ospedale-nicastro-01Nota di Salvatore De Biase – Già Presidente Consiglio Comunale Lamezia: <<Appello al Presidente Santelli, al Commissario Cotticelli e soprattutto al Ministro Speranza: Lamezia merita, in via straordinaria, e per la sua centralità, area baricentrica, di transito notevole, (Ferroviario, Aeroportuale, Autostradale ecc), l’apertura di un possibile reparto di malattie infettive, di tipo emergenziale; oltretutto, riabilitato per la storia che rappresenta. Si potrebbe utilizzare la VECCHIA STRUTTURA COLLE SANT’ANTONIO , già pronta per ospitare il servizio.

Probabilmente non può bastare “una TENDA, davanti un Pronto Soccorso” sguarnita, forse disattrezzata, vulnerabile, a garantire una sicurezza sanitaria, come il coronavirus impone. Oggi quanto ieri, non possiamo che sostenere tutte le tesi che portano alla riapertura del reparto delle Malattie Infettive di Lamezia; soprattutto alla luce di quanto sta accadendo nel mondo, in Italia e in Calabria. Un reparto storico che ha avuto la guida di figure emblematiche come il Prof. Alfredo Giraldi, e il Dr Antonio Petronio. Posso affermare, per la storia vissuta, politicamente, sindacalmente e da dipendente ASL6., che Lamezia era destinataria di un progetto “Malattie Infettive”, quando l’Aids purtroppo emergeva nella sua quotidianità.

Le risorse erano pari 7 miliardi circa. La struttura era annunciata, antistante la configurazione ospedaliera e i padiglioni amministrativi, dove oggi è stato realizzato un “parcheggio per i dipendenti”, e la previsione era, di circa 40 posti letto . Il progettista futurista, era il compianto ing. Marcello Marchese il quale prevedeva, quando Ministro della Sanità era l’on. Francesco De Lorenzo, di attingere alle possibili risorse che richiamavano nel settore specifico, 2 mila miliardi da spendere in tutta Italia, con la realizzazione di stanze singole, isolamenti respiratori, oggi ancora attuali, ovvero una struttura protettiva per l’ammalato e soprattutto operatori. Le malattie infettive, oggi più che mai dunque, per Lamezia e per la Calabria, hanno un’importanza superiore, soprattutto in questa fase di allarme sociale e paure.

Le nuove pericolose patologie emergenti insieme alle vecchie sempre più virulente, possono essere affrontate con la dovuta efficienza ed efficacia solo da personale specializzato e continuamente aggiornato. I medici e gli infermieri in particolare, costituiscono un patrimonio che è veramente un peccato disperdere e la nostra struttura ce li ha tutte. Occorre ricordare inoltre, che Il Decreto Regionale 106\2011 rimodulò la rete Infettivologica della Regione Calabria e destinò a Lamezia Terme 10 posti letti di ricovero ordinario. Purtroppo successivamente smantellati. In molti a Lamezia ancora oggi, opportunamente, puntano il dito contro la politica di smembramento dell’ospedale lametino, una importantissima risorsa della città che ancora oggi, “viene sempre più mortificata, anziché essere potenziata e valorizzata”.

 Ecco perché a partire dal Sindaco e a tutte le figure sopra citate rivolgo un appello: in via straordinaria, e per la centralità di Lamezia si offra a garanzia l’apertura di un possibile reparto di Malattie infettive, di tipo emergenziale. Oltretutto dopo che l’allarme Coronavirus anche a Lamezia ha determinato con preposta nota inviata dalla Direzione Medica Unica, a tutti i Direttori di UU.OO. la sospensione delle attività di ricovero programmate. INSOMMA PERCHÉ NON UTILIZZARE LA VECCHIA STRUTTURA COLLE SANT’ANTONIO? Quale scelta migliore?? Salvatore De Biase – Già Presidente Consiglio Comunale Lamezia (Cz)>>

 

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