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Una tradizione antichissima, quella della “carusa”, o meglio della tosatura delle pecore che attrae ogni anno tanti visitatori e porta nelle aziende agricole gente di ogni età. Una dimostrazione in piena regola, farcita dalla presenza di tanti ragazzi incuriositi ed esperti del settore che credono nello sviluppo delle aree interne attraverso le tipicità locali. Ad aprire i cancelli dei loro greggi sono stati i proprietari dell’azienda agricola della famiglia “Rotiroti”, grazie all’iniziativa promossa dai rappresentanti del consorzio “Valorizzazione e tutela della Nocciola di Calabria” che ha sede a Torre di Ruggiero. Si è trattato, comunque, di un primo passo verso quello che è un progetto importante, condiviso anche dai sindaci presenti alla giornata di festa. Organismo che mette assieme operatori del comparto agricolo, presieduto da Giuseppe Rotiroti, con vicepresidente Piero Martelli. Consorzio torrese che lavora in stretta sinergia con gli amministratori locali, perché alla giornata dedicata alla tosatura delle pecore erano presenti i sindaci di Chiaravalle Centrale (Gregorio Tino), di Cardinale (Amedeo Orlando) e Giuseppe Pitaro per Torre di Ruggiero. Amministrazioni locali pronte ad aprirsi al territorio e scommettere sull’opportunità data dai progetti che guardano favorevolmente alle fattorie didattiche e alla possibilità di fare entrare le scuole nelle aziende agricole. Sindaci propensi a questo genere di discorso e, per questo, si sentono motivati a farsi carico delle istanze che sono arrivate dal mondo del lavoro e delle famiglie attraverso il coinvolgimento di altre agenzie deputate allo sviluppo locale, come il Gal. Giuseppe Rotiroti, presidente del consorzio, ha parlato dell’esperienza positiva con gli agricoltori del nocciolo e, quindi, ripetibile con gli allevatori che hanno le pecore, il latte il formaggio e tutti i derivati caseari. Numerose le rappresentanze degli organismi sindacali di categoria con pastori e allevatori scesi dalle montagne delle Preserre per il tradizionale appuntamento che richiama numerosi ospiti. Dopo il lavoro dei pastori intenti alla “carusa” i festeggiamenti sono continuati tra divertimento e degustazione di piatti tipici della cucina dell’area delle Preserre.(v.i.)

Fonte: Gazzetta del Sud

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