Lamezia Terme (Cz) – Dichiarazione del sindaco – “Chiedo al Consiglio regionale di cambiare la proposta di legge uscita dalla commissione”. “Non si può procedere alla ristrutturazione di servizi fondamentali come la sanità, – ha detto il sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza – con provvedimenti che non sono stati mai discussi con le comunità, in primis i comuni sede di presidi ospedalieri come Lamezia Terme.

Lamezia rischia di essere ulteriormente penalizzata – ha continuato Speranza – perché oltre a non avere più la sede autonoma dell’azienda sanitaria, vedrà aggravarsi la situazione dei servizi che subiranno una inevitabile caduta verso il basso e quindi un preoccupante peggioramento ai danni dei cittadini. Non si tratta di questioni campanilistiche o di “pennacchio”, il problema riguarda sia la l’ospedale che la medicina territoriale che perderanno in efficienza ed efficacia, al contrario di quello che pretende di essere l’obiettivo di questa riforma. Per questo motivo ho chiesto al presidente del Consiglio, concordando con analoga richiesta formulata dai capigruppo consiliari, di tenere un Consiglio comunale straordinario aperto sulla questione. Lamezia ha bisogno di certezze per il suo presidio ospedaliero e per la sua sanità territoriale, per la qualità delle prestazioni offerte e per garantire a tutti il diritto alla salute.

Il disegno di legge, approvato dalla terza commissione consiliare, non definisce come “le aziende sanitarie e ospedaliere di nuova costituzione subentreranno nelle funzioni, nelle attività e nelle competenze delle aziende soppresse.

Attualmente – ha continuato il sindaco – il presidio ospedaliero di Lamezia Terme considerato di I° livello “spoke” ha un bacino di utenza pari o superiore a 160.000 abitanti, è dotato di specialità mediche e chirurgiche e di emergenza prive di primari ed in questi ultimi anni si è assistito ad un ridimensionamento dei posti letto delle diverse specialità.

La proposta di riordino in discussione rischia di portare ad un ulteriore ridimensionamento del presidio ospedaliero di Lamezia Terme, in assenza di un sistema organizzativo che garantisca l’utilizzo pieno delle strutture sanitarie a valenza territoriale, in grado di assicurare l’opportuna continuità di assistenza.

Un altro elemento preoccupante è la consequenziale perdita di autonomia gestionale e organizzativa, peraltro già fortemente indebolita dal precedente accorpamento.

Il divario tra la domanda di salute in continua evoluzione ed il vincolo della scarsità delle risorse, comporterebbe invece la necessità di definire le priorità sanitarie e sociali di interventi e servizi, nonché di accesso agli stessi e la relativa allocazione delle risorse.

In una visione integrata dell’assistenza, l’ospedale dovrebbe assolvere ad una funzione specifica di gestione delle problematiche assistenziali dei soggetti affetti di una patologia ad insorgenza acuta, mentre in una logica di continuità assistenziale, deve essere affrontato anche il tema del potenziamento delle strutture territoriali, la cui carenza è ormai riconosciuta da tutte le istituzioni, associazioni e dai cittadini.

L’integrazione funzionale tra le strutture territoriali ed ospedaliere riveste un ruolo centrale nell’assistenza sanitaria.

Va sottolineato, quindi, il ruolo fondamentale, per la corretta gestione degli accessi e delle attese per le prestazioni sanitarie, del collegamento tra l’ospedale di Lamezia Terme e le strutture territoriali di riferimento.

Il processo di ridefinizione del presidio ospedaliero di Lamezia Terme deve, quindi, procedere contestualmente all’assetto/ riassetto dell’assistenza primaria, domiciliare e residenziale dell’ambito territoriale di Lamezia Terme, in coerenza con quanto previsto dai livelli essenziali di assistenza.

Scriverò al presidente della giunta e e a tutti i consiglieri regionali chiedendo di non procedere all’approvazione in Consiglio della proposta di legge uscita dalla commissione e nel contempo aprire un confronto con tutti i soggetti interessati per pervenire ad una soluzione ragionata e capace di superare le improvvisazioni opportunistiche e le contrapposizioni localistiche.

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