Nella sezione Università del sito del Miur, www.istruzione.it, è disponibile il testo del decreto ministeriale che modifica i criteri di accreditamento iniziale e periodico dei corsi e delle sedi di studio tenendo conto, fra l’altro, delle attuali limitazioni al turn over del personale accademico, ma anche della necessità di internazionalizzare i percorsi di studio e di garantire un’offerta di qualità agli iscritti. Il decreto, che stabilisce il numero minimo di docenti per poter aprire o mantenere aperti i corsi, dà una maggiore importanza alla valutazione ex post piuttosto che a quella autorizzativa ex ante. Oltre ad alcune semplificazioni procedurali, è previsto l’allineamento dei requisiti del numero dei docenti richiesti per l’attivazione dei corsi fra Università statali e non statali: ci vorranno 9 docenti almeno per una laurea triennale, 6 per una laurea magistrale, 15 o 18 per una laurea a ciclo unico, rispettivamente di 5 o 6 anni.
Nel caso delle Università statali i requisiti si alleggeriscono di un quarto rispetto al passato in considerazione delle molte uscite dal sistema per pensionamenti negli ultimi anni. I requisiti richiesti per l’avvio di nuovi corsi di studio saranno graduali: per ottenere l’accreditamento iniziale dovranno avere il 50% + 1 dei docenti previsti a regime e dovranno raggiungere i requisiti completi nell’arco del primo triennio dall’avvio per le lauree triennali e quelli a ciclo unico e nell’arco di un biennio per quelle magistrali. Sono stati fissati anche i requisiti per le lauree ‘speciali’ come Conservazione e Restauro, Scienze della Formazione primaria, Professioni sanitarie, Scienze motorie, Servizio Sociale, Mediazione Linguistica.
Maggiore attenzione viene data poi ai corsi internazionali: oltre ai docenti di ruolo delle università italiane potranno essere conteggiati, fino al massimo al 50% dei requisiti richiesti, anche i contratti di insegnamento con docenti provenienti da università straniere. Resta alta l’attenzione ai bilanci degli atenei: le Università con indicatori negativi non potranno aumentare l’offerta formativa e quelle con i bilanci in regola lo potranno fare entro il limite del 2% in più rispetto ai corsi accreditati l’anno precedente. Nel mese di febbraio l’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema dell’università e della ricerca) sarà impegnata nell’accreditamento periodico di corsi e sedi attraverso visite in loco.