Caro Tito, sono assai lieto nel presentarti, oltre che un amico di lunga data, un autentico personaggio jonico di cui andare davvero tutti molto fieri. E’ Gianni Verdiglione, poeta e scultore, figlio d’arte del grande Totò, suo padre, altro autentico personaggio del Novecento badolatese. Ti avverto che non saprò essere esaustivo, poiché Gianni è una personalità creativa assai complessa ed anche perché, essendo stato lontano da Badolato finora per 35 anni a causa del mio esilio, non sono riuscito a sèguire tutta la sua attività artistica. Che è notevole come la sua biografia. Tuttavia, ciò che scriverò di Lui (in questa “Lettera n. 501”) ti potrà dare almeno le coordinate di un personaggio che non tutti i paesi calabresi possono vantare. Intanto ti trascrivo ciò che ho evidenziato su di Lui alle pagine 35-36 del volume 7 ( I MIEI VIP ) del “Libro-Monumento per i miei Genitori” (stampato nel maggio 2007).

1-SINTESI BIOGRAFICA

Nato in Badolato il 14 ottobre 1956, Gianni Verdiglione, dopo il diploma del liceo artistico conseguito a Catanzaro, ha frequentato l’Accademia d’Arte di Brera in Milano. Nel 1977 l’ho esortato a pubblicare una raccolta di poesie e ne ho scritto la presentazione, suggerendone il titolo “Addio, banchi di scuola!”. Quando poi ero bibliotecario incaricato nel Comune di Badolato, ho aiutato Gianni a realizzare nella sala della Biblioteca dal 20 dicembre 1981 al 06 gennaio 1982 e poi al Palazzo della Provincia di Catanzaro nel febbraio 1982 la mostra “Noi, tra il giorno e la notte” … In entrambe le manifestazioni, Verdiglione ha esposto oltre 40 quadri di marmo ed un “Poema” letterario in versi, che resta (a distanza di 25 anni) ancora non pubblicato a stampa. Pur essendo assai bello e degno di essere conosciuto e partecipato a più ampi livelli.

 

Gianni Verdiglione è senza dubbio uno degli scultori italiani più interessanti tra ventesimo e ventunesimo. Principalmente, assieme alla moglie Giovanna Sgambelluri (mirabile compagna anche nella stessa arte scultorea) e a Luigi Bianco. Verdiglione ha realizzato nel 1995-96 la cosiddetta “Strada della Poesia” … un’esposizione permanente di poesie di vari autori, scritte su piastrelle cementate poi su grosse pietre lungo la strada provinciale che da Badolato Marina porta a Badolato borgo: ne ho scritto alla pagina 78 di “Villacanale il paese delle regine” (giugno 1996). Gianni Verdiglione ha eseguito, su mio disegno e impostazione, le lapidi di mio padre (1985) e di mia madre (1999) nel cimitero di Badolato. Le foto delle lapidi sono già state riportate nel capitolo del “Pantheon familiare” (pagine 262-263 del quarto volume del Libro-Monumento per i miei Genitori, 2007).

2 – ALTRE COLLABORAZIONI CON GIANNI

Nel tempo ho avuto altre collaborazioni che non ho evidenziato in tale “sintesi biografica”. Ad esempio, nell’estate 1987 (nel pieno della vicenda di “Badolato paese in vendita”) abbiamo pensato di mettere sulla piazza Tropeano, davanti alla chiesa parrocchiale dei SS. Angeli Custodi (quindi al centro della cittadina) una piccola colonna del Castello feudale del borgo proprio per far ricordare che Badolato Marina è una derivazione della Badolato medievale. Tale colonna è stata poi rimossa dagli Amministratori comunisti dell’epoca, che si sono dimostrati così poco sensibili alle radici. E ancora adesso, nonostante siano passate Amministrazioni di ogni colore politico (pure di centro destra), non c’è nulla che in Badolato Marina ricordi la “gemmazione” di questo nuovo abitato derivato da Badolato Superiore. C’è solo, sempre su mia idea ed invito (raccolto dall’associazione culturale “Nicola Caporale”) un pannello che ricorda la venuta, lunedì mattina 24 marzo 1952, dell’allora Capo del Governo Alcide De Gasperi per donare le chiavi dei primi 78 alloggi per gli alluvionati. Tale data del 24 marzo 1952 che ha significato la nascita ufficiale della allora frazione Marina, oggi parte preponderante dell’intero Comune.

 

Nell’aprile 1988 Gianni (assieme al giornalista Gianni Pitingolo di Isca-Soverato e al prof. Vincenzo Squillacioti, oggi direttore de “La Radice” di Badolato dall’aprile 1994) mi è stato vicino nella fondazione dell’ISTAN – Istituto di Tanatologia (studiare la morte per amare di più la vita). Tutti e quattro insieme abbiamo partecipato ad alcuni incontri con un’analoga associazione di Catanzaro, la quale aveva contatti con il cosiddetto “Cerchio Firenze 77” un gruppo di persone che attraverso gli anni ha fatto un lungo lavoro di comunicazione con l’Aldilà. Domenica mattina 05 novembre 1995 ero presente all’inaugurazione della “Strada della Poesia” effettuata vicino al complesso edilizio baronale Gallelli di “Pietranera”. Con due foto del poeta Vito Maida, ho riportato l’evento, caratterizzato dalla manifestazione artistica di Luigi Bianco, alle pagine 364 e 365 del quinto volume del “Libro-Monumento per i miei Genitori”. Come accennato sopra (al primo paragrafo) a tale “Strada della Poesia” ho dedicato la pagina 78 del mio opuscolo “Villacanale il paese delle regine” (giugno 1996) ipotizzando ed augurando che tale “Strada” potesse congiungere il mare Jonio di Badolato al mare Tirreno di Pizzo Calabro. E che la foce del nostro Torrente Vodà venisse denominata “Punta Poesia”. Purtroppo ancora nulla di tutto questo. Ho proposto la “Strada della Poesia” ad alcuni poeti e a qualche sindaco qui in Molise, ma senza alcun esito, nonostante ci fossero dimostrazioni di interesse e persino di entusiasmo.

3 – LE PRIME PIETRE PARLANTI DI BADOLATO

Chi è abituato a viaggiare in giro per il mondo, in particolare nell’Italia più interessante per cultura, si trova spesso davanti a targhe o lapidi con le cui iscrizioni il passante o il turista viene informato su qualche personaggio o evento storico che ha caratterizzato quel luogo oppure semplicemente sulla denominazione di edifici di pregio. Ad esempio, qui dove abito, in Agnone del Molise, esistono lapidi che informano sulle porte medievali della Città, su antiche chiese o su edifici civili o piazze. Ideate e volute circa trenta anni fa dallo storico Antonio Arduino (allora Direttore della Biblioteca Comunale) tali iscrizioni arricchiscono il patrimonio culturale locale e suscitano una particolare suggestione ai visitatori. A tale serie di iscrizioni lapidee si sono poi aggiunti cartelli metallici con altre indicazioni cittadine impiantati a cura del Rotary Club.

 

Grazie all’iniziativa di Gianni Verdiglione e del suo gruppo di amici (Giuseppe Argirò, Aldo Pacicca e Vincenzo Invento) e vari altri sostenitori, questo sistema di narrazione lapidea in Badolato borgo, iniziato da qualche anno, è diventato una ulteriore attrazione turistica. Infatti, tali “pietre parlanti” (così denominate) sono ormai tante (pare oltre cento) e sempre di più affascinano ed incuriosiscono non soltanto i visitatori provenienti da fuori ma anche gli stessi badolatesi. Si è, così, innescata una curiosità che porta ad indovinare quale sarà la prossima “pietra parlante” che Gianni si appresta a scolpire e a mettere esposta su qualche parete di qualche casa. Comincia già ad essere un privilegio avere la narrazione che riguarda la propria famiglia, un personaggio o un evento che celebri qualcosa di proprio interesse.

Personalmente ho gioito veramente tanto appena ho saputo di questa splendida iniziativa ed ho cominciato a contribuire, nel mio piccolo, nella diffusione di questa nuova peculiarità del borgo che amo tanto, così tanto da aver dedicato alla sua salvezza e valorizzazione i migliori anni della mia vita. Ad esempio, mercoledì 03 marzo 2021 abbiamo pubblicato << https://www.costajonicaweb.it/badolato-cz-il-paese-in-vendita-in-calabria-si-racconta-con-le-pietre-della-memoria/ >> e giovedì 20 gennaio 2022 ho evidenziato << https://www.ilreventino.it/badolato-monumento-alle-spose-del-sud-richieste-dal-nord/ >> ovvero una “pietra parlante” diventata “monumento” che ricorda e celebra le spose del sud Italia richieste dai giovanotti del centro nord, in particolare della Padania. L’occasione di questa segnalazione è dovuta ad una mini-serie televisiva di Rai Uno “La Sposa” che, appunto, ha raccontato (nel gennaio 2022) quell’epoca degli anni cinquanta, sessanta, settante e ottanta quando operai, contadini, allevatori e artigiani delle regioni centro-settentrionali italiane cercavano al sud ragazze da sposare e da avere pure come compagne di vita e di lavoro. Per farsi una famiglia.

 

Gianni aveva già messo questa “pietra parlante” alla parete esterna della casa di Giuseppina Carnuccio (08 febbraio 1945) una mia cugina andata in sposa il 25 agosto 1979 a Luciano Gambaretti (02 marzo 1940) un agricoltore della provincia di Verona. << Vinna nu bellu giuvanottu da campagna e Verona e sa levau >> cioè << E’ venuto un bel giovanotto della campagna di Verona e (dopo averla sposata) se l’è portata via >>. Nel marzo 2023 sono andato a rendere omaggio alle loro tombe e a conoscere il loro figlio Giovanni (21 giugno 1980). In quell’occasione ho avuto la possibilità di conoscere altre donne che, provenienti dai nostri paesi jonici, avevano sposato uomini di quella zona pre-montana dell’alto veronese. Erano così numerose che costituivano una piccola comunità molto solidale tra loro. Ho conosciuto pure alcuni figli di tali coppie, alcuni dei quali vanno in vacanza nei paesi delle loro madri calabresi e in qualche caso vi hanno preso pure moglie, rinnovando e rafforzando così il legame affettivo e di sangue con i paesi di origini delle loro madri. Sono ancora in contatto “whatsapp” con una di queste figlie calabro-venete, la sempre sensibile e gentile Giusy Gazzo.

4 – IL SUCCESSO DELLE PIETRE PARLANTI

In questi ultimi primi tre anni, le “pietre parlanti” di Gianni Verdiglione hanno avuto così tanto successo che addirittura vengono studiate, oltre che visitate, da innumerevoli turisti i quali così vengono a conoscenza di alcuni aspetti assai interessanti della storia e del popolo di Badolato. Letterariamente è come una specie di “Antologia di Spoon River” badolatese che mette in risalto fatti e figure che hanno caratterizzato il passato recente o remoto del borgo. Ed anche per questo tali iscrizioni diventano “pietre della memoria” comune e condivisa. La richiesta fatta da turisti e badolatesi è avere tutte queste “pietre parlanti” in un libro illustrato e con un testo di narrazione … proprio come le “guide” turistiche badolatesi (come Guerino Nisticò oppure Sonia Simpatico) raccontano le storie di eventi e personaggi legati a quella pietra.

 

E, a parte gli articoli giornalistici che vengono pubblicati periodicamente, ci sono i primi studi, poi riportati in riviste di cultura a livello nazionale come, ad esempio: << https://www.agenziainedita.it/2022/11/07/le-pietre-parlanti >>  oppure << https://www.rivieraweb.it/siete-un-paese-di-matti-visionari/ >>. Vengono a studiare e a fotografare le pietre parlanti pure studenti di vari istituti, in particolare quelli delle scuole d’arte.

5 – LE PIETRE PIU’ FAMOSE

Le pietre parlanti sono così numerose che ormai pare che non ci sia via o piazzetta che non abbia una tessera di questo “mosaico” badolatese. Come spesso accade in qualsiasi fenomeno sociale, pure riguardo queste “pietre parlanti” ci sono quelle più note o addirittura famose e, quindi, più diffuse e ricorrenti nelle citazioni giornalistiche e televisive. Un esempio: recentemente le telecamere di Rai Uno Linea Verde di sabato 11 novembre 2023 si sono soffermate sulla pietra parlante che accenna ad una grande storia d’amore tra “don Peppino e Margherita la sfida degli amanti” (definiti i “Paolo e Francesca badolatesi”) che ha destato scandalo sfidando 150 anni fa circa  i perbenisti locali e poi sulla cosiddetta “pietra dell’innamorato” riguardante la stessa coppia della seconda metà dell’Ottocento.

 

Se dovessimo attribuire un punteggio di gradimento, risulterebbe vincitrice la pietra parlante << A Peppi Naimo “Figlio non ho niente da darti, ma ti lascio il Partito Comunista” >> … un tassello molto illuminante sulla situazione socio-economica-politica delle classi umili (artigiani, operai e contadini) di questo paese che ha visto svolgersi tante accanite lotte per la terra e per una vita migliore. Infatti, una di queste pietre riguarda lo “Sciopero a rovescio” quando (tra il 1950 e il 1951) tutto il paese fu unanime nel voler “scioperare lavorando” (come in altre parti d’Italia, specialmente al sud) … per questo si denominava “sciopero a rovescio”.

Altre pietre parlanti sono dedicate “Al grande popolo curdo” (pure in ricordo dell’accoglienza ai profughi curdi della nave Ararat in Badolato borgo nel 1997-2002), ma anche a maestri artigiani come Gianni Repice  << A Gianni Repice e a Coop (1946) Stella Rossa >>, ai musicisti dei due gruppi pop-rock << Euro Universal e Vanadium >> nonché << A Terza Lista, A paese in vendita, A Mimì Lanciano >>.

Ringrazio, tanto e di vero cuore, Gianni per aver voluto ricordare pure le mie lotte per la salvezza del borgo di Badolato (come prototipo di tutti i borghi euro-mediterranei spopolati o in agonìa), in particolare dal 07 ottobre 1986 in poi.

 

E mi fa enormemente piacere che abbia voluto evidenziare, con una pietra parlante, anche il fatto che il nome Italia sia nato qui da noi, in Calabria: “Al toro bianco di re Italo”. E c’è pure un ricordo per gli amici scomparsi: “A Enrico Fierro che amò Badolato” e “Al prismatico Totò u Pirri”. Un gesto artistico e ammirevole di memoria e di riconoscenza. Quella che Verdiglione evidenzia ed onora è gente semplice, gente usurata dal lavoro e dalle lotte per la sopravvivenza, pure perché è la gente comune che rappresenta l’anima più autentica di Badolato. In particolare l’anima etica. Più di cento sono quindi le “formelle” che raccontano, quasi come le caselle di un fotoromanzo, alle nuove generazioni di badolatesi e ai turisti-visitatori-viaggiatori il come ed il perché c’è una Badolato-scrigno di tante preziosità umane e sociali. E’ un notevole contributo, questo di Gianni, per strappare con il suo rosario di gioielli etici il borgo all’abbandono, alla dimenticanza, allo sgretolamento … quasi che le sue pietre parlanti vogliano sostenere il grappolo di case del borgo contro lo sgretolamento pure edilizio oltre che demografico.

6 – LA VALORIZZAZIONE DELLE PIETRE PARLANTI

Da più parti (e anche da me) viene sollecitata una valorizzazione più sistematica delle “pietre parlanti” di Gianni Verdiglione. Infatti, non bastano i pur frequenti servizi televisivi, i tanti articoli giornalistici. Ci vuole un libro web e cartaceo che le illustri e le spieghi una per una e ne dia, poi, un valore ed un significato collettivo. Un documento del genere è indispensabile pure perché non si perda tale memoria sociale ed artistica. Colgo l’occasione per sollecitare i nostri cari lettori a farne un passa-parola e a contattare il principale protagonista di questa necessaria valorizzazione, quel dottore Guerino Nisticò che, solitamente, è la “guida” volontaria più assidua di gruppi turistici alla scoperta dell’anima di Badolato anche tramite la lettura di queste ormai numerose “pietre parlanti”. Risponde al n. 338-4709111 (pure whatsapp).

 

Ma è opportuno pure contattare lo stesso maestro Verdiglione al n. 379-2570168 (anche whatsapp). Sarebbe, inoltre, utile realizzare, quanto prima, una vera e propria conferenza per parlare dell’origine e delle ispirazioni, del valore e della comunicazione sociale delle “pietre parlanti” badolatesi pure nel contesto delle pietre parlanti che si sono avute di altri paesi e città nel corso dei secoli. Infatti, una pur sommaria ricerca su Google (nel digitare “pietre parlanti”) ci dà l’idea e la collocazione di innumerevoli esempi disseminati in Italia e nel mondo, ma anche gli studi ed i libri che ne sono stati scritti e pubblicati. Anzi, sarebbe proprio il caso che il Ministero della Cultura ne facesse addirittura un apposito CURCUITO turistico evocativo. A livello locale, regionale o nazionale. Ma pure Europeo.

7 – LE ANIME SALVE E VAGANTI DI BADOLATO

Gianni Verdiglione è un artista a tutto tondo e a 360 gradi. Ed è tempo che qualcuno si occupi della sua Arte per valorizzarla al massimo possibile. Gianni, come persona ed artista, è stato sempre molto schivo. Ama esprimersi con le sue Opere ma non autopromuoversi. E’ un artista puro al 100% ed è, sicuramente, uno dei personaggi più interessanti non soltanto calabrese o italiano, ma di livello davvero internazionale. Egli, tra le tante altre cose, si interessa, pure artisticamente, della narrazione e della evidenza delle cosiddette “Anime salve” bene illustrate dall’intellettuale fiorentino Ezio Brogi nel seguente articolo << https://www.lanuovacalabria.it/badolato-ezio-brogi-racconta-le-anime-salve-di-gianni-verdigline >>.

 

Così esordisce Ezio Brogi alle ore 19.15 di giovedì 17 agosto 2023: << “Ma siete un paese di matti visionari?” Si ricorda dicessero gli altri a quelli di Badolato. Eppure il pudore cercava di tenere nascosto il racconto delle immagini delle anime salve che salivano dalla piccola chiesetta della Provvidenza, nella parte più bassa del paese alla più alta ed imponente chiesa di San Domenico. Soprattutto nelle notti d’estate, molti quelli che nel paese bisbigliavano di vedere la mesta processione. Come una ascesa alla salvezza eterna, come fossero salite dal Purgatorio, le anime dei loro cari. Proprio come al Sabato Santo fanno i penitenti anonimi perché protetti da un cappuccio e di bianco vestiti >>. Quante cose da sapere e da scoprire dell’anima popolare badolatese!

8 – INSTALLAZIONI E PERFORMANCE

Gianni è protagonista pure di varie installazioni, di impreviste e improvvise performance artistiche, proprie di chi vive solo di arte e di cultura. Egli è tanto estroverso nella comunicazione pubblica quanto introverso nel suo mondo privato. A volte gli artisti hanno e vivono questi paradossi. Vivono gli opposti nella vita come nell’Arte. Uno di questi momenti è stato vissuto sul corso principale di Badolato, suo borgo natìo. Una manifestazione per la pace, così bene descritta in << https://www.lametino.it/Ultimora/una-lunga-striscia-di-giornali-sul-corso-di-badolato-l-innovativa-istallazione-in-nome-della-pace.html >>.

 

Non posso poi dimenticare il suo grande impegno sociale e politico a favore della gente e dei popoli più sofferenti. Eccone una recente testimonianza: << https://www.preserreedintorni.it/storie-di-migranti-a-badolato-le-provocazioni-artistiche-dello-scultore-gianni-verdiglione/ >>. Tra tanto altro, ha cercato di salvaguardare i nostri valori ambientali pure ricoprendo l’incarico di assessore nell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro qualche decennio fa, quando era più giovane e combattivo. E c’è da dire che Badolato ha sempre avuto carenza di rappresentanti nelle Istituzioni … fatte salve le legislature del senatore comunista Luigi Tropeano, che poco o niente però hanno apportato al progresso di questa nostra zona che nel 1966 uno studio istituzionale sentenziava essere … “la più depressa del giù depresso Sud” …

9 – SALUTISSIMI

Caro Tito, sul maestro Gianni Verdiglione ci sarebbe ovviamente tanto altro da dire. Con questa “Lettera n. 501” abbiano cercato di dare la nostra testimonianza di conoscenza, riconoscenza e di affetto per un personaggio davvero unico nel panorama regionale ed oltre. Chi volesse saperne di più, può cercare su internet e troverà tante altre notizie e testimonianze, come ad esempio digitando questo link << https://www.lanuovacalabria.it/lettera-a-tito-le-pietre-parlanti-di-giuseppe-mungo-a-squillace-come-quelle-di-gianni-verdiglione-a-badolato >>  lunedì 12 giugno 2023 ore 11.03) oppure << https://www.catanzaroinforma.it/inprovincia/2022/08/09/da-badolato-un-grido-di-pace-opera-effimera-del-maestro-gianni-verdiglione/256135/ >>.

 

Nello scrivere questa “Lettera n. 501” mi è venuto in mente l’Hotel 501 di Vibo Valentia che, in attività dai favolosi anni Sessanta e pur essendo di categoria quattro stelle, ha rappresentato nel corso dei decenni il punto di riferimento superiore e migliore (non soltanto per la Calabria) per ogni genere di manifestazione di prestigio e di clamore anche a livelli internazionali (leggi in <<  https://vibosport.it/gli-anni-doro-di-vibo-valentia-1972-miss-italia-al-501-hotel/ >>) . A volte la Calabria riesce a stupire là dove meno te lo aspetti (in questo caso in una delle sue zone più periferiche) … segno che si possa trarre frutto persino in un quasi deserto. Oggi il Vibonese (con le perle di Tropea, Pizzo, Capo Vaticano, ecc.) rappresenta una delle zone migliori e più attive non soltanto della Calabria. E con questa reminiscenza del 501 Hotel, saluto te e i nostri cari lettori. Alla prossima 502. Cordialità,

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, mercoledì 15 novembre 2023 ore 06.26  – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web.