monte-di-pieta-200Mi è capitato domenica 23 luglio verso le 22 di trovarmi casualmente davanti al Monte di Pietà. Ho notato gente all’ interno e curioso mi sono avvicinato. Sulla meravigliosa scalinata, una compagnia teatrale amatoriale, che ho scoperto in seguito si chiama Cameris metteva in scena un lavoro del teatro dialettale siciliano. Devo confessare la mia idiosincrasia e poca dimestichezza con questa forma di spettacolo. Ma la scalinata mi attrae e resto un po’ a vedere. Mentre passavano i minuti i miei occhi e la mia attenzione leggevano sempre più sfocato l’ambiente mentre contestualmente attirava la mia attenzione uno degli attori. Non so e non ho chiesto come si chiamasse. Forse era inutile saperlo. Un signore con una faccia antica, quasi nordafricana che riusciva a parlare con gli occhi, la faccia, le mani. Un corpo che distribuiva parole con la stessa frequenza con cui la sua bocca ne pronunciava altrettante. Accanto a lui tutti mi sono sembrati bravi. Forse perché proprio accanto a lui. Credo di averlo sentito chiamare Mario o qualcosa di simile. Ma non importa. Mi ha indotto in parecchie risate senza eccessi, volgarità esagerazioni.

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