Il Consiglio comunale, riunitosi in adunanza straordinaria su richiesta di Giuseppe Doddo, Francesco Russo, Antonino Italiano, Fabiana Bambaci e Danilo Ficarra, per discutere dell’abbattimento delle accise, ha deciso di predisporre ed approvare un dettagliato e circostanziato documento da inviare agli altri Consigli comunali del comprensorio per allargare il fronte della protesta ai fini della richiesta da portare poi in sede ministeriale.

Della seduta sono rimasti soltanto gli interventi sull’argomento, introdotto da Doddo e poi sviluppato da Antonino Italiano, che ha ricordato come quello delle accise è un problema, che Milazzo avrebbe dovuto risolvere almeno 30 anni fa. “È una vicenda sulla quale bisogna metterci la faccia, – a suo avviso – perché ci sono tutte le condizioni per rivendicare l’abbattimento delle accise, in considerazione del fatto che sul territorio insiste una raffineria, scelta fatta negli anni ’60 da amministratori, che non sono stati lungimiranti”.

Il Consigliere Santi Saraò ha concordato sulla necessità di promuovere un’azione in ambito locale da portare avanti col coinvolgimento di altre Amministrazioni presenti nel comprensorio. Per Alessio Andaloro sarebbe stato opportuno stilare un documento da approvare e poi impegnare altri Comuni, mentre Antonio Foti, manifestandosi favorevole al ragionamento, ha fatto riferimento ad alcune categorie, che non possono più oltre sostenere il peso dell’aumento dei carburanti, ritenendo che a condizionare la crescita del territorio siano stati a suo tempo i provvedimenti, che hanno portato a dichiarare l’area ad alto rischio di crisi ambientale e il sito S.I.N. Deducendo che il problema dell’abbattimento delle accise si collega al tema ambientale ed investe tutto il territorio, entrambe questioni sono da portare avanti. Si riprenderà quando sarà definito il documento in maniera bipartisan.

Nel corso della seduta interventi anche su altre questioni: Doddo è tornato sul porto sostenendo che a Milazzo a differenza di altri scali, non vi sia quella ricchezza, che l’attività portuale offre ed ha annunciato di aver promosso un sit in all’ingresso dell’area portuale dandone comunicazione al locale Commissariato di P.S. Facendo accenno alla presente difficoltà, che si registra nello smaltimento dei rifiuti, Foti ha sostenuto la necessità di un’adeguata impiantistica in provincia e l’importanza di aprire un confronto con enti ed istituzioni interessate. Sulla questione portuale, egli ha parlato di ritardi e mancati interventi, riferendosi soprattutto alla banchina XX luglio ed al molo Marullo, per cui ha auspicato azioni concrete per la sollecita soluzione dei problemi.

Antonino Amato ha comunicato che il passaggio al gruppo misto (già ufficializzato) è stato motivato dalla diversità di vedute politiche con gli altri componenti del gruppo di appartenenza, e quindi mettendo al bando con questo ogni eventuale commento e speculazione politica e confermando anche l’impegno nell’affrontare le problematiche cittadine. Sollevata da Lorenzo Italiano la questione dell’ospedale ed il problema delle criticità e dei disservizi connessi, mentre ha richiamato una nota della responsabile del dipartimento sanità della C.I.S.L. F.P. Messina Venera Mostaccio, con la quale veniva segnalato il perdurare di limitazioni alla viabilità imposte sul cavalcavia, con gli autobus che non possono raggiungere l’ospedale, creando disagi a tanti lavoratori e pazienti. In merito ha chiesto al Presidente del Consiglio se ci sono riscontri da Palermo per affrontare il problema con la presenza dell’Assessore regionale; infine sollecitava l’arrivo in aula del piano regolatore.

Il Presidente Oliva faceva presente che l’Ufficio di Presidenza si è attivato; ma che non c’è stata risposta all’invito indirizzato all’Assessore alla Sanità. Parlava di disinteresse verso gli Ospedali di Milazzo e Barcellona Alessio Andaloro, il quale lamentava poi la gestione del porto di Milazzo chiuso alla cittadinanza senza la volontà politica di riaprirlo: “Ma sarebbe interessante vedere i verbali della Conferenze di servizi e le decisioni, che a suo tempo sono state prese, – concludeva – per capire come si è pervenuti alla chiusura del porto, ad evitare di continuare a parlare senza conoscere la storia”.

 

Foti Rodrigo

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