100471863_179619640032488_4676504694196011008_nDa quel pomeriggio di sabato 23 maggio 1992 sono trascorsi ormai 28 anni, ma il ricordo ed il dolore all’interno del tessuto sociale sono rimasti intatti, un dolore che provocò (e provoca ancora!) una forte lacerazione tra la società civile e lo Stato che non seppe proteggere per come doveva i suoi uomini di punta, uomini come Falcone e Borsellino che annientarono con le loro inchieste, sfociate poi nel maxi processo di Palermo, la “brutta bestia” rappresentata dalla mafia siciliana e corleonese in particolare.

Infatti, come non ricordare gli attimi di tensione a Palermo, in Cattedrale, all’arrivo del Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro? o le parole del Cardinale Pappalardo lanciate contro la mafia come un anatema? o, ancora, le parole proferite con un sibilo di voce rotta dal pianto, al microfono, da Rosaria moglie di uno degli agenti di scorta di Falcone saltato in aria insieme al giudice ed ai suoi colleghi?…”mafiosi vi  perdono ma inginocchiatevi”!  Per la cronaca ricordiamo le vittime della strage: il Magistrato Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo; gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Gli unici sopravvissuti furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza.

buona-4Le celebrazioni di questo 28° anniversario, quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 hanno un sapore del tutto particolare in quanto bisogna, necessariamente, adeguarsi a quelle che sono le prescrizioni imposte dalle Autorità al fine di ridurre al minimo le possibilità di contagio, ma nonostante ciò, in tutta Italia, si sono organizzate le celebrazioni con l’unico obiettivo di mantenere vivo il ricordo del sacrificio  estremo compiuto da questi uomini dello Stato che con il loro estremo sacrificio hanno fatto la storia dell’antimafia.

Nell’ambito delle celebrazioni che quest’anno sono influenzate dall’emergenza sanitaria che impone regole precisa in tema di distanziamento sociale e protezione individuale,  anche la Calabria ha inteso dare il giusto contributo con una manifestazione commemorativa che si è svolta a San Luca (Rc), luogo simbolo della lotta alla ‘ndrangheta, un evento fortemente voluto dalla Presidente Jole Santelli: “Le Istituzioni a San Luca a fianco delle persone perbene”. Come cornice, una bella giornata di sole e tantissimi rappresentanti delle Istituzioni: parlamentari, consiglieri regionali, giunta regionale al completo, Sindaci con la fascia tricolore ed  autorità militari e civili.  Poco prima del suo intervento è stato proiettato un video realizzato da Giulio De Gennaro (figlio del Prefetto Felice De Gennaro) “che oltre ad essere un giornalista  – ha detto Santelli- è stato uno dei migliori amici di Giovanni Falcone, credo che nel video si trasmetta quanto ci sia di emotivo e di affettivo, per questo abbiamo voluto completare questa giornata con questa testimonianza”. Prima di iniziare la manifestazione in piazza, il presidente ha deposto una corona al monumento eretto sul luogo, sulla strada che conduce a San Luca, dove fu ucciso il brigadiere dei Carabinieri Carmine Tripodi. “Venire a San Luca significa sfidare la retorica – ha detto ancora il Presidente della Regione-  per confermare che le parole di Giovanni Falcone e la sua storia sono reali proprio in questi  territori, nei quali le persone perbene sono tante e devono camminare con la schiena dritta. A loro dico che le Istituzioni sono al loro fianco”.

buona-5Presente anche l’On. Francesco Cannizzaro (FI) che ha attribuito alla commemorazione odierna un valore  molto importante e significativo, oltre ad aver manifestato apprezzamento per l’iniziativa del Presidente Santelli che ha convogliato su San Luca, paese aspromontano dalla straordinaria bellezza, tantissimi Sindaci della Calabria, rappresentanti della deputazione nazionale e l’intera deputazione regionale. Da San Luca parte un segnale molto forte in tema di legalità e lo fa con la gente onesta e perbene che anima questo luogo e che è accanto all’amministrazione comunale che ha iniziato un percorso nuovo e virtuoso fatto soprattutto di legalità. Ricordare oggi, proprio qui a San Luca la figura di Giovanni Falcone, vuol dire segnare una pagina nuova e storica anche della nostra regione. La Calabria riparte se riparte anche San Luca, la nostra terra è meravigliosa e non può più essere identificata, nonostante le bellezze naturali, come il luogo simbolo del malaffare; la Calabria oggi è formata da uomini e donne che hanno voglia di rappresentare un altro volto della regione ed anche le Istituzioni con la loro presenza oggi testimoniano questa voglia di cambiamento.

Alla Santelli fa eco anche il Sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo: “Ricordarli significa tenere ancora viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per combattere la mafia in nome dello Stato. E’ un dovere civico ed un esercizio quotidiano di democrazia e legalità. Ci tengo a precisare che in mattinata, presso il Palazzo dei Nobili, sede del Comune di Catanzaro e del palazzo della Provincia,  è stato esposto un lenzuolo bianco ed è stato osservato un minuto di raccoglimento allo scoccare delle ore 17.57 momento della strage che ha sconvolto l’Italia intera”

Nel suo intervento, il Sindaco di San Luca, Bruno Bartolo, ha voluto sottolineare che il paese è stato e sarà sempre dalla parte della legalità e dello Stato, ma lo Stato deve fare anche la sua parte perché a queste latitudini non manca la volontà di lavorare ma manca proprio il lavoro che è la materia essenziale per togliere i ragazzi dalla strada e indirizzarli nella giusta via che porta alla legalità.

Prima della conclusione della commemorazione c’è stata la consegna di una targa in ricordo di questa bella giornata che poteva essere perfetta se fosse stata completata con una maggiore presenza del popolo sanluchese.

(Pasquale Rosaci)

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