Caro Tito, le Donne di Calabria e le Donne dell’Ucraina hanno in comune le tragedie delle innumerevoli invasioni ed occupazioni di eserciti stranieri nel corso dei secoli, dei millenni. Calabria e Ucraina sono (come dicono i loro stessi nomi) terre così tanto belle, ricche e di confine da attrarre la voracità di popoli violenti e massacratori. Come la Storia sta dimostrando ormai da fin troppo tempo. Persino in questo 21° secolo in cui la guerra in Europa sembrava essere fuori posto e inconcepibile per tutto il lavoro culturale di 80 anni che si era fatto durante e dopo il secondo conflitto mondiale, devastante per vincitori e vinti.

1 – MIMOSE INSANGUINATE E LISTATE A LUTTO

In questo 2022, l’8 marzo, giornata internazionale delle Donne (ovviamente moltiplicata sempre per 365 giorni), è interamente dedicata alle Donne dell’Ucraina e ai loro figli. Ma è dedicata pure alle donne e alle mamme di tutte le altre guerre lontane o dimenticate. Comprese le mamme russe che hanno i loro figli (consapevoli o inconsapevoli) impegnati nel massacro del popolo ucraino. A meno che chi fa la guerra non sia stato allattato da seni di odio e violenza, senza alcuna briciola d’amore e di etica esistenziale. Un 8 marzo dedicato alle donne che muoiono nei luoghi di lavoro, nei femminicidi.

Comunque sia, listiamo a lutto le mimose insanguinate di questo atroce otto marzo 2022. Con la speranza che non ci siano più guerre e sofferenze in alcuna parte del mondo. Le conseguenze delle guerre, si sa, possono durare per più generazioni. E d’ora in poi il compito principale di chi, come noi, si appella alla Cultura e alla Pace, è quello di cercare di ricucire gli strappi e di sanare le ferite delle persone e dei popoli. Impresa certamente non facile, ma ineludibile comunque, pure perché verrebbe meno persino la speranza stessa di un mondo migliore.

La guerra è roba da barbari ed è il crimine più grande contro l’Umanità!… purtroppo, in queste settimane di invasione e tentato genocidio dell’Ucraina, stiamo assistendo addirittura ad accanite ed opposte tifoserie a favore di un fronte o di un altro di guerra … mentre ci aspetteremmo che tutti, indistintamente tutti, condannino non soltanto tutte le guerre, ma anche la violenza quotidiana che sta a base poi dei crimini e delle guerre.

Personalmente come calabrese doc e come “Università delle Generazioni” … dedico questo 8 marzo pure alle Donne di Calabria, in particolare a quelle che mettono più grinta nella difesa della dignità del nostro Popolo e della nostra Terra! Amo chiamare queste Donne grintose e risolute “Sirene di Calabria”. Come dirò più avanti (ai paragrafi 6-7-8) per tale tipo di donne ho proposto un vero e proprio “marchio industriale” che contribuisca a unirle e a valorizzarle il più possibile nel loro genio e nelle loro tante altre virtù.

Da sempre ho manifestato il mio orrore contro ogni tipo di conflitto armato e distruttivo tra i popoli; da chiunque scatenato. A 17 anni, qualche settimana dopo la traumatica guerra dei sei giorni (5-10 giugno 1967) tra Israele e gli Stati arabi confinanti, ho scritto “Lacrime e sangue” il tremendo testo della canzone, musicata dai miei amici del complessino “Euro 4”. Insieme non abbiamo mancato occasione ed iniziativa per manifestare per la Pace, indossando tra l’altro i suoi colori iridati come divisa di speranza per un mondo decisamente migliore. Da solo o come “Università delle Generazioni” ho preso posizione contro le guerre in Irak (1990 e 2003), in Afghanistan (2001), in Siria (2011) e così via, promuovendo ed organizzando affollati cortei cittadini o con altre varie manifestazioni.

Nel 1968 (a 18 anni) ho scritto l’articolo “Mamma Calabria” per il periodico quindicinale “Sentiero Calabro” fondato e diretto da Gianni Pitingolo a Soverato (CZ). Da allora ho riflettuto molto sul ruolo delle donne e, in particolare, delle mamme per la Pace. Fino a convincermi che solo loro possono salvare il mondo, essendo la più vera sede della Wita, che proprio dall’estate 1967 ho cominciato a scrivere “Wita” con il rafforzativo della doppia V.

2 – DUE ALLEGATI A QUESTA LETTERA 390  

Caro Tito, come ulteriore dimostrazione per la Pace in Ucraina e nel Mondo, allego a questa “Lettera n. 390” due documenti brevi, semplici ma importanti e significativi: le 12 pagine scritte il 04 marzo 2022 dal “filosofo delle donne e della pace” Salvatore Mongiardo di Soverato, intitolate “La religione materna” e i dieci brevissimi racconti della signora Maria Rosaria De Rito di Diamante (Cosenza) intitolati “Ti amo Calabria mia”. Entrambi questi documenti evidenziano l’insostituibile ruolo delle donne nell’Amore e nella Pace nel mondo, così come nelle famiglie, nelle comunità, nelle nazioni e nei continenti.

 

In effetti, chi più delle mamme, per amore e per il futuro dei propri figli, possono salvare il mondo da tutte le insidie di tentate autodistruzioni quotidiane e storiche provocate da noi maschi?… Condivido le pagine di Salvatore Mongiardo, poiché da sempre credo nell’azione salvifica della maternità! D’altra parte il 26 febbraio scorso mi hai pubblicato la “Lettera n. 388” dove, al paragrafo 5, ho accennato al fatto che la Calabria è come una “regione-religione” per noi calabresi, devoti oltre ogni immaginazione a Mamma Calabria. Quindi, considero necessaria, anzi indispensabile, una “religione materna” come la delinea l’amico Mongiardo.

Prego i nostri lettori di seguire con attenzione entrambi i documenti, poiché possono aiutare a sensibilizzarci maggiormente alla urgenza ed indispensabilità della Pace e possibilmente a tendere in modo definitivo alla felicità e all’Armonia con maggiore coraggio e migliore convinzione.

3 – TERRA MADRE E PATRIA

Sempre più frequentemente incontriamo, leggiamo, ascoltiamo tale meraviglioso binomio “Terra madre” o “Madre Terra” come emblema della maternità universale che trova nella Natura la sua apoteosi. La Terra che ci nutre nel corpo e nell’anima. Pure per questo, ad esempio, c’è Maiella Madre (la montagna sacra d’Abruzzo) ma anche “Mamma Sila” e via di sèguito. In questo 2022 si ricordano i 60 anni del film “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini (05 marzo 1922 – 02 novembre 1975) del quale si commemorano i cento anni dalla nascita.

C’è in ogni popolo l’idea della Mamma che nutre. Abbiamo sentito e letto spesso di “Mamma Rai” ovvero della Televisione che, a suo modo, nutre e intrattiene tutto un popolo. Insomma la parola “mamma” è usata ed abusata, sempre partendo dalla sacra missione che ha una mamma (o simil mamma) nell’allevare la prole e nel garantirne il futuro. Altrimenti che mamma è?…

Alquanto differente è, invece, il concetto di “Patria” legato al “padre” (fattore paterno), più virile o virulento e più frequentemente usato in àmbito sociale, civile e militare o simili (difesa della Patria o dello Stato, virtù patriottiche, “chi per la patria muor vissuto è assai” e via dicendo).

4 – LA MIA CALABRIA

Come ti accennavo sopra, nella primavera del 1968, quando avevo 18 anni, ho cominciato a collaborare con il quindicinale “Sentiero Calabro” di Gianni Pitingolo con sede a Soverato. In uno dei miei primi articoli ho scritto su “Mamma Calabria” (come ti ho evidenziato al paragrafo 5 di  << https://www.costajonicaweb.it/ lettere-a-tito-n-388-la-calabria-spiegata-agli-italiani-e-agli-stessi-calabresi-con-le-loro-istituzioni/ >>  che hai pubblicato sabato 26 febbraio 2022 alle ore 21.54).

 

Tra i commenti avuti, ti voglio trascrivere quello del grande poeta catanzarese Mario D’Agostino, giuntomi (via whatsapp) alle ore 11.39 di domenica 27 febbraio: << Amo la Calabria davvero come mamma, pur essendo e sentendomi “universalista” convinto da sempre … poiché chi ama il proprio paese ama tutto il mondo! >>.

5 – MAMMA CALABRIA

Caro Tito, noi calabresi, in gran parte, amiamo follemente la nostra Terra come si ama una Mamma davvero grande e immortale. Troverai simili espressioni d’amore verso la Calabria negli allegati Racconti di Maria Rosaria De Rito. La amiamo pure e proprio perché La sappiamo dolorante per tutti i martirii cui è sottoposta da sempre ed è tanto buona e mite che non sa neppure difendersi o reagire. Tutti (o quasi) i veri calabresi soffriamo di “calabresìte” (più o meno acuta, io acutissima). Malattia congenita. Insanabile. Ho, quindi, motivo di credere che nessuna regione italiana sia più amata della Calabria. E me lo dimostrano, da sempre, proprio in tantissimi. Ci manca però soltanto quella unione tra di noi, per diventare più efficaci ed incisivi nel lenire le troppe sofferenze di questa nostra Mamma Calabria.

L’espressione di “Mamma Calabria” è declinata in vari modi. Basta fare una piccola ricerca su internet. Tante le canzoni con tale titolo, come quella del cantautore Vinz Derosa, o quella di Nadia Sìclari. Vedi su youtube. E, in Germania Orientale a Reichenbach (al confine tra Sassonia e Turingia, a pochi km da Lipsia), c’è un ristorante italiano intitolato proprio “Mamma Calabria”.

In internet ho trovato pure il seguente annuncio, di cui, però non ho poi visto alcun sèguito (purtroppo noi calabresi soffriamo pure di “buone intenzioni” per iniziative belle e a volte geniali che però non abbiamo adeguata forza sociale e/o economica per portarle avanti). Ho trovato poi il seguente testo, assai indicativo ed interessante per il nostro discorso. Leggi attentamente la seguente dichiarazione d’amore.

<< Mamma Calabria è una pagina delicata alla Calabria: un gruppo di persone che condividono l’amore supremo verso questa Terra. “Mamma Calabria” è anche l’inno della Calabria che racconta tutti i calabresi del mondo che amano alla follìa questa Terra amata dagli antichi greci e baciata dai suoi Dei. Un grande inno, scritto dallo scrittore calabrese Davide Beltrano Il Folle, che parla della Terra madre, alla mamma di ogni anima sognante: una sorta di lettera aperta per gli emigranti, per chi resta, per tanti giovani e guerrieri calabresi.

 

Grazia Reitano, figlia del grande Mino, è la nostra testimonial, il tutto mentre è stato annunciato il suo tour estivo nelle piazze calabresi, per info: 06-37351270. Ma “Mamma Calabria” è anche un progetto, presto un’associazione che mira a promuovere le bellezze dei paesi calabresi e le eccellenze del posto.  Inviaci quindi le varie bellezze del tuo paese, le foto dei posti più simbolici, lo splendore paesaggistico, le tradizioni, i promemoria delle feste padronali, insomma, ogni cosa che possa dar lustro al tuo territorio. Sarà nostra premura promuovere il tutto tramite la nostra pagine e soprattutto tramite il libro che allegherà le foto e le informazioni che ci invierete. Non perdere l’occasione di promuovere il tuo paese, inviaci tramite messaggio privato alla pagina facebook (Mamma Calabria) ogni cosa che possa raccontare la bellezza e la magìa del tuo territorio.

Per maggiori info contattaci qua <mammacalabria2016@gmail.com >. D’ora in poi siamo pronti a sostenere ogni battaglia culturale per difendere la nostra Calabria, la nostra Mamma. Battaglie sempre in piena legalità e che mireranno a difendere la Calabria: una Mamma fiera dei suoi figli, una Mamma speciale. Mamma Calabria … il nostro grande amore!

CLICCA MI PIACE SULLA PAGINA FB: https://www.facebook.com/Mamma-Calabria-976570769099502/?fref=ts

6 – OMAGGIO ALLE  << SIRENE DI CALABRIA >>

Caro Tito, nell’imminente Festa internazionale delle Donne di martedì 08 marzo 2022, vorrei rendere omaggio a tutte indistintamente le Donne del Mondo, in particolare alle Donne della Calabria, soprattutto alle Sirene … cioè a quelle Donne che si impegnano maggiormente per dare lustro alla nostra Terra, specialmente alle Donne che sono socialmente più combattive e La difendono attraverso le loro opere e il loro più sano orgoglio, sia dentro che fuori i confini regionali. Sarebbe utile e bello farne un elenco esaustivo. Sia storico che attuale. In attesa che ciò avvenga da parte di qualcuno, più sensibile a tale tematica, passo a darti un qualche pur piccolo esempio, più avanti al paragrafo 9.

Però prima ti devo dar conto, al paragrafo seguente, di una lettera che (mercoledì 02 marzo 2022 alle ore 16.04, dopo una telefonata durata 11 minuti dalle ore 15.33) ho scritto a Sante Strati (Direttore del noto e assai diffuso quotidiano web “Calabria.Live”) proprio sulla valorizzazione delle << Sirene di Calabria >>. Tale lettera è poi stata pubblicata nella prima pagina dell’edizione del giorno seguente 03 marzo.

7 – LETTERA AL DIRETTORE SANTO STRATI DI <<CALABRIA.LIVE >>

<< Caro Direttore, in occasione della imminente Festa delle Donne 2022, nella “Lettera a Tito n. 390” (in pubblicazione da  “www.costajonicaweb.it” di Messina) renderò omaggio anche a tutte le Donne calabresi, in particolare a quelle che definisco “Sirene di Calabria” … ovvero coloro che dimostrano un maggiore impegno sociale, una spiccata passione e grintosità nel descrivere e nel difendere il nostro popolo, specialmente dagli inopportuni pregiudizi e spesso feroci attacchi (persino da una parte dell’intellighenzia pseudo-progressista italiana) che sconfinano nel vero e proprio razzismo.

 

Penso ad un Editore che, come te, possa catalizzare e incoraggiare tutta questa forza intellettuale femminile, la quale a volte è davvero eroica. Penso altresì che la dizione “Sirene di Calabria” possa divenire un vero e proprio “marchio” imprenditoriale, magari gestito principalmente da donne per la produzione non soltanto letteraria ed etica ma pure per la realizzazione di una vasta e finalizzata gamma merceologica, la quale valorizzi il loro genio e possa procurare posti di lavoro. Possibilmente in Calabria.

Ti ringrazio per la gentile attenzione e mi rendo disponibile gratuitamente per ogni tipo di progetto o iniziativa a riguardo. Viva le “Sirene di Calabria”!  Domenico Lanciano >>.

8 – LE SIRENE DI CALABRIA IN ALTRI SITI WEB

Caro Tito, basandomi su tale lettera, venerdì04 marzo 2022 ho inviato una nota-stampa a numerosi giornali-web non solo calabresi e a varie istituzioni regionali, tra cui direttamente alla Vice Presidente della Giunta, Giuseppina Princi. Leggi, uno per tutti, il testo standard pubblicato lo scorso sabato 05 marzo alle ore 10.33 da  << https://www.citynow.it/sirene-calabria-marchio-industriale-lanciano-princi/ >>.

Intanto, oltre a te (che hai pubblicato domenica 06 marzo alle ore 21.55,  ringrazio pure gli amici e i colleghi di  << www.soveratoweb.com >> – <<www.citynow.it >> di Reggio Calabria –  << www.gazzettadell’emilia.it >>  di Parma – << www.preserreedintorni.it >> di Squillace – << www.crotoneok.it >>. Ovviamente ti terrò aggiornato su altre novità a riguardo. Tengo molto a tale progetto-marchio a favore delle donne di Calabria.

9 – EMBLEMATICHE SIRENE DI CALABRIA

Non potendo elencarle tutte, riporto qui di sèguito alcune tra le tantissime Donne che hanno fatto e continuano a fare onore a sé stesse e alla Calabria e che io, per il loro grande impegno e significato, considero autentiche “Sirene di Calabria”.  Comincio con Ernesta Adele Màrando la quale, oltre che medico-pediatra assai altruista nel territorio, è pure giornalista di valore e di valori, specialmente curando da molti anni il sito web  << www.radiocivetta.eu >> con una particolare attenzione per problematiche storiche, culturali e politiche calabresi, sindacali e professionali. Come non citare la scrittrice Giusy Staropoli Calafati, la quale, dopo aver pubblicato numerosi libri, si trova adesso, con tanto merito, nella selezione per il Premio Strega 2022 con il romanzo “Terra Santissima (Laruffa 2021) ?… Bisogna sostenerla in tutti i modi possibili ed immaginabili, pure perché rappresenta la Calabria e il mondo delle donne. Incrociamo le dita!

Di Sara Cervadoro ti ho detto più volte, specialmente come traduttrice del libro “Calabria the first Italy” (Calabria la prima Italia) di Gertrude Slaughter (Wisconsin University – USA 1939). Ti ho detto pure di Giuseppina Zelesco (sindacalista), di Rosalba Petrilli (biologa molecolare), di Caterina Gerardina Guarna (missionaria laica), di Maria Fortunata Minasi (direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria), di Luisetta Caporale e così via. Considero “Sirene di Calabria” pure Donne che, pur non essendo calabresi, hanno amato, amano e ameranno molto la Calabria in vari modi … come Imelda Bonato, Ginevra Dell’Orso, Chiara Sasso, Catherine Rosinski e tante altre che andrebbero citate ed omaggiate, con molta riconoscenza.

10 – EMIGRATE – CALABROTTE E SPOSE DEL SUD

Un altro progetto cui tengo in modo particolare è quello di evidenziare, anche storicamente oltre che affettivamente, le calabresi emigrate, specialmente le cosiddette “Calabrotte” che hanno fatto rifiorire le Langhe del Piemonte e alle altre “spose del Sud” le quali (come ha evidenziano Rai Uno nel mese dello scorso gennaio con la miniserie TV “La Sposa”) hanno portato amore e notevoli altri valori etici della nostra tradizione della “Prima Italia” in tante parti del centro-nord Italia. Oggi voglio dare particolare evidenza ed onore a tutte loro nella ricorrenza annuale dell’8 marzo.

Con uno speciale “Calabrotte Day” alle donne calabresi delle Langhe ho assegnato (come “Università delle Generazioni” e come “Amici della Calabria”) il Gran Premio delle Generazioni ovvero un affettuoso Attestato di Riconoscenza e di Gratitudine che vale anche una filiale carezza a tutte queste spose e mamme le quali, con tanti sacrifici anche di radici, hanno contribuito al benessere delle loro rispettive terre dove sono emigrate, per amore, per matrimonio o per semplice lavoro e nuova vita.

11 – DONNE DI KARDARA

Permettimi, caro Tito, di ricordare ancora una volta, con profondo affetto, devozione, riconoscenza e gratitudine pure le magnifiche “Donne di Kardàra” ovvero tutte le donne della mia infanzia, coloro che, più o meno, sono state importanti per la mia migliore formazione umana ed etica.

12 – ALTRI RINGRAZIAMENTI

Caro Tito, sento il dovere di ringraziare persone che si sono dimostrate assai gentili nella mia più recente attività giornalistica e socio-culturale, come Francesca Cefalì e Simona Papaleo di Cortale (CZ), Anna Maria Baricalla e Pietro Dadone delle Langhe cuneesi, Vincenzo Villella di Lamezia Terme, il generale Emilio Errigo, i colleghi giornalisti calabresi Vincenzo De Virgilio, Simone Musmeci, Franco Polito.

13 – UN GRAZIE SOCIALE

E, a proposito di giornalisti e reporter vari, come non ringraziare coloro i quali, in queste ultime settimane ci stanno informando sulla guerra in Ucraina o in altri teatri di battaglia, rischiando pure la morte tra i bombardamenti. E continueranno a farlo. Oppure coloro i quali sono perseguitati, imprigionati o addirittura uccisi per garantirci la libertà di stampa. Un grazie sociale a tutti coloro i quali si stanno adoperando affinché cessi questa insensata guerra così tanto vicina alle nostre case che potrebbe coinvolgerci e travolgerci tragicamente.

 

Un pensiero, ovviamente, a tutti i morti di guerra, specialmente alle vittime civili e in particolare ai bambini. Un pensiero pure ai loro familiari. Un pensiero ai milioni di profughi. Siamo nel dolore e nel lutto pure per tutti, indistintamente, di entrambi i fronti. Vittime di un Potere tirannico e spietato, comunque, in questa folle corsa alla prevaricazione nel predominio della globalizzazione, invece di cercare di collaborare (staremmo tutti più ricchi e felici o almeno sereni) senza mettere a rischio vite umane e pianeta!…

14 – AIUTI UMANITARI

Non posso portare a termine questa “Lettera n. 390” senza fare cenno agli aiuti umanitari che sono urgenti e indispensabili per le popolazioni sofferenti, specialmente per quelle che sono dentro alle zone di guerra. Uno dei mezzi più efficaci resta il già segnalato numero telefonico unico solidale 45525 per devolvere 2 euro da cellulari e 5 – 10 euro da rete fissa alla Croce Rossa Italiana, all’Unicef (agenzia ONU per l’infanzia) e all’UNHCR (agenzia ONU per i rifugiati). Per altro tipo di aiuti ci si può rivolgere ai Comuni, alle Parrocchie, alla Caritas diocesana, alla Protezione Civile, alle due Ambasciate romane dell’Ucraina e ad altri centri abilitati e autorizzati. Pure per accogliere o assistere rifugiati. Torno a raccomandare di stare attenti per evitare gli immancabili speculatori o sciacalli e di affidare con sicurezza i propri aiuti a persone, associazioni ed organizzazioni di propria migliore e sperimentata conoscenza.

15 – UTILE CONSIDERAZIONE

La grande educatrice Maria Montessori (1870-1952) era solita dire: << Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace. A questo mondo, si educa per la competizione, e la competizione è l’inizio di ogni guerra. Quando si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace >>.

16 – SALUTISSIMI

Caro Tito, finora le guerre si sono svolte abbastanza lontane dalle nostre case e non ne abbiamo sentito più direttamente le atrocità. Adesso, invece, è così vicina che già ci angoscia. Speriamo che da questa paura possa nascere una maggiore e migliore convinzione che la Pace è sempre la migliore scelta. E’ necessario ridurre gradualmente le armi e le tensioni, poiché non si possiamo più permettere il rischio di guerre che, esacerbandosi, possano condurci all’annientamento dell’umanità e del pianeta. Oggi, dirsi “arrivederci” è un augurio di buona speranza.  Arrivederci, quindi, alla prossima “Lettera n. 392”.  Buon 8 marzo pure alle tue Donne! Cordialità,

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, lunedì 07 marzo 2022 ore 05.55 – Dal settembre 1967 il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state prese dal libero web.

1 – LEGGI O SCARICA – LA RELIGIONE MATERNA di SALVATORE MONGIARDO

2 – LEGGI O SCARICA – 10 RACCONTI di MARIA ROSARIA DE RITO

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