susannaparigiLa cantautrice toscana si esibira’ e ritirera’ il riconoscimento a Sant’Andrea Apostolo dello Jonio il 20 Agosto. La serata vedra’ la partecipazione di Francesco Lo Cascio, figlio di Giorgio. Va a Susanna Parigi il “Premio Giorgio Lo Cascio” 2010, organizzato dall’Associazione Primavera Andreolese con il patrocinio della Provincia di Catanzaro e la direzione artistica di Enrico Deregibus. La cantautrice toscana si esibirà e ritirerà il riconoscimento a Sant’Andrea Apostolo dello Jonio il 20 agosto al Lido Jungle beach di Sant’Andrea Jonio Marina alle ore 21.30. La serata vedrà la partecipazione di Francesco Lo Cascio, figlio di Giorgio. Negli ultimi decenni S. Andrea Ionio ha ospitato spesso cantautori italiani che, pur non ottenendo un grande successo commerciale, hanno comunque fatto la storia della musica di qualità. L’istituzione, nel 2005, di un premio dedicato alla canzone d’autore rappresenta un’ulteriore tappa di questo percorso e l’idea di intitolare il riconoscimento a Giorgio lo Cascio nasce dal fatto che nel 1977 proprio S. Andrea ospitò un concerto dell’artista romano scomparso nel 2001. Gli organizzatori di quello spettacolo conservano un bellissimo ricordo di quell’evento e per questo hanno voluto ricordare un artista sottovalutato. Interprete sofisticata e autrice di grande spessore, Susanna Parigi è una pianista apprezzata (ha suonato per Cocciante, Baglioni. Fiorella Mannoia), suona la fisarmonica, canta, scrive i testi, la musica e gli arrangiamenti delle sue canzoni. Chansonnière fiorentina ma trapiantata a Milano, propone un genere originalissimo che potrebbe essere definito “pop letterario”. Fra i tanti prestigiosi incontri che può vantare nel suo curriculum ci sono quelli con il grande fotografo brasiliano Sebastião Salgado, con Pat Metheny e con l’ex King Crimson Tony Levin. Nella sua recente quarta prova discografica,“L’insulto delle parole” (prodotta da Promo Music), ha proposto una raccolta ancora più ambiziosa: dieci nuove canzoni e una clip video finale con ospiti di prestigio come Pino Arlacchi, Corrado Augias, Lella Costa, Cesare Fiumi, Kaballà, Leonardo Manera, Andrea Pinketts, Bruno Renzi. Un disco intenso, che affronta il tema della parola, delle sue smisurate e controverse potenzialità. “Le parole che insultano e le parole che sono insultate”, come spiega Pasquale Panella nel testo che presenta il cd. Il Premio le è stato assegnato da una prestigiosa giuria coordinata da Enrico Deregibus, direttore artistico della manifestazione, e comprendente: Marcello Barillà (direttore di “Obiettivo Calabria”), Roberta Balzotti (Rai), Alberto Bazzurro (direttore artistico di “Jazz fuori tema” e “Linguaggi d’autore”), Mario Bonanno (direttore “Musica e parole”), Lucia Carenini (Bielle.org), Enrica Corsi (Premio Bindi), Massimo Cotto (Radio Capital), Enrico de Angelis (Club Tenco), Paola De Simone (Radio in Blu), Annino La Posta (Autore di “Il suono intorno alle parole – Rapporto confidenziale sul lato nascosto della canzone d’autore”, Editrice Zona), Luisa Melis (Premio De André), Ezio Nannipieri (Musicultura), Bruno Palermo (Giornalista), Rosario Pantaleo (L’Isola che non c’era), Silvano Rubino (Vita), Giordano Sangiorgi (MEI – Meeting Etichette Indipendenti), Paolo Talanca (autore di “Cantautori novissimi”, Bastogi), Gianluca Veltri (Quotidiano della Calabria). Negli anni precedenti il riconoscimento era andato a Max Manfredi, Pino Marino, Rudy Marra, Sulutumana e Carlo Fava. Oltre ai vincitori, il Festival ha avuto in cartellone negli anni scorsi Mimmo Locasciulli, Parto delle nuvole pesanti, Gianmaria Testa, Ventu Novu e Maestro Clandestino. Note su Giorgio Lo Cascio: Giorgio Lo Cascio, prematuramente scomparso a soli 48 anni nel 2001, nei primi anni ’70 fu tra i promotori della cosiddetta “scuola romana”, che si riconosceva nel Folkstudio di Trastevere. Giorgio Lo Cascio, Antonello Venditti, Francesco De Gregori ed Ernesto Bassignano danno vita ad un quartetto, “I giovani del Folk”. Erano legati, i quattro (“quattro ragazzi con la chitarra ed un pianoforte sulle spalle” come canta Venditti in “Notte prima degli esami”) dallo stesso amore per il folk, la canzone d’autore, la poesie e la politica. Giorgio artisticamente era il figlio di Cohen, Francesco di Dylan, Antonello di Elton ed Ernesto del povero Tenco. Le loro prime canzoni erano piene di rabbia, vino, donne, funerali immaginari, aquiloni, soldati, treni e sogni di libertà. Dopo le prime apparizioni al Folkstudio, Lo Cascio insieme a De Gregori (di cui era fraterno amico) diede vita ad un duo, Francesco e Giorgio, assimilabile per alcuni versi a quello di Simon & Garfunkel. Lo Cascio è però stato un’artista dotato di una personalità autonoma. I suoi testi ci mostrano una vena intimista, quieta, fatta di piccoli sentimenti che proprio dalla semplicità traggono la loro profondità; il tutto espresso attraverso una musica acustica, arpeggiata, che non disdegna però di arricchirsi tramite gli apporti del moog, del flauto, del pianoforte, delle percussioni. Durante gli anni ’70 ha avuto una produzione da cantautore politico, meritevole di essere riscoperta. Insieme a Venditti e De Gregori, firmò un contratto discografico per la IT. Mentre Venditti e De Gregori prepararono “Theorius Campus”, il loro esordio discografico, Lo Cascio incise “La mia donna”, disco un po’ acerbo, molto acustico, poco competitivo rispetto ai brani dei vari cantautori che stavano venendo a galla e di scarsissimo successo. Lo Cascio riemerse nel 1976, grazie all’etichetta Divergo. Il disco prodotto, “Il poeta urbano”, album politico molto bello, assai personale, faticò però a farsi strada. Limitati furono anche i concerti tenuti da Lo Cascio, che l’anno dopo incise (sempre con la Divergo) un nuovo album, “Cento anni ancora”. Anche questo disco non ebbe fortuna, nonostante i brani fossero assai validi. Lo Cascio riuscì a incidere un nuovo singolo, Cosa c’è che non va, sigla del programma tv “Tra scuola e lavoro”, poi sparì dalle scene. Molti anni dopo, partecipa ad un gruppo estemporaneo denominato U.A.F.F., messo in piedi da vari cantautori allo scopo di fornire un supporto economico al “Folkstudio” in difficoltà. Uscì poi un disco, “Il vaso di Pandora”, a nome di Stefano Iannucci e Giorgio Lo Cascio. Lo Cascio è stato ospite del Premio Tenco nel 1975, 1978 e 1983. È stato autore di “Diventare cantautori” (Lato side, 1981) e di una biografia su Francesco De Gregori (Muzzio, 1990).

Si ringrazia l’Ufficio stampa di Monferr’Autore

Fonte: musicalnews.com

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