Foto dal web
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Se non fosse che in gioco ci sta il futuro di tante famiglie (oltre 40), quella delle lavoratrici di Campomarzo sembra una storia del secolo scorso: da una parte un’azienda che da oltre due anni, non retribuisce il lavoro massacrante delle operaie nelle serre, chiamando in causa lo spettro della crisi e delle difficoltà economiche, e dall’altra il vissuto di tante donne, mogli e madri costrette a scegliere tra sopravvivere o accettare in silenzio di continuare a essere sfruttate.

La speranza di poter voltare pagina è tutta riposta nell’incontro che questa mattina alle ore 9,30 si terrà a Reggio, presso la Direzione provinciale del Lavoro. Un passo avanti, dopo settimane di incontri deludenti tra le lavoratrici – che hanno visto al loro fianco anche il sindaco Maria Carmela Lanzetta –, i rappresentanti sindacali e i vertici dell’azienda “Florinnova” (nata nel 2005 dalla “costola” della Van Zanten e destinata alla produzione di pomodori e altri ortaggi) culminati con la decisione, nei giorni scorsi, di formare un presidio davanti ai cancelli delle serre in attesa di risposte concrete e di garanzie occupazionali. Risposte, attese, dunque, per oggi dalla delegazione di lavoratrici che ieri, nel corso di un incontro promosso dall’Amministrazione comunale, hanno concordato con Domenico Mardarà,(Cgil), Romolo Piscionieri (Cisl) e Lino Demasi (Uil), all’unanimità, le richieste da presentare all’azienda e cioè, il pagamento, entro il mese di aprile della mensilità di gennaio, entro maggio quella di febbraio e l’elaborazione di un piano di rientro per gli anni 2010- 2011 in grado di pagare otto mesi alle lavoratrici stagionali e diciotto a quelle a tempo indeterminato. Naturalmente nel piano di rientro, dovranno pure essere pure considerate quante al momento non stanno lavorando, ma attendono gli arretrati. La speranza è, dunque, che l’ azienda, che lamenta crisi di liquidità e dichiara la propria impossibilità ai pagamenti dei salari, ma che per anni, ha permesso che tante lavoratrici subissero le peggiori condizioni salariali tra l’indifferenza di qualche sindacalista che, probabilmente che non ha realmente tutelato il lavoro sacrosanto di tante donne, sia disponibile al dialogo.

Altrimenti, occorrerà trovare nuove soluzioni per scongiurare il fallimento di una esperienza così importante per un’area della Locride dove il lavoro manca.

Gazzetta del Sud – Imma Divino

 

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