OLYMPUS DIGITAL CAMERA Di seguito il testo integrale della nota diffusa da Vincenzo Parisi, Consigliere Comunale Catania, : <<Possiamo chiamarle come vogliamo: zone franche, terra di nessuno, aree degradate. L’unica certezza e che rappresentano la nuova frontiera per ladri e vandali. In tutta Catania ci sono almeno una trentina di siti tra case, ex scuole, palazzi, capannoni e fabbriche in disuso e che sono stati trasformati in covi per la criminalità cosìddetta “spicciola”. Immobili letteralmente devastati dalle continue visite dei delinquenti che si concentrano soprattutto sul materiale ferroso e su quello elettrico. L’amministrazione certamente non trascura i suoi beni ma occorrono politiche e iniziative adeguate per riportare a nuova vita strutture che ora rappresentano solo una ferita aperta per l’intera collettività. Impianti che potrebbero essere recuperati con fondi pubblici, privati o provenienti dalla comunità europea e trasformati in “cittadelle della speranza”. Ovvero centri di accoglienza per senza tetto o extracomunitari. Uno dei più grandi impianti è sicuramente l’ex plesso della “Vitaliano Brancati” dello stradale San Teodoro.

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Un edificio completamente smontato dai ladri e che, ancora oggi, è in mano ai criminali. Da qui l’inizio di un progetto che miri a riqualificare l’area e consegnarla successivamente alle onlus cittadine. Un primo passo per assicurare controlli e vigilanza a luoghi finiti nel mirino della delinquenza e, allo stesso tempo, dare una speranza ad una umanità caduta in disgrazia che ha il diritto di condurre una vita più dignitosa di quella attuale. Questa iniziativa mira a coinvolgere la Caritas e le altre associazioni del settore per aiutare queste persone. Uomini, donne e ragazzini che non possono continuare a sopravvivere in condizioni igieniche estreme come quelle che si possono vedere in Corso Sicilia, piazza Verga, piazza Santa Maria di Gesù e la zona della stazione. Non solo, una volta che il sito di Librino sia diventato abitabile e funzionante, si potrebbero trasformare i tanti terreni abbandonati circostanti in orti sociali coltivati dagli stessi ospiti del centro. Un’opportunità concreta, che vada oltre la semplice accoglienza, e che gli permetta ricominciare una nuova vita.>>

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