Caro Tito, il 25 dicembre è, per il nostro emisfero, il giorno-simbolo della “nascita”… principalmente della nascita del sole che, in questo tempo del solstizio d’inverno, riprende a crescere fino al suo massimo del solstizio d’estate (nella terza decade di giugno). Ma, in tutto il mondo cristiano (e, purtroppo, mercantile e consumista), è anche la ricorrenza della nascita di Gesù. Io, però, ti voglio raccontare un’altra nascita, quella dell’Italia. E l’Italia nasce, in pratica, quando nasce il suo nome. Sul quando e sul come nasce il nome “Italia” ci sono vari miti, leggende e scritti di numerosi storici antichi. Il mito prevalente ne farebbe derivare il nome da re Italo, vissuto, secondo alcuni, 16 generazioni prima della guerra di Troia (avvenuta attorno al 1200 circa a.C. in significativa e simbolica coincidenza con l’inizio dell’età del ferro), e perciò tra il 1900 e il 1500 a.C. (sul finire della lunga età del bronzo). Giusto per avere una idea più orientativa (non potendo effettuare studi storici specialistici a ciò dedicati), sarebbe opportuno consultare le varie enciclopedie (pure su internet) come l’Enciclopedia Italiana Treccani la più prestigiosa ed attendibile, alla voce “Italia”. Tale nome è, comunque, uno dei più antichi, suggestivi e gloriosi del mondo.

 Sul dove è nata l’Italia non ci sono assolutamente dubbi … l’Italia è nata in Calabria! Perciò, la Calabria è la prima Italia. Tale tema è da oltre trenta anni uno dei miei preferiti “cavalli di battaglia” a livello socio-culturale. Questo sarà, quindi, l’argomento delle mie prossime lettere, anche perché dovrebbe interessare tutti o quasi gli italiani (dentro e fuori i confini nazionali) e, in particolare, noi calabresi. Riporto, quindi, l’attinente e attendibile informazione che ne dà Aristotele, uno dei più grandi filosofi, storici e scienziati avuti finora dall’Umanità. Vissuto in Grecia (Stagira 384 – Calcide 322 a.C.), così ha scritto, tra l’altro, nella sua prestigiosa opera “Politica” (libro 7 capitolo 10 paragrafo 1329b), alle pagine 240-241 dell’edizione Laterza, Bari 1996: “… Antica par che sia pure l’istituzione dei sissizi: quelli di Creta si ebbero sotto il regno di Minosse, quelli dell’Italia furono più antichi di questi. Raccontano i dotti che uno degli abitanti di questa terra, un certo Italo, diventò re dell’Enotria, che dal suo nome, mutato l’antico, si chiamarono Itali invece di Enotri, e che da lui prese la denominazione d’Italia tutta quella penisola d’Europa compresa tra i golfi scilletino e lametico, i quali distano tra loro mezza giornata di viaggio. Dicono pure che questo Italo fece contadini gli Enotri che erano nomadi e dette loro altre leggi e per primo istituì i sissizi: è per ciò che ancora alcuni dei suoi successori usano i sissizi e talune leggi di lui…”.

Come altri storici antichi, confermando la tradizione scritta ed orale, Aristotele individua nella zona dell’Istimo (tra il golfo di Squillace e quello di Lamezia) la nascita del nome Italia … tanto è che qualche anno fa il Comune di Catanzaro ha impiantato sulla “strada dei due mari” all’ingresso della città (poco prima della galleria del Sansinato) un cartello indicante “Benvenuti a Catanzaro. Qui nacque il nome Italia” … Un nome fortunato, a quanto sembra, poiché è l’unico che è pervenuto fino a noi, tra tutti i nomi possibili che hanno individuato i numerosissimi popoli coevi esistenti dalle Alpi alla Sicilia. Infatti il territorio della nostra penisola, nel corso della sua plurimillenaria storia, avrebbe potuto benissimo prendere un qualsiasi altro nome, soprattutto uno inerente l’impero romano. Avrebbe potuto denominarsi “Romania”, “Cesarea” oppure “Augustea” o addirittura “Lazio”. Perché, dunque, nel corso dei tantissimi secoli soltanto il nome Italia è sopravvissuto a tutti e a tutto, giungendo integro e così tanto agognato fino a noi?…

 Tale interrogativo storico è uno dei più interessanti ed avvincenti e in questi ultimi trenta anni ho chiesto ripetutamente a tutte le Istituzioni (ai vari Presidenti della Repubblica come a quelli della Giunta e del Consiglio della Regione Calabria, ai Presidenti della Provincia di Catanzaro come ai Sindaci del Comune di Catanzaro, ai Rettori delle Università calabresi, ecc.) di organizzare un apposito convegno per appurare concretamente il perché tutta la penisola prende il nome di una piccola e periferica parte di essa (la zona dell’Istmo di Catanzaro) e, quindi, di seguirne il significato, il percorso e la crescita nazionale. Tra tanto altro, fu proprio l’imperatore romano Ottaviano Augusto, paradossalmente, ad estendere il nome Italia (addirittura per decreto nel 42 a.C.) dagli Appennini alle Alpi e alla Sicilia, istituendo le prime regioni. Perché il capo assoluto di un così grande ed orgoglioso impero, giunto alla massima potenza ed alla maggiore estensione, non denominò la penisola e le isole con un diverso nome di più prestigio e vantaggio per la grandezza di Roma?… Perché ha scelto di confermare ed estendere proprio il nome “Italia” nato in una terra sì tanto gloriosa e maestra di civiltà ma sconfitta, umiliata e quasi cancellata dagli stessi Romani?…

 Nelle prossime lettere, proverò ad avanzare ipotesi chiaramente evidenti e comunque strettamente legate alle vicende storiche, senza perdere di vista i “sissizi” di re Italo, che costituirono la base di un’altra portentosa “nascita” … la prima vera democrazia del mondo … ancora e sempre nella nostra Calabria … una terra che ha dato tanto all’Umanità, una terra che tutti gli italiani e, in particolare, noi calabresi dovremmo conoscere in modo più approfondito (specialmente nelle sue molteplici valenze per la civiltà globale) non soltanto per amarla meglio e maggiormente ma anche per andarne sempre più fieri ed orgogliosi, nonostante tutto. Cordialità e … Buona Nascita e Rinascita!

Domenico Lanciano

 

 

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