che probabilmente avevano già accumulato ricchezze fin dal secolo precedente (a parte il fatto che in paese avevano altri palazzi e magazzini).

 arancia maltesePersonalmente, essendo questi Bressi miei lontani parenti, con l’aiuto di alcuni di loro, sono riuscito a dedicare a questa famiglia ben 64 pagine di genealogia orientativa nel terzo dei sette volumi del “Libro-Monumento per i miei Genitori”(editi nel 2007), a cominciare da Domenico Bressi nato nel 1821. Per dare una idea orientativa, questi Bressi imprenditori di Badolato sono stati (ovviamente con le dovute proporzioni e i necessari distinguo) molto simili ai ben più noti ed importanti Florio che, provenienti da Bagnara Calabra, hanno furoreggiato (quasi come una dinastia regnante) a Palermo e in tutta la Sicilia dalla fine del 18° agli inizi del 20° secolo. Infatti, i Bressi, oltre ad assicurare il trasporto via mare (pressoché in regime di monopolio), furono capaci di diventare abili commercianti e poi anche industriali. Infatti, con i guadagni derivanti da trasporti navali e molteplici commerci, sono riusciti ad acquisire numerose industrie in varie regioni italiane, come, ad esempio, una grande fabbrica tessile (specializzata nella lavorazione della seta) a Casa Giove nel casertano con oltre 120 dipendenti (più l’indotto), gestita (pare) da Francesco Salvatore Bressi (1870-1937) qui nella foto con la famiglia. Ma la loro riuscitissima specialità fu l’esportazione dell’olio d’oliva badolatese e calabrese verso gli Stati Uniti e altre nazioni, come dimostra la lattina di Andrea Bressi & Figli (1866-1925) qui illustrata assieme alla foto di famiglia. Tale commercio si è concluso ai primi anni settanta del 20° secolo appena trascorso, poiché già gran parte dei Bressi più dotati di spirito imprenditoriale si erano da tempo dedicati ad altre e più remunerative industrie o professioni manageriali, soprattutto nel settore dei petroli, della sanità, dell’elettronica, ecc. sia in Italia che all’estero.

 lattina_olio_esportazioneI Bressi con le loro imbarcazioni frequentavano molto assiduamente i porti di Messina e di Catania facendo import-export di qualsiasi tipo di merce, occupando la maggior parte del mercato e dell’economia di Badolato e dintorni. E qui può intervenire anche la più diretta tradizione orale della mia famiglia, in quanto uno dei Bressi armatori e commercianti più famosi ed amati fu Giuseppe (1851-1896) nonno materno di mio padre, quindi mio bisnonno. Giuseppe Bressi (detto don Peppino) si occupava essenzialmente del settore navigazione come import-export, mentre fratelli e sorelle si occupavano della raccolta e della commercializzazione dei prodotti nel borgo di Badolato e interzona. Ancora si racconta in famiglia di quando don Peppino, in una delle tante soste al porto di Messina, vinse una grossa somma di denaro al gioco, tanto grossa e clamorosa che fu accompagnato a Badolato con una grande banda musicale (si diceva che addirittura avesse “vinto una banca”!). Altro episodio riguarda la rovinosa caduta dell’albero maestro di un’imbarcazione diretta a Catania, durante una tempesta davanti a Capo Spartivento. Il capitano del veliero, giunto a fatica nel porto di Reggio, ha telegrafato a don Peppino Bressi che in quei giorni era a Badolato chiedendogli cosa avrebbe dovuto fare in quel difficile frangente. Gli fu risposto di proseguire comunque per Catania dove avrebbe potuto riparare la nave. Quindi, bastano già questi due episodi soltanto per capire come e quanto i Bressi fossero di casa nella Sicilia orientale a motivo dei loro commerci, che sicuramente comprendevano anche le famose “pesche di Badolato” tema della lettera precedente.

portale_famiglia_bressi Un secondo e significativo episodio riguarderebbe un’altra nave Bressi sottoposta ad un tentativo di assalto compiuto da alcuni pirati al largo di Malta, appena lasciato il porto di La Valletta. Si racconta che il capitano, per alleggerire l’imbarcazione e poter così sfuggire all’inseguimento piratesco, buttò a mare gran parte del carico di arance maltesi … facendo diventare arancione quel tratto di mare. Riguardo le arance maltesi, tale episodio conferma il culto dell’arancia maltese a Badolato e dintorni, poiché (essendo “dolce” e squisita) era la preferita e la più ricercata (come un medicinale) specialmente da donne, bambini e malati. L’arancia maltese è da sempre ritenuta la “regina delle arance” e, per questa preziosità, la sua coltivazione (almeno fino al 1950) era non soltanto assai limitata ma privilegio esclusivo di latifondisti, baroni e ricchi possidenti, i quali, recintandone le piante con altri tipi di agrumi in appositi grandi giardini (detti “parchi”), assicuravano l’intangibilità di tale straordinario “tesoro” attraverso guardie armate 24 ore su 24. Adesso le arance dolci (non soltanto del tipo “maltese”) sono di ordinario consumo, non soltanto perché arrivano da ogni parte del mondo, ma anche perché da 60 anni a questa parte un gran numero di agricoltori badolatesi (tra cui mio padre) e calabresi hanno impiantato molto diffusamente agrumeti piccoli, medi e grandi (industriali e semi-industriali), con qualità assai pregiate proprio da esportazione.

 veliero - disegnoQuindi, caro Tito, da Badolato così come da altri paesi jonici si svolgeva una fitta rete di intensi traffici commerciali con la Sicilia, specialmente orientale. Marziale Mirarchi di Isca Marina (che da una vita è uno dei cultori più appassionati e lodevoli della Storia della nostra Calabria) possiede parecchie carte che documentano il movimento di persone e merci via mare sullo Jonio, quando ancora non c’erano né ferrovie né strade. La storiografia calabrese deve, comunque, lavorare ancora tanto per fare emergere, nel modo più chiaro e completo possibile, questo importantissimo aspetto della società e dell’economia che ha unito ancora di più Calabria e Sicilia. Magari sarebbe opportuno una “unione storiografica” calabro-sicula tra studiosi del settore. Sarebbe un vantaggio per tutti. Cordialità.

domenico-lanciano-150x150 Domenico Lanciano

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