Due cadaveri sono stati individuati a bordo della Costa Concordia naufragata due giorni fa. Il ritrovamento, nella parte sommersa della poppa della nave, è stato fatto dai sommozzatori della Guardia Costiera. Sale dunque a cinque il bilancio provvisorio delle vittime. I cadaveri individuati dai sub della Guardia Costiera nella nave Concordia sono di due uomini anziani. I corpi, secondo quanto si apprende, sono stati ritrovati in una cabina con indosso i giubbotti salvagente.

 

E’ corsa contro il tempo per cercare coloro che ancora mancano all’appello e che possono trovarsi sulla Concordia, naufragata venerdi’ sera davanti all’Isola del Giglio. Mancherebbero all’appello 15 persone.

 

Intanto il capitano Francesco Schettino e’ stato fermato per pericolo di fuga e possibile inquinamento delle prove.

 

Stamattina due giapponesi, un uomo e una donna, che erano sul traghetto, si sono presentati, in mattinata, in un commissariato di polizia a Roma, sani e salvi. I due giapponesi, ha spiegato il prefetto di Grosseto, si sono presentati con altri due connazionali: evidentemente ieri erano riusciti a salire a bordo dei pullman senza essere identificati, come invece era stato fatto per i

loro compagni di viaggio.

 

Stanno bene ed hanno gia’ lasciato l’ospedale di Orbetello alla volta di Roma due sposini coreani di 29 anni, in luna di miele. La coppia e’ stata tratta in salvo nella notte all’interno della nave. Erano intrappolati nella loro cabina.

 

Il lavoro senza sosta dei vigili del fuoco ha permesso di raggiungere sulla nave, verso le 9,40, anche una terza persona. E’ un membro dell’equipaggio ed e’ il capo commissario di Bordo Marrico Giampetroni, bloccato sul ponte 3 della nave.

 

Secondo quanto si e’ appreso, il commissario di Bordo e’ stato rintracciato seguendo i rumori che sono stati avvertiti dai Vigili del Fuoco mentre ispezionavano la nave. L’area in cui si trovava il superstite e’ in parte allagata e corrisponderebbe alla parte della nave che si trova al livello dell’acqua del mare. La presenza di materiali pericolanti ha reso particolarmente difficile l’operazione e ha contribuito a ritardare il salvataggio.

 

Nell’ispezione si procede anche facendo un confronto fra l’elenco dei nominativi e delle rispettive assegnazioni delle cabine, rispetto ai presunti dispersi di cui si ha conoscenza in questo momento.

 

Sulla nave si erano imbarcate complessivamente 4.234 persone.

 

E’ dello scorso agosto una e-mail del sindaco dell’Isola del Giglio. ”Non potevo esimermi dall’inviarLe un messaggio di compiacimento a nome di tutta la nostra comunita’, compresi i graditi ospiti turisti, omaggiati da questo importante evento”, scriveva il sindaco Sergio Ortelli il 9 agosto scorso all’allora comandante della Concordia Massimo Callisto Garbarino. L’email e’ stata pubblicata sul sito Giglio News. Ma il sindaco ora precisa che il saluto ”non e’ una prassi”.

 

PROCURA GROSSETO,SCATOLA NERA STA PARLANDO – La scatola nera della nave Costa Concordia sta già ‘parlando’. L’ha riferito il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, rendendo noto che l’esame della scatola è in corso e sarà completato in un paio di giorni. Emergerebbe una differenza di un’ora tra l’impatto alle 21 e 45 e l’allarme alla Guardia costiera circa delle 22 e 43. Il procuratore Verusio ha spiegato che la scatola nera è “importante in particolare sia per conoscere i comandi dati dal comandante della nave dal momento dell’impatto contro lo scoglio in poi, sia per sapere quali comunicazioni ci sono state tra la nave e la capitaneria di porto di Livorno a seguito dell’incidente”. La scatola nera è all’esame degli specialisti della Guardia Costiera ed è considerata dagli investigatori un punto di partenza dell’inchiesta.

 

”La nave Costa Concordia era a soli 150 metri dalla riva. Una distanza incredibilmente vicina. Stiamo facendo anche accertamenti satellitari per stabilirla con esattezza”. Lo ha riferito il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, che coordina le indagini del naufragio all’Isola del Giglio. Il procuratore Verusio ha commentato anche che, dove la Concordia ha urtato lo scoglio, “il fondale è irregolare, molto scosceso, non è piatto, né sabbioso ma denso di rocce e scogli. Quindi molto pericoloso da transitare”. Anche per questo, è stato spiegato, l’inchiesta intende approfondire eventuali elementi di negligenza da parte del capitano della nave. Lo scoglio colpito dalla Concordia è conosciuto dai marinai come Le Scole.

Fonte: Ansa.it

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