Sette milioni e mezzo di euro i caregivers familiari siciliani. Il governo Musumeci ha individuato il criterio di riparto delle risorse del cosiddetto “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza” . Una decisione presa dopo avere ascoltato le organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità e definito le modalità di erogazione delle risorse ripartite e assegnate dal ministero del Lavoro.
 
«All’unanimità – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche sociali, Antonio Scavone – abbiamo concordato di destinare le risorse agli “assistenti familiari” dei disabili gravi (65 per cento) e gravissimi (il restante 35 per cento) sotto forma di trasferimento monetario. Una decisione concordata che mira a non generare forme involontarie di discriminazioni, garantendo pari opportunità a tutti. Una legge regionale, infatti, riconosce già un beneficio economico di 1.200 euro al mese per chi assiste un disabile gravissimo.  Con questo criterio abbiamo voluto destinare i due terzi delle risorse anche agli altri soggetti che vivono una situazione di disagio e che pertanto era opportuno supportare».
 
Per il periodo 2018-2021, ai caregivers familiari dei soggetti affetti da disabilità grave andranno 4,9 milioni di euro, mentre la parte restante di 2,6 milioni verrà assegnata a chi assiste disabili gravissimi, come intervento di sollievo e sostegno per l’attività di cura e assistenza svolta. A distribuire le risorse saranno i Distretti socio sanitari dell’Isola.
 
«L’attività di cura – riprende Scavone – non sostituisce né gli interventi, né le prestazioni e i servizi di cui può essere beneficiaria la persona assistita, ma li integra e li valorizza in un’ottica di collaborazione e in un ampio e completo contesto inclusivo e solidale. Ciò consente, inoltre, di favorire le condizioni socio-familiari ed evitare l’insorgere di situazioni di stress emotivo, che influirebbero negativamente sugli equilibri collettivi dell’intero nucleo familiare, con lo scopo di poter garantire il mantenimento e la permanenza del proprio congiunto nel proprio ambiente di vita, evitando di ricorrere a eventuali soluzioni estreme di allontanamento dal suo contesto familiare». 
 

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