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In diciannove avevano dichiarato di essere minorenni ma alla fine, dopo tutti gli accertamenti clinici, è emerso che in realtà solo uno lo era davvero. È una nota curiosa questa che emerge dalla vicenda dei trentuno migranti clandestini sbarcati – o meglio fatti sbarcare – giovedì scorso sul litorale di Santa Caterina Jonio. Trentuno è il loro numero complessivo, anche se i primi racconti degli stessi migranti, due pachistani e ben ventinove afghani, avevano parlato di altri dieci compagni di viaggio che si erano dati “alla macchia”, riuscendo di fatto a scampare alle ricerche immediatamente attivate dalle forze dell’ordine su tutto il territorio. Un dato, questo, comunque non confermato dai fatti, anche se le ricerche da parte delle forze dell’ordine stanno proseguendo, dopo quelle effettuate nelle ultime ore dai militari della Guardia di Finanza, da quelli dei Carabinieri e dagli agenti della Polizia di Stato. L’unico minorenne del gruppo è già stato trasferito in un centro destinato ai migranti minori non accompagnati, mentre gli altri diciotto hanno fatto “mestamente” ritorno al centro di accoglienza che è stato allestito nella vecchia scuola elementare di Santa Caterina Jonio, su iniziativa dell’amministrazione comunale. Ora il gruppo – tutti i suoi componenti si sono dichiarati rifugiati politici – è in attesa di essere trasferito negli appositi centri di accoglienza dislocati sul territorio nazionale: un passo che non dovrebbe avvenire prima di lunedì 9 gennaio. Di fronte alla velocità con la quale un vecchio edificio oramai in disuso è stato reso abitabile e confortevole, il primo cittadino Domenico Criniti ha tenuto a ringraziare quanti si sono impegnati per dare una sistemazione ottimale ai migranti: «Prima di tutto – ha affermato il sindaco – devo ringraziare l’abnegazione dei componenti dell’amministrazione comunale e dei dipendenti, impegnati ventiquattro ore su ventiquattro. Ma un plauso devo rivolgerlo al gruppo comunale di Protezione civile di Sant’ Andrea Jonio, che hanno dato un supporto logistico essenziale per far sì che l’istituto potesse diventare accogliente. Grazie, dunque, anche alla disponibilità manifestata senza indugio dal sindaco di Sant’Andrea Jonio, Gerardo Frustaci, e dall’assessore comunale andreolese Emilio Dominijanni, che hanno messo a frutto la loro esperienza acquisita sul campo negli ultimi mesi». Sul fronte delle ricostruzioni tutto appare piuttosto chiaro: i migranti sarebbero stati fatti sbarcare da uno “speed boat”, così come viene ormai chiamato un motoscafo veloce usato per questo tipo di trasporti, che li avrebbe trasbordati da una nave più grande partita dalla Grecia, lasciandoli a pochi metri dalla riva. Tutti i migranti sono in buone condizioni di salute, nonostante le fatiche di un viaggio contraddistinto sempre dall’incertezza del proprio destino. E proprio partendo da uno spirito solidale verso coloro che versano in stato di bisogno, il primo cittadino caterisano ha lanciato un appello alla popolazione di Santa Caterina affinché «accolga queste persone, che sono emigranti come lo siamo stati noi in passato. Anche la nostra cittadina – ha concluso l’esponente del palazzo municipale – segua il modello di altri paesi vicini e apra cuore e anima agli stranieri che giungono da terre che versano in difficoltà».

Gazzetta del Sud – Francesco Ranieri

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