il filo non è spezzatoResidenza teatrale MigraMenti a Badolato, sabato 2 al teatro comunale “Il filo non è spezzato – La memoria e i giorni” il reading poetico-musicale con Anna Maria De Luca. “Vorreste conoscere il segreto della morte. Ma come potete scoprirlo se non cercandolo nel cuore della vita? Se davvero volete conoscere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita poiché la vita e la morte sono una cosa sola, come una sola cosa sono il fiume e il mare”. E’ racchiuso nei versi del poeta Gibran il senso de “Il filo non è spezzato – La memoria e i giorni” il recital di Anna Maria De Luca che andrà in scena il 2 novembre, alle ore 18.00 al Teatro Comunale di Badolato, nell’ambito della programmazione della residenza MigraMenti gestita dalla Compagnia Teatro Del Carro Pino Michienzi, inserita nel sistema delle residenze della Regione Calabria, finanziate con i fondi dell’Unione Europea.

In occasione delle ricorrenze in cui ricordiamo quei nostri cari che non sono più con noi e riflettiamo su quanto essi ci hanno lasciato e sui sentimenti che ci provoca lo loro assenza, Anna Maria De Luca, anima del Teatro del Carro, proporrà, con l’accompagnamento di un duo musicale un reading/percorso poetico per condividere, attraverso le parole e la musica, emozioni che saranno capaci di unire il palco e la platea. Ad accompagnarla ci saranno i musicisti Attilio Gualtieri e Giuseppe Gualtieri.

La commemorazione dei defunti è una tradizione molto sentita in tutto il mondo e sottolinea come l’unione sempre viva e quindi fortissima del cammino con i fratelli morti non è minimamente spezzata, anzi è conservata dalla comunione dei beni spirituali, dai riti che hanno, in tutta Italia, significati e finalità simili: ricordare in primis, salutare, accogliere, confortare, placare le anime dei cari defunti. Un motivo ricorre nelle tradizioni popolari della festa dei morti: la credenza che in questo giorno i cari scomparsi tornino a farci visita sulla terra. E molte delle antiche usanze vivono ancora. Dalla Calabria al Trentino, dalla Sicilia alla Liguria la tavola si lascia apparecchiata e le credenze aperte e il focolare resta acceso durante la notte, si mette in cucina un vaso di acqua fresca perché i morti possano dissetarsi, si consumano dolcetti devozionali detti “dei Morti”, quasi a voler mitigare il sentimento di tristezza e sostituire le carezze dei cari che non ci sono più; le campane suonano per molte ore a chiamare le anime intorno alle case a spiare alle finestre e perciò si lasciano lumini accesi sui davanzali come punti di riferimento; si approntano banchetti direttamente sulle tombe, invitando anche i visitatori a partecipare. Quasi tutte le regioni italiane hanno un piatto di rito per questo giorno, ed i cibi, dolci e pani antropomorfi esistevano già al tempo dei Romani.

“Non dimenticare vuol dire non morire mai – afferma Anna Maria De Luca -, dedicare il pensiero con parole alte dei poeti è vivere insieme, rafforzandolo, un ricordo e godere della propria memoria. Viviamo i nostri cari come messaggeri di Luce e d’amore. Essi ci sono vicini e spesso ci aiutano attraverso la nostra coscienza, i nostri sogni”.

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