CARMEN - Al centro Elena MaximovaLe tre opere saranno in scena fino al 14 agosto con il seguente calendario Carmen (10 e 13), Don Giovanni (9 e 12), Il barbiere di Siviglia (11 e 14) CARMEN di Bizet. La superba sigaraia offre il petto al pugnale di Don José, la donna non rinuncerà mai alla sua libertà. E la sua figura si staglia fiera sul muro di cinta della “plaza de toros”. La sequenza finale di Carmen concepita dal regista e scenografo Enrico Castiglione è di quelle che non si dimenticano. Così, fin dalla prima opera, al Teatro Antico di Taormina La Trilogia di Siviglia, ovvero la messa in scena di tre capolavori operistici ambientati nella città andalusa, come Don Giovanni di Mozart, Il barbiere di Siviglia di Rossini e appunto Carmen di Bizet, ottiene un successo senza precedenti, firmato dal grande metteur en scene: 15 minuti di applausi finali hanno salutato il debutto del nuovo allestimento, lo scorso 15 luglio. Un’affermazione che ha travalicato i confini della millenaria cavea. Castiglione, acclamato artista di fama internazionale, nonché direttore artistico della sezione “Musica & Danza” di Taormina Arte, ha firmato anche la regia cinematografica della trasmissione in diretta via satellite in oltre 300 sale cinematografiche di ben trentasei paesi. Successo che si è ripetuto nelle recite del 1 e 7 agosto e si appresta ad essere confermato per le ultime repliche del 10 e 13, quest’ultima con un tris di artisti internazionali come Elena Maximova, Giancarlo Monsalve e Michel Bachtadze.

Per Castiglione non era il debutto in Carmen (avvenuto al Teatro Amazonas, a Manaus in Brasile, in occasione dei mondiali di calcio lo scorso anno), ma si trattava della prima volta al Teatro Antico. Geniale la soluzione scenica di centinaia di grandi mattoni che, come le passioni e i sentimenti, mutano posizione di atto in atto, rispecchiando l’instabilità e la mutevolezza dell’animo umano e ricreando una Siviglia arcaica. Ne è conferma Carmen, che s’infatua superficialmente di Don José, tanto da lasciarlo presto per il torero, restando vittima di una tragedia della gelosia.

Unanime la critica, come emerge dalla rassegna stampa: «Uno spettacolo avvincente e sorprendente. Castiglione è riuscito a mettere insieme la filologia musicale e le necessità dello spettacolo moderno». La Sicilia, Sergio Sciacca

«Una sfolgorante Carmen, solare, piena di luce. Le peculiarità di uno spazio all’aperto sono state risolte da Castiglione con l’impiego di grandi muraglioni per animare solari squarci di vita sivigliana». Giornale di Sicilia, Aldo Mattina.

«La regia ha appagato le aspettative del foltissimo pubblico con una lettura originale. Perfino il taglio delle luci ha fatto da didascalia ed ha congruentemente sottolineato le scelte estetiche, concettuali e ideologiche del regista». Bellini News, Giovanni Pasqualino

«Elena Maximova, superbamente calata nei modi bruschi e nella vocalità della gitana». La Sicilia, Sciacca

«Bachtadze si è rivelato un gagliardo Escamillo dal tratto elegante e dalla brunitura vocale molto efficace». Bellini News, Pasqualino

«L’autorevolezza del gesto direttoriale di Michailidis ha galvanizzato la prestazione dell’orchestra». Giornale di Sicilia, Mattina

«Monsalve, un tenore di forza imbevuto di sana tradizione vocale italiana». Giornale di Sicilia, Mattina

DON GIOVANNI di Mozart

Anche la prima di Don Giovanni, il 4 agosto, è stata un trionfo con oltre 15 minuti di applausi. Si replica il 9 e l’11. È su un’enorme scacchiera, grande quasi come il palcoscenico del Teatro Antico, che Castiglione ha costruito la sua originalissima idea registica e scenografica, accolta entusiasticamente da un teatro quasi esaurito di residenti e turisti provenienti da ogni parte del mondo. I personaggi, prigionieri del destino, si muovono come pedine di una partita superiore, giocosa ed insieme cinica, clemente eppur spietata. Scacco matto al re dei libertini. Scacco matto a Don Giovanni. Una messinscena inedita, che resterà come una sorta di moderna applicazione alla figura universale del seduttore per eccellenza.

«Una regia tematica con punte acuminate di contro alle concezioni asettiche che vanno di moda e una scenografia altamente simbolica» La Sicilia, Sciacca

«Castiglione ha avuto una chiave di lettura interessante: una grande scacchiera su cui i personaggi si muovono come pedine destinate ad un eterno gioco tra vita e morte». Giornale di Sicilia, Mattina

«Noé Colin vivacizza il ruolo di Leporello temperandone la comicità derivata dalla commedia dell’arte con gli intendimenti morali». La Sicilia, Sciacca

«Chiara Taigi ha dato di Donna Anna un’interpretazione esaltante ed entusiasmante, riuscendo a dominarne in modo assoluto la tessitura». Bellini News, Pasqualino

«Stefano Romani ha diretto con mano sicura ed equilibrata, calibrando con perizia e abilità le sonorità». Bellini News, Pasqualino

«Panajotis occupava la scena con autorevolezza e sfavillante coloratura timbrica». Giornale di Sicilia, Mattina

«Impeccabile il fraseggio del Don Ottavio di Filippo Pina Castiglioni». Giornale di Sicilia, Mattina

IL BARBIERE DI SIVIGLIA di Rossini

Altrettanto originale si è rivelata la concezione del Barbiere, che nella creativa lettura di Castiglione si svolge in un’ambientazione davvero insolita, una galleria d’arte dalle cui cornici i personaggi prendono vita e azione, per creare quei tableaux comico-sentimentali che hanno reso celebre il capolavoro rossiniano. La produzione, che ha debuttato l’8 agosto, è stata lungamente acclamata non meno degli altri due allestimenti. Sono previste ancora due rappresentazioni l’11 e il 14.

La recitazione è curata nei dettagli per fare emergere il brio dell’opera buffa, in cui Castiglione ha più volte dimostrato estro e fantasia d’incastri e situazioni. Le imponenti cornici coloratissime, che sovrastano l’intero palcoscenico del Teatro Antico, ben si coniugano con i costumi policromi di Sonia Cammarata, lodata per i figurini dell’intera Trilogia.

«I costumi, contrassegnati come sempre da linee eleganti e raffinate, da figurazioni di arabeschi morbidi e flessuosi, da colori tanto accattivanti quanto ben coordinati fra loro, hanno evidenziato l’originalissima vena inventiva della costumista». Bellini News, Pasqualino

«I costumi arricchiscono il disegno generale di questa Carmen» La Sicilia, Sciacca

«I costumi contribuiscono con la loro ricercata accuratezza a ricreare lo splendore della mediterraneità. I bellissimi abiti d’epoca restituivano la vicenda al suo contesto storico e ambientale». Giornale di Sicilia, Mattina

La programmazione lirica tra Siracusa e Taormina

La Trilogia di Siviglia procede quindi stasera con Don Giovanni, ultima replica il 12 agosto. Carmen torna domani e il 13, Il barbiere di Siviglia replica l’11 e chiuderà il 14 la programmazione, prodotta dalla Fondazione Fem per il Festival Euro Mediterraneo, promosso a partire da quest’anno anche dall’Assessorato Regionale al Turismo Sport e Spettacolo, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Videobank e Pan Dream.

Il risultato è stato un cartellone imponente, unico nel panorama dello spettacolo dal vivo in Sicilia, che ha offerto quest’estate Norma al Teatro Greco di Siracusa e la Trilogia a Taormina, creando una rete come mai era stato fatto prima, con oltre 400 persone assunte direttamente, tra orchestrali (con molte prime parti e valenti musicisti provenienti dall’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina e dall’Orchestra Sinfonica Siciliana), coristi, maestranze, tecnici, sarte, truccatori, parrucchieri, quasi tutti siciliani, consolidandosi come il più importante festival estivo in Sicilia e nell’area del Mediterraneo. Un esercito che lavora tutto l’anno per creare un prodotto esclusivo, frutto di mesi di preparazione, e allestimenti che – quanto a scene e costumi – nascono esclusivamente per Siracusa e Taormina, provati per settimane nei “teatri di pietra”, con spettacolari luci create di notte da un folto staff.

E il Festival Euro Mediterraneo è già pronto per il prossimo triennio, con un 2016 e un 2017 che vedranno protagonisti Puccini e Verdi.

l mezzo soprano interpreterà la protagonista femminile de Il Barbiere di Siviglia

Irene Molinari: “Timida e pudica? No, Rosina è molto più di questo”

Il regista e scenografo firma il nuovo allestimento dell’opera di Rossini.

Il debutto l’8 agosto, repliche l’11 e il 14

TAORMINA – Da Carmen al Barbiere di Siviglia. L’estate del mezzosoprano Irene Molinari procede senza sosta all’insegna della stagione lirica allestita al Teatro Antico di Taormina dal regista e scenografo Enrico Castiglione. Un cartellone ricco di appuntamenti quello proposto dal Festival Euro Mediterraneo, in collaborazione con la sezione Musica&Danza di Taormina Arte di cui lo stesso Castiglione è direttore artistico, e che sta facendo registrare un grandioso successo di pubblico e critica. La “Trilogia di Siviglia”, infatti, arricchirà le serate taorminesi fino al 14 agosto non solo con Il Barbiere di Siviglia (8, 11,14) e Carmen (7, 10, 13), ma anche con Don Giovanni (9-12). Tutte le recite avranno inizio alle ore 21.30.

Il cast artistico del Barbiere firmato dall’inesauribile estro creativo del maestro Castiglione, si avvale di nomi di primo piano nel panorama nazionale ed internazionale: nel ruolo del titolo il baritono tedesco Daniel Ochoa, mentre il tenore Filippo Pina Castiglione sarà il Conte Almaviva. I bassi Marcello Lippi e Giovanni Di Mare saranno rispettivamente Don Bartolo e Don Basilio, Berta e Fiorello saranno interpretati da Emanuela Grassi e Daniele Bartolini. Nei panni della bella Rosina vedremo appunto il mezzosoprano Irene Molinari. A realizzare gli abiti di scena è la raffinata costumista Sonia Cammarata, nota per il suo gusto elegante e ricercato. Il maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli dirigerà l’orchestra del Festival Euro Mediterraneo, il Coro Lirico Siciliano sarà guidato da Francesco Costa.

Irene Molinari si è diplomata e laureata con lode presso il Conservatorio di S. Cecilia di Roma e attualmente si sta perfezionando sotto la guida del famoso mezzosoprano Bruna Baglioni. Ha interpretato, tra gli altri, i ruoli di Fenena (Nabucco, Verdi), Dorabella (Così fan tutte, Mozart), Lola (Cavalleria rusticana, Mascagni).

Rosina rappresenta la classica ragazza vissuta in una gabbia di cristallo. Lei che idea si è fatta di questa pupilla tenuta sotto scacco dal suo tutore?

«È una giovane dal carattere ben delineato e complesso. Sia dolce che forte, è determinata a lottare, utilizzando tutte le armi femminili a sua disposizione, contro Don Bartolo per poter prendere in mano la sua vita. A prima vista è timida e riservata, ma in realtà sa essere anche seducente e poi ha una nobiltà d’animo davvero invidiabile, ma soprattutto ciò che più mi piace di lei è la sua lealtà: quando il Conte Almaviva la chiede in sposa promettendole ogni sorta di fortuna, Rosina rifiuta poiché si è già promessa a Lindoro, un ragazzo umile e senza ricchezze, il quale in realtà è lo stesso Conte sotto mentite spoglie, ma lei non ne è al corrente e gli rimane comunque fedele».

Musicalmente parlando, quali sono le difficoltà e i pregi di questo ruolo?

«Le agilità rappresentano l’ostacolo più arduo, come è tipico del linguaggio rossiniano. Da parte mia sto cercando di fare in modo che la mia voce si pieghi alle innumerevoli sfaccettature di questo ruolo composto da Rossini, ma anche a quelle collegate all’interpretazione. Sin dal suo ingresso in scena, Rosina è una donna giovane ma non totalmente inesperta, sia umanamente che vocalmente, con l’andare avanti dell’opera non fa altro che variare continuamente il suo stato passando dall’essere vezzosa a seducente. Proprio per questo, Rosina è un personaggio davvero interessante da interpretare».

In che modo questa intraprendente fanciulla si relaziona con gli uomini che la circondano?

«Lei e Figaro sono molto complici ed è grazie a lui che riesce ad arrivare alla sua unione con il Conte e ad ottenere, finalmente, la tanto agognata libertà di cui non ha mai goduto. Il suo rapporto con il Conte Almaviva/Lindoro, invece, è un po’ più particolare, soprattutto dal punto di vista musicale. Rossini, infatti, ha tessuto questa trama senza mai dare loro un momento di privacy, non sono mai soli sul palcoscenico, sono sempre disturbati da qualcuno, ma le note che li accompagnano sono assolutamente rivelatrici. A delineare quest’unione è la partitura e non l’azione drammatica».

Cosa può svelarci, nell’imminenza del debutto, di questo nuovo allestimento?

«Sarà una messa in scena assolutamente innovativa, ma come sempre accade con Enrico Castiglione, anche molto rispettosa della tradizione: il pubblico si troverà davanti ad una galleria d’arte del tutto originale. Certamente non mi sarei aspettata niente di meno da parte del maestro Castiglione, un’artista che ormai conosco bene e al quale mi lega un rapporto di stima reciproca consolidato nel tempo. È un regista che riesce sempre ad imprimere la sua visione personale dell’opera senza però mai tradire il volere del compositore. A tutto ciò, si sposa perfettamente il genio creativo di Sonia Cammarata, che per questo Barbiere ha realizzato dei costumi davvero straordinari: io mi sono già innamorata dei miei abiti, tutti costruiti su un gioco di fiori e colori sui toni del rosa, giallo e celeste, una serie di sfumature che richiamano la delicata femminilità di Rosina».

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