dda Quattro bossoli calibro 6,35 accanto all’autovettura ferma nel parcheggio della sua abitazione sulla Panoramica. Il pesante avvertimento è stato indirizzato al sostituto procuratore della DDA di Messina, Vito Di Giorgio. Un messaggio inquietante sul quale la Procura di Reggio Calabria ha avviato un’inchiesta mentre la Squadra Mobile di Messina sta conducendo le indagini seguendo varie direzioni. Di Giorgio non ha mai avuto assegnata la scorta nonostante da anni si occupi di inchieste riguardanti la pubblica amministrazione e la lotta alla mafia, più recentemente con un particolare occhio verso la confisca dei beni dei boss mafiosi. Un impegno costante negli anni che ha dato fastidio a qualcuno. Il magistrato era appena uscito di casa, al complesso Teseo, e stava accompagnando la figlia di sette anni a scuola. Arrivato a pochi metri dall’auto si è accorto delle presenza dei bossoli. Due erano per terra davanti alla macchina, uno accanto allo sportello di sinistra ed il quarto sotto l’autovettura. Di Giorgio ha riaccompagnato la bambina a casa e poi ha avvertito la Polizia. Sul posto sono giunti gli uomini della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica che hanno battuto a palmo a palmo l’intera zona. Come primo provvedimento è stata disposta una sorveglianza delle forze dell’ordine attorno all’abitazione del sostituto della DDA ma nei prossimi giorni gli potrebbe essere assegnata la scorta. Il prefetto Alecci, infatti, ha convocato un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che avrà come argomento centrale la grave intimidazione al magistrato messinese. Di Giorgio dal suo arrivo a Messina si è occupato di parecchie inchieste sul fronte della pubblica amministrazione. Con altri colleghi ha svolto le indagini sulla collisione nello Stretto fra il Segesta ed una nave portacontainer e sul disastro ferroviario di Rometta ma si è molto occupato di reati finanziari e di mafia. Ultimamente ha incrementato il suo impegno nella confisca dei beni alle famiglie mafiose messinesi, ottenendo importanti risultati. E’ di oggi, infatti, la confisca del patrimonio del padrino di S.Lucia del Mela, Pietro Nicola Mazzagatti. Beni che tornano definitivamente di proprietà dello Stato grazie al lavoro della DDA e delle forze dell’ordine.

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