Foto 1 (2)Dovranno rispondere di tentata frode nelle pubbliche forniture ed attività di gestione dei rifiuti non autorizzate un imprenditore e due autotrasportatori, responsabili degli illeciti per i quali stanno indagando i Carabinieri di San Fratello, del NOR della Compagnia di Santo Stefano di Camastra insieme al Nucleo Operativo Ecologico di Catania.

L’indagine ha preso il via nella mattinata odierna quando s’è svolto un servizio – che ha visto in campo circa 30 militari dell’Arma Stefanese – con lo scopo di contrastare la realizzazione d’ importanti reati di natura ambientale.

L’attività di controllo ha permesso d’ individuare nei comuni di Acquedolci (ME), Mirto (ME), Capo D’Orlando (ME) e Torrenova (ME), ben 19 containers che avrebbero dovuto essere smaltiti da una ditta Orlandina.

Tutto veniva a galla grazie alla valente azione condotta dai Carabinieri della Stazione CC di San Fratello che, durante i servizi perlustrativi svolti in occasione del carnevale di Acquedolci, avevano subito colto una strana somiglianza fra la struttura posta in un giardino locale e quelle usate per farne scuole a San Fratello, nel 2010, dopo la frana.

La segnalazione induceva l’Arma Stefanese ad organizzare un accertamento che si rendeva necessario alla luce del fatto che i containers in questione nel periodo natalizio erano stati rimossi dal campo di calcio in esecuzione di un appalto per lo smaltimento.

Sicché si avviava nella mattinata odierna un accertamento congiunto con il personale del NOE CC di Catania .

L’attività si concludeva in modo proficuo perché permetteva di individuare (e poi sottoporre a sequestro) nr. 19 – dei 23 totali – containers adibiti a scuola durante la frana di San Fratello del 2010 e di cui la Protezione Civile Regionale aveva, con gara , appaltato i lavori di smontaggio ad una ditta di Capo D’Orlando per un importo complessivo di 71.964,65 euro +IVA.

La capillare attività dei Carabinieri permetteva di raccogliere elementi da cui far desumere la responsabilità della ditta di Capo d’Orlando la quale, in esecuzione dell’appalto ed avvalendosi del contributo di due autotrasportatori compiacenti, aveva attestato lo smaltimento, come materiale a risulta delle strutture che, invece di essere conferite presso la ditta di Catania, venivano collocate su siti inappropriati (alcuni dei quali nella disponibilità dei due autotrasportatori) ed in un caso sono state vendute a terzi ignari dell’illegittima provenienza. Infatti, una prima verifica permetteva di accertare che qualcuno dei proprietari di terreni – resi discarica non autorizzata di container/ rifiuti speciali – ignari dell’illegittima provenienza, avevano pagato fino a 100 euro per avere la struttura che veniva usata come capanno per ricoverare attrezzi e macchinari agricoli. Forse questa era l’idea dei rei: venderli, anziché smaltirli nelle forme previste per ricavarne ulteriore utile.

Nel corso dell’attività, si deferivano in stato di libertà, per i reati di tentata frode nell’esecuzione dei contratti di pubblica fornitura e per attività di gestione di rifiuti non autorizzata ( in concorso) :

 – un autotrasportatore 51enne di Capri Leone (ME),

 – un autotrasportatore 40 enne di San Marco D’Alunzio,

 -il comproprietario e amministratore unico 34enne di una ditta di Capo D’Orlando aggiudicataria dell’appalto.

Considerati rifiuti speciali, venivano altresì sottoposti a sequestro 19 containers di cui:

  • nr. 10 in terreni nella disponibilità di un autotrasportatore di Caprileone;
  • nr. 1 ad Acquedolci;
  • nr. 8 rinvenuti nel Comune di Torrenova (ME).

Tutti i containers venivano fatti oggetto di riconoscimento a cura della Protezione Civile di San Fratello la quale attestava che si trattava delle strutture (adibite a scuola) utilizzate nel 2010 dopo la frana. Durante le fasi succitate il personale del NOE di Catania si portava presso le sedi della Protezione Civile Regionale di San Giovanni La Punta e di Sant’Agata Li Battiati (Catania), dove acquisiva nr. 6 formulari da cui risultavano versate ad una ditta di Catania circa 33 tonnellate di materiale ferroso. Inoltre, presso la ditta di Capo D’Orlando, i Carabinieri hanno sequestrato la documentazione relativa alla gara d’appalto .

Le indagini sono ancora in corso e sono coordinate dal Sost. Proc. di Patti Dott. LIA Alessandro. Sul loro proseguo gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo .

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