De Lisi Lavanco Naglia Bartolotti Inguanta Patronaggio “Il 20 dicembre 2003 sono morta per metà, ma l’altra metà di me porta avanti i valori civili, religiosi e della famiglia” il coraggioso messaggio rivolto ai giovani dell’IISS palermitano dove mercoledì 4 marzo si è tenuto l’incontro “Femminicidio: La Violenza oscura l’altra metà del cielo”. “La scuola è luogo di relazione e confronto non di paura” ha affermato il Dirigente dell’Ambito Territoriale Marco Anello.

Si è tenuto all’IISS “Ernesto Ascione” di Palermo l’incontro dibattito “Femminicidio: La violenza oscura l’altra metà del cielo”. Prosegue la serie di iniziative promossa dalla dirigente scolastica Rosaria Inguanta e rivolta a tutto campo alla formazione degli studenti dei tre rami specialistici: chimico, odontotecnico e ottico della scuola di Borgonuovo. All’incontro di mercoledì 4 marzo momento centrale è stata la testimonianza di Barbara Bartolotti, la signora palermitana, che nel 2003 subì una terribile aggressione, la cui vicenda è raccontata nel libro di Sara Favarò “Una storia barbara”.

Locandina incontro

Molte le presenze autorevoli all’incontro coordinato dal prof. Gioacchino Lavanco, ordinario di psicologia di comunità all’Ateneo palermitano; il dott. Marco Anello, dirigente scolastico dell’Ambito Territoriale di Palermo, la d.ssa Flavia Patronaggio del Centro “Armonia” dell’ASP 6, la prof. Lidia De Lisi, docente dell’Ascione e la d.ssa Francesca Neglia, operatrice della medesima ASP. “La scuola come luogo della civiltà nella sua funzione ampia: a scuola si deve imparare a relazionarsi e confrontarsi con gli altri, non avere paura del confronto” – ha spiegato il dirigente Anello congratulandosi per l’iniziativa formativa. Una testimonianza diretta, lucida, chiara e spiegata sotto ogni aspetto quella di Barbara Bartolotti, che ha parlato della sua sofferenza, ma allo stesso tempo della straordinaria forza rivelatasi in lei sin dal primo momento, da quando si è resa conto di essere vittima di un’aggressione tremenda da parte di un collega di lavoro.

Una Storia Barbara

La Signora Bartolotti ha parlato tanto della sua profonda e drammatica sofferenza di cui porta i segni, quanto della continua forza che ha sentito crescere in lei da quando due ragazzi le hanno dato il primo soccorso, fin quando è iniziato il suo doloroso cammino di ripresa, per il quale non ha mancato di rivolgere parole di gratitudine alla sanità ed in particolare a medici e paramedici che le sono stati accanto. Barbara, che ha sottolineato di aver trovato la forza nella fede, ha sintetizzato i profondi valori di civiltà e attaccamento alla famiglia, accompagnati dalla completa ed assoluta assenza di spirito di vendetta, affermando che: “Nessuno ha diritto di toccare un altro essere umano! Quel 20 dicembre sono morta per metà, ma l’altra metà porta avanti valori civili, religiosi, di mamma e moglie. Ci sarò sempre per aiutare chiunque. Desidero che la mia vicenda serva ad evitarne altre”. Barbara Bartolotti, che con l’aggressione ha perso il suo terzo bimbo, di cui era incinta, ha sempre avuto accanto il marito; è mamma di tre figli, due nati prima della violenza subita, la terza – “Dio me la ha donata” – quattro anni dopo la terribile vicenda. Delle attività di assistenza, supporto e sostegno del Centro “Armonia” di Palermo ha parlato la d.ssa Flavia Patronaggio, la quale ha evidenziato che il centro di via Roma è aperto a tutti, opera in modo completamente riservato e gratuito ed è al servizio di tutti a prescindere da età, sesso e appartenenza sociale.

 Foti Rodrigo

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