Sarà presentato a Marzamemi e a Catania il mediometraggio a soggetto scritto e diretto da Giuseppe Lazzaro Danzuso e interpretato da Debora Bernardi, Aldo Toscano e Alessandra Cacialli, dedicato alla storia d’ordinaria tristezza di un transessuale di San Berillo. Un film girato nel quartiere catanese della prostituzione ma anche nel Teatro Bellin.

Ma io che colpa ne avevo, nuzzintedda? Che colpa ci può avere una nata dentro a un corpo sbagliato?”.

L’affermazione della protagonista del film “Milena, la luna”, dedicato alla storia d’ordinaria tristezza di un transessuale di San Berillo, il quartiere catanese della prostituzione, centra uno dei temi – quello della sorte che segna ogni vita -, della vicenda scritta e diretta da Giuseppe Lazzaro Danzuso e con protagonisti Debora BernardiAldo Toscano e la partecipazione straordinaria di Alessandra Cacialli.

L’altro tema è quello della dignità: “Spero di poter diventare abbastanza vecchio da essere considerato semplicemente un essere umano” dice Milena, citando il Professore, suo amante e mentore.

“Milena, la luna”, mediometraggio autoprodotto della durata di quaranta minuti, sarà presentato in anteprima nazionale il 14 settembre a Marzamemi (Siracusa) nell’ambito del Festival Internazionale del Cinema di frontiera e il giorno dopo Catania, nel Palazzo della Cultura, per Corti in Cortile. E sarà seguito da un documentario di quindici minuti sul backstage realizzato da Giacomo Seminara (videomaker catanese di 19 anni) con interviste al regista, ai protagonisti, agli altri attori e a tutti coloro i quali hanno lavorato a “Milena, la luna”, come opera di volontariato, si legge all’inizio del film, “per il suo significato sociale”.

Gli altri interpreti sono Dora MarcheseMarcello MottaGiuseppe PriviteraAldo Seminara e Gianni Vinciguerra. I costumi sono di Liliana Nigro, le musiche originali di Giancarlo Lazzaro Danzuso, mentre la Casta Diva di Vincenzo Bellini è eseguita al pianoforte dalla concertista Ketty Teriaca. Per quanto riguarda la parte tecnica, il direttore di produzione è Francesco Scuderi, quello della fotografia Francesco Caudullo e a firmare montaggio e postproduzione è Mel Pappalardo.

“Questa vicenda, malinconica eassolutamente inventata – ha spiegato il regista – la scrissi come testo teatrale tra il 2013 e il 2014. Quello di Milena era il primo di tre monologhi che avevano per protagonisti i nuovi vinti, per rifarsi a Giovanni Verga, dei quartieri popolari di Catania. In maggio adattai il testo a un mediometraggio e coinvolsi tanti professionisti. Con i quali abbiamo realizzato questo film che è un po’ come la vita di Milena: abbiamo fatto, con amore e passione, ciò che si poteva fare. Non quello che avremmo voluto”.

“Non è stato facile per me – ha spiegato Debora Bernardi – interpretare questo testo pieno di poesia. Ho dovuto scavare nel personaggio concentrandomi sulle ali tarpate: Milena, nonostante tutto quel che di terribile le accade, riesce a ricostruirle, le sue ali. Attraverso il potere delle parole, che, come dice, hanno trasformato questo cesso di posto in una vera casa. E il valore della Cultura, che è la bellezza del mondo, lo apprende dal Professore che è un po’ amante, un po’ padre, ma è soprattutto un insegnante. E le fa scoprire, per esempio, la musica classica, conducendola nel Teatro Bellini”.

“Il Professore – ha aggiunto Aldo Toscano parlando del personaggio che interpreta – insegna a Milena che la diversità è la caratteristica principale dell’individuo. Insegna a non odiare. E vive un rapporto d’amore sincero e pulito”. 

Nel documentario sul backstage, il regista ringrazia poi in particolare le donne che hanno accettato di farsi filmare, a San Berillo, sulle sedie bianche dove stanno prostitute trans.

“Da Monica Felloni – ha elencato Lazzaro Danzuso -, straordinaria regista di Neon, a Giusy Belfiore, presidente dell’Associazione guide turistiche di Catania, da Simona Di Gregorio, musicista e cantante folk, ad Anna Palmisano, medico ginecologo, dalle mie amiche Lorena Russo e Giusy Sicari a un volto notissimo come la giornalista Flaminia Belfiore”.

Da citare poi gli operatori alla macchina, Fabrizio Rizzo e Giacomo Seminara, l’operatore gimbal, Daniele Corbino, il fotografo di scena, Santo Consoli e ancora il gruppo make up (Serena Amarù e Giordana Fichera) e quello di sartoria e costumistica (Chiara Viscuso, Serena Siclari, Grazia Nicosia e Giuseppe Adorno).

A sostenere la realizzazione del film sono stati Accademia di Belle Arti di CataniaCatania Film CommissionCgil Catania e Musa, azienda agricola Bronte. Ringraziamenti per la collaborazione anche a Polizia di Stato, Questura di Catania, Servizi Cimiteriali e Polizia municipale del Comune di Catania, e Teatro Massimo Bellini.

Le foto sono di Santo Consoli

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