“In merito alla vicenda del serbatoio di Montesanto di cui abbiamo parlato ieri nella diretta facebook del Sindaco – scrivono in una nota congiunta l’Assessore al Contenzioso e alle Politiche Ambientali Dafne Musolino e il geologo Salvo Puccio già presidente di AMAM –  a seguito della nota trasmessa dal Vice Presidente della Regione Siciliana e Assessore per l’Economia Gaetano Armao, possiamo confermare che il Governo regionale continua ad essere ignorante con l’aggravante che di tale ignoranza sembra volersene pure fare un vanto.

Leggendo la nota dell’Assessore Armao, infatti, risulta evidente come lo stesso ignori totalmente una serie di circostanze che, invece, non solo avrebbe già dovuto conoscerle ma che, comunque, si sarebbe dovuto premurare di approfondire prima di scrivere l’ultima nota.

L’assessore Armao, invece, rivendicando una sorta di ignoranza come condizione di esclusione della sua responsabilità politica per le dichiarazioni già rese, con la nota del 7 aprile 2021 ha contestato al Comune di non avere mai ricevuto neppure un ‘allegato progettuale, scheda illustrativa o anche una semplice relazione tecnica per un’opera di manutenzione straordinaria che dovrebbe essere realizzata in re aliena” ignorando – o fingendo di non sapere – che l’opera di cui si parla ha una lunga storia di incompiute e sprechi di denaro pubblico per la quale, invece di continuare a vantare la propria ignoranza, il rappresentante del Governo regionale avrebbe dovuto cercare di porre in essere ogni utile correttivo per accelerare l’iter per la realizzazione della struttura stessa.

Risulta infatti inaccettabile quanto dichiarato dall’Assessore Armao laddove lo stesso lamenta una grave carenza documentale considerato che nel 2016, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Presidente della Regione siciliana, del Rettore dell’Università degli Studi di Messina e del Sindaco Metropolitano, il Progetto per l’adeguamento ed il ripristino del serbatoio acquedotto Montesanto I è stato inserito nel Masterplan della Città Metropolitana di Messina, finanziato in parte con il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020, e per altra parte con somme del Committente.

Contrariamente a quanto affermato dal Vice Presidente della Regione, infatti, l’intervento per i lavori di adeguamento e ripristino del serbatoio sono ben noti allo stesso Governo regionale che non può fingere di ignorare che il relativo progetto, consegnato in data 31/10/2018 dalla RTP Engeo Associati – Engineering e Geology (che si è aggiudicata la gara per la progettazione) – ha ottenuto il parere favorevole in sede di Conferenza dei Servizi in data 10 gennaio 2019.

Ciò a dimostrazione del fatto che la progettazione esiste, è stata trasmessa, vagliata ed approvata dagli Uffici competenti tra i quali non rientra l’Assessorato per l’economia perché ente non titolato ad esprimere parere tecnico, ma ai quali l’Assessore Armao, che forse ignora anche questo dato, avrebbe potuto e dovuto chiedere di trasmettergliene copia invece di rivendicare la pretesa mancanza di documentazione progettuale quale motivazione per la diffida all’avvio dei lavori di adeguamento e ripristino dell’impianto in questione.

Con la nota del 7 aprile inoltre, l’Assessore Armao smentisce il suo dirigente o mente? Perché mentre il suo dirigente comunica, al Comune di Messina per ben due volte (il 22 gennaio ed il 30 marzo), che la pratica è all’attenzione dello stesso Assessore, lo stesso Armao – proseguono Musolino e Puccio – comunica che non sapesse nulla e che lo stesso Assessorato non ne era a conoscenza; tra l’altro sia AMAM che il Comune di Messina ne avevano chiesto la cessione con note che portano date tra il 2018 ed il 2020 quindi come si può asserire che l’Assessorato non fosse all’oscuro?

Per quanto attiene, poi, alla valutazione economica del cespite in questione, per la quale l’Assessore Armao dichiara di avere già  dato mandato al Dipartimento regionale tecnico, si precisa fin d’ora che non si consentiranno speculazioni economiche di alcun tipo: il cespite, come lo definisce l’assessore Armao, altro non è che uno scheletro di cemento in stato di totale abbandono, divenuto preda negli anni di atti di abusivismo a causa dei quali, dopo l’intervento della Polizia Municipale di Messina, la Procura della Repubblica ha convalidato il relativo sequestro conservativo e che allo stato attuale costituisce un pericolo per la pubblica incolumità tanto da avere reso necessaria l’adozione di un’ordinanza sindacale ex art. 50 del TUEL in merito alla quale l’Assessore Armao, nella sua infinità bontà, comunica di non opporsi alla esecuzione degli interventi per la messa in sicurezza da parte di AMAM. E menomale aggiungiamo noi.

Si respinge al mittente, infine, la provocazione dell’Assessore Armao laddove lo stesso si domanda come faccia il Comune a chiedere l’accesso all’area considerato che ha già un progetto esecutivo, per la cui redazione sarà stato necessario accedere all’area in questione ed eseguire le relative misurazioni, osservando che i sopralluoghi da parte dei tecnici in un’area abbandonata per le misurazioni strumentali sono ben altra cosa che l’avvio di un cantiere che prevede l’esecuzione di opere di adeguamento e  ripristino dell’impianto… ma del resto, se avessimo dovuto attendere il permesso della Regione per redigere il progetto a quest’ora saremmo ancora fermi e i diritti dei cittadini messinesi sarebbero stati ancora una volta calpestati da una politica regionale che della propria insipienza sembra averne fatto un vanto.

Dunque il Vice Presidente della Regione con la nota inviata ieri 7 aprile 2021, ricevuta oggi, ha inteso chiarire due cose: che la Regione non si oppone all’esecuzione degli interventi per l’eliminazione dei pericoli alla pubblica incolumità derivanti dallo stato di totale abbandono dell’area ma, al contempo, lo stesso Armao “conferma la disponibilità a concordare sia ipotesi di acquisto che di concessione in locazione, come prospettato”.

Valorizzazione, messa a reddito, acquisto, concessione. Ma i beni della Regione vengono gestiti così? Un serbatoio che doveva essere completato 30 anni fa e che oggi è lasciato a marcire e che per diritto è dei messinesi in quanto inserito nelle opere da consegnare al Comune di Messina, come quello già consegnato oltre 30 anni fa, oggi diventa oggetto di messa a reddito? E fino ad oggi che reddito ha prodotto? Inoltre, il Comune di Messina non sarebbe autorizzato ad avviare i lavori di adeguamento e ripristino dell’impianto perché, nonostante il relativo progetto sia stato approvato in conferenza dei servizi nel 2019, ed il Comune abbia già fatto richiesta di cessione dell’area e del relativo manufatto oltre due anni fa, lo stesso Assessore non avrebbe mai ricevuto il relativo progetto? Si ristudi la corrispondenza Assessore Armao.

Non si comprende che cosa se ne sarebbe dovuto fare l’Assessore per l’Economia di un progetto esecutivo di adeguamento dell’impianto di raccolta delle acque, così come non si comprende per quale ragione l’Assessore per l’Economia, invece di recuperare gli elaborati progettuali presso gli uffici competenti che li hanno vagliati ed approvati, ne chieda conto al Comune di Messina, ma di certo ci è chiara una cosa: dopo due anni di richieste di cessione dell’area da parte del Comune di Messina, l’Assessore per l’Economia non è ancora riuscito a quantificarne il valore economico del cespite e per tale ragione pretenderebbe di impedire l’avvio dei lavori già approvati e finanziati.

Dinanzi ad una tale pretesa – conclude il documento – irricevibile ed inaccettabile, non possiamo che confermare l’appuntamento per lunedì 12 aprile 2021 alle ore 7,00 in località Montesanto dove, quale che siano le pretese dell’Assessore Armao, i lavori prenderanno avvio in ogni caso, senza se e senza ma”.

L’Assessore al Contenzioso e Politiche Ambientali Avv. Dafne Musolino

     Il Geologo Dott. Salvo Puccio

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