La prima richiesta con cui il quartiere proponeva di consentire l’attraversamento del ponte, realizzato da privati, anche ai residenti della contrada Bellinghieri risale al 2005: soluzione ideale ma mai messa in pratica. Oggi però non è più possibile attendere. La contrada “irraggiungibile” anche per i mezzi di soccorso. Tutto ha inizio nel 2005. A scriverlo non sembra possibile, eppure le date riportate sulle decine di note inoltrate agli organi competenti non mentono. Il “caso”, perché è così che deve essere definito, anche se ormai molti di questi casi sono la quotidianità, riguarda gli abitanti di Contrada Bellinghieri, a Zafferia. I cittadini, infatti, per poter accedere o uscire dalle loro abitazioni, sono costretti ad attraversare l’alveo dell’omonimo torrente, rimanendo isolati (come avvenuto in occasione dell’alluvione dello scorso 1.marzo), quando il corso d’acqua è “in piena” e il passaggio è evidentemente impossibile. Ma al danno, come spesso avviene, si aggiunge anche la beffa: perché a distanza di circa 100 metri dal punto in cui le persone attraversano, è presente un ponte di accesso ad una proprietà privata che apportando qualche minimo accorgimento potrebbe rappresentare la soluzione anche per i cittadini della “intrappolata” contrada. Facciamo però un passo indietro di sei anni: per consentire un agevole passaggio verso la Sp 40, l’intervento da realizzare, secondo le stime di allora, si attestava intorno ai 600 mila euro. La contestuale costruzione di questo ponticello privato, spinse l’allora circoscrizione “Calispera”, oggi II quartiere, a chiedere che anche i cittadini di contrada Bellinghieri potessero utilizzare il medesimo attraversamento, accorciando i tempi e risparmiando. Per farlo, come scritto nelle note del 2005, 2007, 2009, 2010 , fino ad oggi, 2011, sarebbe stato sufficiente ricavare lungo il lato destro del ponte privato, nel frattempo costruito, una “pista” per collegare alla strada di accesso delle abitazioni. Soluzione da tutti considerata “ideale” ma poi mai messa in pratica. E arriviamo ai giorni nostri. Della questione è stato direttamente interessato l’assessore all’urbanistica Corvaja su sollecitazione del presidente della II circoscrizione Di Blasi, che ben conosce i problemi vissuti dai cittadini, fautori, negli anni scorsi, di una raccolta firme e della presentazione di un esposto in Procura. La richiesta, come ben spiegato nelle ultime note del quartiere datate 8 e 11 settembre, e in quella dello scorso aprile del consigliere Nicola Cucinotta, non cambia: consentire l’attraversamento di quel ponte anche per contrada Bellinghieri. La situazione, infatti, oltre ad assumere contorni paradossali, come riconosciuto dai tanti tecnici comunali che negli anni hanno effettuato i sopralluoghi, è al limite del rischio, anche perché, allo stato attuale, la contrada non è raggiungibile nemmeno dai mezzi di soccorso.
Tempostretto.it – (ELENA DE PASQUALE)
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