santisi assessore messinaIn merito ad un cartellone pubblicitario con contenuto sessista apparso nelle strade della città di Messina, l’assessora alle Pari Opportunità, Nina Santisi, in una nota, dichiara che: “Lamento che ciclicamente si assiste a riedizioni di manifesti pubblicitari che, sfruttando allusioni e stereotipi di genere volgari, ledono la dignità della donna e la società tutta. E’ il caso di una pubblicità apparsa in questi giorni in tabelloni della città, a cui evito di fare per scelta precisa alcun riferimento, che utilizza l’immagine di una modella con uno slogan sessista. Ennesima circostanza che non si può tacere e tollerare. La pubblicità ci ha, purtroppo, abituati a modelli di genere da combattere, legati a contenuti più ampi di cultura, di identità e potere. Spesso pesanti doppi sensi e giochi di parole come in questo ultimo caso – prosegue l’Assessora – e combinazioni ironiche legittimano immagini fortemente discriminatorie.

Il sottinteso è ancora più pericoloso, come un certo ammiccamento collegato a sopraffazione e sottomissione. La pubblicità è comunicazione, diffonde linguaggi, valori. Contribuisce a costruire l’immaginario collettivo. Influenza e orienta opinioni e atteggiamenti e rischia di rendere tolleranti agli stereotipi. L’Amministrazione Accorinti, con Delibera n. 818 del 21 ottobre 2014, promossa dalla collega Patrizia Panarello, ha aderito alla campagna dell’Unione Donne Italiane (UDI) contro le pubblicità lesive della dignità della donna e con tale delibera ha voluto aderire alla moratoria di iniziativa europea, ricordando che questa tipologia di pubblicità è una violazione del codice della Comunicazione Commerciale dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria.

Pertanto – conclude la Santisi – inviterò personalmente l’operatore commerciale a rimuovere immediatamente quelle immagini, informandone le associazioni di categoria e colgo l’occasione, secondo quanto già previsto nella Delibera del 2014, per condividere con il Consiglio comunale la modifica del Regolamento per la pubblicità e le pubbliche affissioni, affinché casi del genere non possano più ripetersi in futuro”.

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