Cast degli attoriSi può definire una rappresentazione al passo con i tempi quella andata in scena al teatro “Trifiletti” dalla compagnia “Milazzo 2010”, il cui presidente Vincenzo Cannistrà, rivisitando l’opera di Francesco Sineri, si è proposto di far scatenare nel numeroso pubblico il riso spontaneo, ma con un leggero contorno di amarezza: infatti, il cast formato dallo stesso Vincenzo Cannistrà e da Meluccia Gitto, Lia Incorvaia, Daniela Italiano, Pippo Cannistrà, Rosemary Calderone, Vincenzo Ciarrotta, Giuseppe Abbriano, Domenico Buonarrigo, Riccardo Caristi, Ettore La Rosa, ha dato vita ad una vera e propria commedia del romanzesco, nel quale l’intreccio inizialmente doloroso ed ormai inoltrato su un percorso di rassegnazione si trasforma in una storia a lieto fine per l’inserimento di elementi fatui e battute salaci, talora allusive creando la suspense negli spettatori per rendere più avvincente l’intreccio. I due atti, in cui l’opera teatrale si è articolata, hanno presentato due mondi antitetici e conflittuali: l’uno fatto di miseria e di lotta per la sopravvivenza; l’altro opulento e contrassegnato da mollezza. A fare da anello di congiunzione è il personaggio di Elena, giovane figlia del Cavaliere Pignata (impersonata da Rosemary Calderone), che con la sua dolcezza e raffinatezza è riuscita non solo a fare trionfare l’amore col suo pretendente, ma anche a stabilire un rapporto idilliaco fra gli esponenti dei due ceti sociali all’insegna della solidarietà umana. A risaltare lo scenario della realtà descritta, hanno contribuito la dizione prevalentemente in dialetto messinese con frasi tipiche di alcuni personaggi appartenenti al contesto milazzese nonché l’accentuazione di alcuni gesti apparentemente banali, ma caratterizzanti talune azioni della quotidianità. Il tutto è combinato per accendere una comicità composita, fatta di parole e di situazioni, congetturando una superiorità morale dello spettatore sui personaggi, ma ammettendo nel contempo qualsivoglia riflessione sulle circostanze esilaranti interpretate. Piena è stata la partecipazione della compagnia ai personaggi espressi: Rosemary Calderone ha qualità di una professionista padrona del palcoscenico, in grado di calarsi a fondo nella parte attribuita per via di una esperienza, che le ha acquisito un’interessante poliedricità. Vincenzo Cannistrà, nell’esprimere soddisfazione per la serata, ha elogiato tutti i suoi colleghi per l’impegno congiunto a far gioire il pubblico in un periodo triste come quello attuale. La sua ispirazione ha fornito lo spunto geniale per inserire nella trama una scena del tutto inedita, quale quella delle finte esequie, a lasciare intendere quanto essenziale sia l’ingegno per la sopravvivenza. Meluccia Gitto si è sentita a proprio agio nei due ruoli appartenenti alle sfere antitetiche racchiudendo la speranza che attraverso il teatro, autentico specchio del reale, la vita socio-economica odierna possa migliorare.

 Foti Rodrigo

 

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