Diciamo subito “grazie!” allo scrittore Giovanni Russo di Polistena per avere dato alla Calabria principalmente, ma anche all’intero mondo della musica, uno strumento di conoscenza e di orgoglio quale è il suo volume “Bande musicali calabresi – Storia, cronache, uniformi e immagini di 300 antiche formazioni musicali”. Grazie, perché alla nostra Calabria mancava uno studio capillare così concepito, una ricognizione paese per paese quale non hanno ancora regioni italiane più blasonate dove l’attività bandistica ha, pure attualmente, molte più risorse e tradizioni che da noi. Grazie, per l’immane lavoro svolto, durato anni e anni di ricerche puntigliose, di fatica intellettuale ed economica, frutto di una grande passione sociale e di una vocazione culturale che pochi oggi hanno.

 

Cominciamo dai numeri, che possono dare almeno un’idea della consistenza di tale pubblicazione fresca di stampa. Il volume misura cm 21x29x3 e le pagine sono 576. I luoghi rappresentati e riportati in ordine alfabetico sono 298 tra città, paesi e addirittura frazioni dove, negli ultimi due secoli, sia nata ed abbia operato una banda musicale degna di questo nome, anche se, poi, bisognerebbe suddividere tali formazioni, grosso modo, in bande primarie (quelle più importanti che sono solite esibirsi in altre regioni e persino all’estero), bande di “giro” (quelle che vengono chiamate in altri centri della propria regione e nelle regioni limitrofe), bande locali (medie, piccole, bandicine) e fanfare. Tutte, però, con una propria lodevole funzione socio-pedagogica significativa quando ancora non c’erano i multimedia di adesso per educarsi alla bellezza dell’arte più affascinante e “democratica” del mondo quale è sempre stata la musica che, più di tutte le altre arti accompagna, esalta o conforta ognuno di noi dalla nascita alla morte, caratterizzando soprattutto una comunità nella sua migliore anima espressiva. Il racconto, ben documentato con la scrupolosa indicazione delle fonti storiografiche, è corredato da ben 337 immagini in totali (comprese le tre della prima e della quarta pagina di copertina) tutte d’epoca: 224 sono le foto in bianco e nero e 113 quelle a colori (riguardano documenti di archivio relativi ai figurini delle sempre eleganti divise e alle loro descrizioni sartoriali), 152 le formazioni bandistiche raffigurate e 69 foto di maestri direttori di banda, alcuni dei quali hanno avuto molto successo nel resto d’Italia e persino all’estero.

 

Come si può notare, più che un semplice libro questo delle “Bande musicali calabresi” di Giovanni Russo è un vero e proprio trattato che riporta non soltanto il censimento delle formazioni calabresi, ma anche la cronaca e i resoconti, tratti prevalentemente dai giornali dell’epoca, dei concerti e delle partecipazioni nei più diversi contesti con annotazioni tali da costituire altre preziosissime istantanee storiche, sociologiche, antropologiche del “come eravamo” in Calabria tra Ottocento e Novecento. Un testo, quindi, che non dovrebbe mancare principalmente nelle biblioteche pubbliche di ogni città e paese, ma anche nelle case dei calabresi, specialmente di quelli più sensibili a questi temi socio-musicali.

 

In particolare, l’Autore ha inteso evidenziare come, quando, quanto e perché la propria famiglia, da numerose e validissime generazioni, sia stata protagonista ed animatrice dello Storico Complesso Bandistico “Città di Polistena” certamente uno dei più gloriosi non soltanto della Calabria ma di tutto il Sud Italia. Un omaggio dovuto, questo, pure dal punto di vista affettivo oltre che culturale. Figlio d’arte, dunque, Giovanni Russo che è uno dei personaggi più attivi ed importanti nell’attuale settore socio-culturale calabrese, per numerosi e validi motivi: dirige ed arricchisce enormemente dal 1974 la Biblioteca Comunale di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, ha fondato e dirige il Museo Civico, ha al suo attivo decine e decine di pubblicazioni a stampa di largo interesse, ha fondato e presiede il Centro Studi Polistenesi, collabora e corrisponde con insigni studiosi e con varie testate giornalistiche. Un vero e proprio “gigante della Calabria” Giovanni Russo con una vita tutta e intensamente dedicata alla cultura, degno di lode ed ulteriore incoraggiamento perché non è facile impegnarsi a tempo pieno e alacremente in un settore così tanto difficile quanto però utile e necessario a tutti i popoli, ma a quello nostro calabrese oltremodo necessario ed indispensabile per significare ancora qualcosa in Italia e in un mondo sempre più globalizzato.

 

Domenico Lanciano

 

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