foto 4“Se riapriamo le porte alla Politica e privilegiamo il discorso pubblico nell”agorà rispetto agli incontri a uno a uno nel Palazzo o in qualche retrobottega, la partecipazione e il valore del bene comune si imporranno nel governo della città rispetto alla conservazione dell’esistente, al trasformismo e agli interessi minimi”. Così Carmelo Briguglio, presidente dell’associazione Scuola Politica ha concluso l’incontro che si è tenuto a Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina sul tema “Culture politiche e governo della città”. Al dibattito hanno partecipato rappresentanti delle aree politiche e della società civile taorminese: Sergio Cavallaro, Mario D’Agostino, Alessia De Francesca, Bruno De Vita e Carla Santoro, ai quali si è aggiunto Italo Mennella. Ha moderato lo stesso Briguglio. Sergio Cavallaro ha messo l’accento sul “valore delle culture e delle forze politiche nello stesso disegno della Costituzione e sui pericoli ai quali il celarsi delle forze politiche dietro le liste civiche.

foto 3Di qui la necessità – ha aggiunto l’esponente del Pd – di rilanciare il ruolo dei partiti e alle categorie di appartenenza e coerenza anche nel confronto sulla gestione della cosa pubblica e su tematiche all’ordine del giorno qual ‘è quella dei rifiuti urbani”. Mario D’Agostino, leader cittadino dell’Udc, si è soffermato sulla necessità che ci siano “molteplici spazi di confronto alla luce del sole tra partiti, movimenti e categorie, e sul valore del dialogo tra culture politiche differenti, anche tra aree maggioritarie e minoranze. Solo così si potrà apprezzare il significato della coerenza che in politica si è oscurata e della cultura che è una grande risorsa largamente sottovalutata dalle amministrazioni locali”. Invece Carla Santoro, dirigente scolastica per il distretto di Taormina, ha sottolineato la necessita di “avere classi dirigenti preparate, all’altezza dei compiti difficili che oggi sono chiamati ad affrontare e questo è un dovere della Politica. L’istruzione è la Cenerentola nei bilanci e nei governi locali, gli edifici scolastici sono trascurati, la mensa non dà voti e invece abbiamo bisogno a politici che non si facciano dettare l’agenda dai burocrati e guardino non alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni”. Alessia De Francesco, vice presidente dell’ordine degli architetti, ha detto che”i tecnici possono assumersi responsabilità nell’orientare i processi di cambiamento nell’urbanistica della città e gli ordini professionali in una città come Taormina, in cui per responsabilità locali e regionali, manca da 30 anni il piano regolatore generale, e comunque qualunque visione di programmazione”. Anche Bruno De Vita, coordinatore del gruppo fondatore del nascente Fdi-An, ha detto che “bisogna rilanciare il ruolo dei partiti come serbatoi di idee e di formazione politica, ce n’è bisogno in particolare a Taormina dove il problema non sono le liste civiche se e quando hanno un’identità riconoscibile come aggregazioni a cui contribuiscono le forze politiche insieme a gruppi sociali con un programma condiviso. L’importante è che nel governo della città la politica mantenga il primato, i programmi siano rispettati, il confronto pubblico sia garantito, non sia consegnato lo scettro a burocrati tanto incompetenti quanto decisi a debordare nel campo della decisione politica”. Anche Italo Mennella ha manifestato l’idea che la politica si riprenda le sue attribuzioni anche oltre i partiti suggerendo la lettura del recente libro di Piero Angela. A conclusione Briguglio ha annunciato una prossima iniziativa sul governo del territorio taorminese. Intanto l’obiettivo è stato raggiunto: si è discusso di Politica, in maiuscolo.

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