s. caterina jonioNon si è ancora mosso nulla nella contrapposizione a distanza che vede di fronte l’assessore regionale all’Agricoltura Pierino Amato e il primo dei non-eletti della lista Pd alle scorse elezioni provinciali, Giuseppe Leto. Quest’ultimo aveva evidenziato «l’incompatibilità, rispetto allo statuto del partito, di Amato che siede sia sugli scranni del Consiglio regionale che su quelli del Consiglio provinciale». La commissione di garanzia del Pd, presieduta dall’ex magistrato Domenico Pudia, interpellata da Leto in merito, ne aveva riconosciuto le ragioni il mese scorso. Di fronte alla staticità dei fatti, però, Leto ha ora scritto agli organi nazionali, regionali e provinciali del Pd, a partire dal segretario Pierluigi Bersani. «Alle ultime provinciali (2008) – ricorda Leto, due volte sindaco di S. Caterina Jonio – sono stato candidato per il Pd nel collegio Badolato – S. Caterina – Guardavalle, raggiungendo il 5. posto sui 30 candidati Pd, risultando, quindi, uno dei 5 eletti spettanti al partito. Quando si è proceduto, in ossequio alle disposizioni di legge, a definire in quota a quale lista della coalizione dovesse andare il candidato a Presidente, l’on. Amato è stato assegnato alla lista Pd, con il mio scivolamento a primo dei non-eletti». L’ex sindaco spiega che, allora, aveva ritenuto «che l’on. Amato avrebbe rinunciato, favorendo il mio “ripescaggio”, per rispetto dello statuto del Pd calabrese che obbliga gli iscritti a “non fare parte contemporaneamente di più di una assemblea elettiva e di un organo esecutivo” (art. 25). Ma anche per opportunità politica». Le cose non sono andate così, dunque, oggi, Leto chiede ai vertici del suo partito: «Può nella nostra provincia radicarsi un partito che tollera che un proprio iscritto, anche autorevole dirigente, sia contemporaneamente consigliere regionale, assessore regionale, consigliere provinciale quando lo statuto lo vieta? Non pensate che creerebbe un precedente che autorizzerebbe qualsiasi iscritto a non rispettare le norme statutarie? Si può ancora sperare che la politica abbia la capacità di intervenire per garantire normali rapporti di rispetto delle regole, almeno nello stesso partito?».

Gazzetta del Sud del 13.12.2009 – Francesco Ranieri

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