Cattedrale di MateraMeraviglioso gioiello dell’arte romanico-pugliese, la Cattedrale di Matera, rimasta chiusa per restauri a seguito di un crollo di alcuni cornicioni nel 2003, ha riaperto i battenti lo scorso 5 marzo affinché il pubblico ne possa contemplare l’intera sua magnificenza. Siffatta attività tuttavia manca di prodursi nella sua interezza, poiché chi voglia effettuare delle foto ricordo, viene di fatto impedito dagli operatori della sicurezza, i quali indicano dapprima un cartello all’ingresso, nel quale sono illustrati tutti i divieti, ed in seguito si oppongono quasi fisicamente dissuadendo chiunque dall’intento di immortalare opere dall’elevato interesse storico-artistico. La decisione è stata presa dal parroco don Francesco Di Lecce in aperto contrasto con la normativa nazionale, precisamente col Decreto Legge del 31 maggio 2014, n. 83, convertito nella Legge n° 106 del 29 luglio 2014, recante “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, e lo sviluppo della cultura ed il rilancio del turismo”, al cui articolo 12, comma 3, così stabilisce: “Al fine di semplificare e razionalizzare le norme sulla riproduzione di beni culturali, al Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche: b) all’articolo 108, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente: “3-bis. Sono in ogni caso libere le seguenti attività, svolte senza scopo di lucro, per finalità di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione della conoscenza del patrimonio culturale:1) la riproduzione di beni culturali diversi dai beni bibliografici e archivistici attuata con modalità che non comportino alcun contatto fisico con il bene, né l’esposizione dello stesso a sorgenti luminose né, all’interno degli istituti della cultura, né l’uso di stativi o treppiedi;2) la divulgazione con qualsiasi mezzo delle immagini di beni culturali, legittimamente acquisite, in modo da non poter essere ulteriormente riprodotte a scopo di lucro, neanche indiretto”. Al momento non si conoscono i motivi di siffatto provvedimento, né vi è stata una dichiarazione del medesimo parroco, ma sicuramente i molti visitatori hanno avuto di che obiettare, poiché un’opera mirabile, quale la Cattedrale materana, il cui finanziamento regionale ammonta complessivamente ad oltre sei milioni di euro, rappresenta un patrimonio comune a tutti, data anche la decisione di proclamare la città dei sassi capitale europea della cultura nel 2019, e di conseguenza la riproduzione di immagini effettuate senza flash o luci artificiali da smartphone o da fotocamere a risoluzione medio-bassa non solo si mostra di innocuo pregiudizio alle realizzazioni iconografiche ivi esposte, ma diventa anche veicolo di diffusione nonché di invito ad incrementare il turismo in una città, che sta faticosamente uscendo dalla situazione di crisi economica nazionale grazie ad una politica di accoglienza turistica, che rischia di essere scoraggiata e vanificata da disposizioni unilaterali di soggetti, i quali, percependo parte del patrimonio storico-artistico pubblico come una componente privatistica, per la quale dispongono a proprio piacimento, di fatto arrecano con il loro comportamento un danno economico-sociale ad un luogo, che per la sua storia, le sue tradizioni, la sua cultura, i suoi monumenti non appartiene soltanto ai suoi residenti ed alla Basilicata, ma perfino e soprattutto all’umanità intera.

 

Foti Rodrigo

 

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