salvatore-mongiardo-filosofo-soverato-di-calabria-2007L’Università delle Generazioni si occupa spesso di diffondere e far conoscere gli “scritti brevi” del filosofo calabrese Salvatore Mongiardo, al quale ha recentemente suggerito di raccogliere queste pagine in un unico volume … magari intitolato “LE PERLE DI SALVATORE MONGIARDO”. Trovata l’approvazione dell’Autore a tale progetto editoriale ed in attesa del primo volume, l’Università delle Generazioni prova qui ad evidenziare tre di queste “Perle” in ordine di data: Appello ai Popoli di Gran Bretagna (26 febbraio 2019) – Festa della donna 2019 (8 marzo) e Il segreto di Cassiodoro (10 marzo).

 Appello ai Popoli di Gran Bretagna

Cari Amici, mi appello a Voi per invitarvi a riconsiderare il referendum per la Brexit e a votarne uno nuovo per rimanere nell’Unione Europea. Voi, a causa di un referendum avventato, state andando contro la storia che porta verso l’unità del genere umano.

Il mio appello alle vostre coscienze è dettato da ragioni personali e culturali.

Personali perché mia figlia Gabriella è di madre inglese, e tutta la nostra parentela ha votato per rimanere nell’Unione Europea.

Le ragioni culturali, invece, derivano dalla comune origine del Regno di Inghilterra e del Regno di Napoli, ambedue fondati dai Normanni, il popolo che impiantò il feudalesimo nel Sud Italia. Quell’impianto andò contro la nostra storia: i Normanni instaurarono la servitù della gleba dove era nata la libertà. Le Tavole di Zaleuco di Locri, le prime leggi dell’Occidente scritte nel 630 avanti Cristo circa, sancirono la libertà di tutti gli uomini e tutte le donne.

Vi scrivo dalla Calabria, dove fiorì anche la Scuola di Pitagora, che predicò e praticò la koinonìa, la comunità di vita e di beni. La vostra cultura anglosassone tende, invece, alla vita chiusa in circoli e club che escludono gli altri. Ma lo sgretolamento dell’impero inglese, che andava dall’America all’Africa all’India, dimostra che la separazione dei popoli non funziona. Così come non funzionò a suo tempo il Vallo di Adriano, costruito proprio nella vostra terra.

L’assassinio della martire Jo Cox, il 16 giugno 2016, mi colpì dolorosamente mentre a Roma tenevamo una riunione della Nuova Scuola Pitagorica: questo mio appello si ispira a quella magnifica donna. Io sono convinto che aiutare il mondo, cioè gli altri, sia la regola per una vita felice. Molti sono i problemi che oggi affliggono l’umanità e voi, con la vostra esperienza, potete aiutare validamente l’Europa e il mondo: non chiudetevi!

Oggi è finito il vento freddo di grecale che da giorni soffiava nel Golfo di Squillace e vedo il Mare Jonio brillare di azzurro fino a Crotone, dove Pitagora insegnò che senza la vita comune, in amicizia e senza competitività, nessun modello politico o sociale può funzionare.

Spero che i miei auguri blujonici giungano fino alle coste di Gran Bretagna.

Evoè!

Salvatore Mongiardo

Scolarca della Nuova Scuola Pitagorica

26 febbraio 2019

Appeal to the people of Great Britain

Dear friends,

I appeal to you to invite you to reconsider the Brexit referendum and to vote for a new one to stay in the European Union. You, because of a reckless referendum, are going against the history that leads to the unity of mankind.

My appeal to your consciences is dictated by personal and cultural reasons. Personal because my daughter Gabriella’s mother was English, and all our kinship has voted to stay in the European Union.

The cultural reasons, however, derive from the common origin of the Kingdom of England and the Kingdom of Naples, both founded by the Normans, the people who implanted feudalism in southern Italy. That plant went against our history: the Normans established serfdom where freedom was born. The Tavole of Zaleuco of Locri, the first laws of the West written in about 630 BC, sanctioned the freedom of all men and women.

I am writing to you from Calabria, where the School of Pythagoras also flourished, which preached and practiced koinonìa, the community of life and goods. On the other hand, your Anglo-Saxon culture tends towards closed life in clubs that exclude others. But the disintegration of the British empire, which went from America to Africa to India, shows that the separation of peoples does not work. Just as Hadrian’s Wall, built right in your land, did not work at the time.

The assassination of the martyr Jo Cox, 16 June 2016, struck me painfully while in Rome we held a meeting of the New Pythagorean School: this appeal of mine is inspired by that magnificent woman. I am convinced that helping the world, that is, the others, is the rule for a happy life. Many are the problems that today afflict humanity and you, with your experience, can help validly Europe and the world: do not close!

Today the cold Nor’easter wind has ended, which for days has been blowing in the Gulf of Squillace and I see the Ionian Sea shining blue until Crotone, where Pythagoras taught that without the common life, in friendship and without competitiveness, no political or social model can work.

I hope my blujonic good wishes reach the shores of Great Britain. Evoè.

Salvatore Mongiardo

February 28th, 2019

VIA F. CAMINITI 15

88068 SOVERATO – CZ – ITALIA

Cell: +39 348 78 20 212

mongiardosalvatore@gmail.com

www.nuovasccuolapitagorica.org

Festa delle Donne 8 marzo 2019

Omaggio alle Prostitute

La Donna per Pitagora è elemento centrale della vita, equilibratrice e pacificatrice, dispensatrice di vita, benevolenza e umanità. La donna inoltre è per Pitagora più vicina alla divinità perché detentrice naturale della giustezza: fa e da spontaneamente parti uguali a tutti, e perciò ha maggiore dignità del maschio. Per questo ho dichiarato il 2016 primo anno dell’Era della Donna, lei che porterà l’umanità al grande cambiamento.

Voglio però quest’anno rendere omaggio a quella categoria di donne che, dall’inizio del mondo, hanno sopportato quanto di peggio i maschi hanno fatto in perdizione, ubriachezza, sozzura, infezione, malattie, disprezzo, emarginazione, sfruttamento e a volte assassinio: le Prostitute.

Non le prostitute sono puttane: puttana è il maschio che ha fatto tanto male a quelle eroine sconosciute, quelle che Cristo accoglieva per asciugare le loro lacrime.

Quando l’umanità, spero presto, prenderà coscienza di quest’orrore, dovrà innalzare un monumento per chiedere perdono a quella moltitudine di donne che hanno sopportato il degrado peggiore della storia umana.

Spero che qualcuno accolga quest’appello e si faccia promotore di un monumento per onorare le prostitute. Evoè!

Salvatore Mongiardo

8 marzo 2019

Il segreto di Cassiodoro

Un segreto riguardante Cassiodoro è arrivato a me pochi giorni fa. Mi trovavo al Mulinum di San Floro, dove ho conosciuto l’avvocato Antonio Prejanò, nato a Catanzaro nel 1953. Egli risiede a Copanello, a poca distanza dalla chiesetta – di cui si vedono ancora le fondamenta – detta di San Martino, con abside rigorosamente volta a oriente. Accanto a quella chiesetta, intorno al 1950, fu scoperto il sarcofago chiamato Tomba di Cassiodoro.

Cassiodoro (485-580 d. C.), originario di Squillace, nobile e coltissimo fu per decenni ministro dei re Goti a Ravenna, in particolare Teodorico, finché, stanco di politica e guerre, si ritirò nella natìa Squillace nel 554 d. C., dove fondò il Vivarium, che significa peschiera. Ancora oggi sono visibili i contorni rocciosi degli scogli affioranti dal mare di Copanello, dove si rinchiudevano i pesci vivi, specialmente cefali. Quei pesci erano destinati alla mensa dei cenobiti che seguirono Cassiodoro. Egli istituì lì uno scriptorium per la raccolta e la copiatura di manoscritti, che, assieme a quello dei benedettini, fece da modello ai monasteri medievali. Basti ricordare che dal Vivarium proveniva il cosiddetto Codex Grandior, che fece da modello in Europa per le riproduzioni più importanti della Bibbia fino alla stampa di Gutenberg (1455).

Per inciso, ricordo che il romanzo Il quinto evangelio di Mario Pomilio (1975), capostipite dei romanzi con monasteri, biblioteche e cattedrali, prende le mosse dallo scriptorium del Vivarium e fu seguito da Il nome della rosa di Umberto Eco (1980) e da tanti altri.

I monaci del Vivarium copiavano i codici su pergamena, cioè pelle di pecora o capra, che facevano con inchiostro di seppia, di ottima qualità e di color marrone tendente al rossiccio. Qui entra in scena Antonio Prejanò, la cui nonna materna era Maria Piccinné, discendente di un nobile francese che, sotto gli Angioini (circa 1300-1400 d.C.), aveva sposato a Stalettì l’ultima discendente della famiglia di Cassiodoro. Antonio riporta queste informazioni sentite in famiglia da bambino, quando vedeva ancora la pesca delle seppie fatta da due famiglie di pescatori di Stalettì, Accorinti e Garofalo. La pesca vista da Prejanò avveniva intorno al 1960, quando però il prezioso inchiostro di seppia non era più usato per copiare codici, ma finiva in mare o in cucina.

Dunque, il breve pendio che dalla chiesetta di San Martino arriva al mare, era allora ricoperto di erica arborea dai profumati fiori bianchi, arbusto sempreverde. La sua radica, molto forte e marezzata, è usata in ebanisteria per oggetti di pregio, specie le pipe. L’erica è leggermente appiccicosa e i pescatori ne mettevano dei rami dentro le nasse o ne facevano delle fascine che buttavano in mare legate a una pietra vicino agli scogli. Le seppie risalgono dalle profondità marine tra gennaio e aprile per deporre le uova. In tale stagione i pescatori ponevano in mare le nasse nelle quali le femmine entravano per deporre le uova, e così venivano catturate. Oppure le pescavano con le reti calate vicino alle fascine: era questa la pesca più ricca perché richiamava i maschi che si lottavano tra di loro. Prejanò ricorda la pesca di un esemplare di otto chili, fatta da Giuseppe Bocchino.

I pescatori di Stalettì, il paese che sorge sul promontorio di Copanello, ancora nel 1960 dicevano che l’inchiostro di seppia era il vero tesoro di Cassiodoro, perché permetteva la trascrizione dei numerosi codici. Essi riferivano una tecnica usata nell’antichità per salvare l’inchiostro, impedendo alla seppia di versarlo per nascondersi. I pescatori antichi, difatti, usavano un bastoncino che infilavano nell’orifizio anale della seppia, collegato alla sacca dell’inchiostro, e così l’inchiostro non fuoriusciva. Tanto mi è confermato da Antonio Longo, pescatore di Soverato, dove è nato il 20 giugno 1977.

Da casa mia a Soverato vedo il promontorio di Copanello e penso alla fatica dell’evoluzione umana. La seppia cerca di riprodursi, il pescatore la cattura, il monaco di Cassiodoro scrive la Bibbia, Gutenberg la stampa, Lutero la traduce in tedesco, il mondo è pieno di copie in tutte le lingue, ma è senza pace come ai tempi di Cassiodoro e della Bibbia. Sono cosciente, ma non affranto, perché so che il grande cambiamento evolutivo è vicino.

Salvatore Mongiardo

10 marzo 2019 – stop

 

 

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