Pubblichiamo di seguito la nota stampa della Uil di Crotone a firma di Fabio Tomaino: <<Mai come in questa circostanza abbiamo osservato un soggetto che in maniera attenta ed oculata esprime il proprio impegno su una tematica che, purtroppo, il territorio vive con una inspiegabile inerzia. L’iniziativa, a suo tempo assunta, da Confindustria Crotone di acquistare quote per poi utilizzarle nella gestione diretta dell’aeroporto S.Anna meritava allora il nostro consenso, così come la nostra considerazione per le innumerevoli difficoltà che non hanno tardato a materializzarsi fin dal primo momento: la mancata ricapitalizzazione di circa il 13% delle quote, il prevedibile ritardo da parte della Regione nel versamento della sua quota parte e l’assenza di un piano industriale che pianificasse le decisioni organizzative e gestionali, e che agevolasse una programmazione pluriennale di finanziamenti pubblici, come giustamente rivendica il Presidente di Confindustria Crotone. Tutte questioni che condividiamo e che sosterremo nelle fasi di un confronto che auspichiamo immediato e non oltremodo procrastinabile, non ultima la convocazione del Consiglio Provinciale con un solo punto all’ordine del giorno, “cancellazione dei voli di linea e pericolo chiusura dell’aeroporto Pitagora di S.Anna con relativo rischio di isolamento del territorio, provvedimenti”. Proprio partendo da questo importante appuntamento istituzionale, dovremo compiere un grande sforzo unitario per superare le difficoltà esistenti ma, soprattutto, per condividere un piano di rilancio che ponga la questione dell’aeroporto assolutamente prioritaria nelle fasi di uno sviluppo ancora possibile del territorio.
Ci convincono le riflessioni del Presidente di Confindustria sui legami che l’infrastruttura aeroportuale può e deve realizzare nelle ipotesi di sviluppo che in diverse circostanze abbiamo sottoscritto e che mai abbiamo potuto realizzare grazie, soprattutto, ad una inerzia politico-istituzionale che è riuscita a determinare una sorta di invalicabile stagnazione. Del resto, se siamo giunti ad un punto di non ritorno e se per davvero pare essersi riaperto un interesse di natura istituzionale intorno al destino dello scalo di S.Anna, lo verificheremo già nelle prossime ore.
E’, però, davvero deprimente osservare che mentre noi dobbiamo fare i conti con le miserie quotidiane, in una Regione non lontanissima come la Puglia, proprio utilizzando e rilanciando il sistema infrastrutturale veloce, venga promossa la realizzazione delle cosiddette comunità virtuali, specificatamente rivolte al mondo delle imprese minori e delle professioni per mettere a disposizione degli operatori economici competenze specialistiche in grado di elevare i livelli di innovazione e di competitività, ma anche di propensione alla cooperazione orizzontale e verticale, puntando sull’utilizzo delle energie rinnovabili e sulla realizzazione di una Green Economy in grado di valorizzare le capacità e le vocazioni produttive dei territori. Insomma, una programmazione che punta alle eccellenze nei settori del turismo, dell’agricoltura, dei beni culturali ed ambientali, delle attività produttive e della conquista di nuovi ed imprevedibili mercati. Scontata la realizzazione ed il coinvolgimento di una rete unitaria delle pubbliche amministrazioni regionali, nonché di reti civiche comunali ed intercomunali. Esse potranno favorire sia la valorizzazione del patrimonio di conoscenze tacite ed informali dei singoli territori, sia a promuovere lo sviluppo di relazioni di cooperazione più ampie e qualificate, costruendo un ponte concreto fra le istituzioni pubbliche ed i cittadini. Si chiamano “business net-community” e favoriranno la condivisione di obiettivi e di culture comuni. Per assicurare questo risultato, si deve puntere sul coinvolgimento delle associazioni di categoria, delle imprese, degli ordini e dei collegi.
Sarebbe davvero paradossale che proprio un territorio come il nostro, dove la produzione di energia, tradizionale e rinnovabile, occupa una postazione di primissimo piano nello scenario nazionale, rinunciasse ad una ipotesi di sviluppo che in Europa ha già determinato la realizzazione di oltre duecentomila posti di lavoro nel 2012. Così come irrealizzabili sarebbero talune ipotesi di sviluppo se non sostenute da una mobilità veloce, in grado di rendere immediatamente appetibili e, quindi, fruibili le offerte del territorio.
Tantissimi altri potrebbero essere gli argomenti a sostegno della difesa e del rilancio del S.Anna, noi ci limitiamo ad osservare che la sua definitiva chiusura sarebbe un colpo davvero mortale a qualsiasi ipotesi di crescita e di sviluppo del territorio.>>