111Cattive notizie per i cittadini messinesi, dinnanzi all’imminente chiusura di alcuni uffici postali sparsi in varie aree della città. Oggetto dell’incontro avvenuto nel pomeriggio di lunedì 27 gennaio a Palazzo Zanca, ha visto contrapporsi la politica dei numeri manifestata dalla società Poste Italiane e la politica sociale avanzata dal Sindaco e dall’Amministrazione Comunale in difesa del bene comune.

Attorno alla questione è sorto così un dibattito che ha posto in evidenza il peso degli interessi della cittadinanza nelle scelte compiute dall’azienda. Presieduto dall’Assessore Dafne Musolino insieme al Primo Cittadino, il dibattito ha visto partecipare altresì l’Onorevole De Domenico, il Presidente della Prima Municipalità Scopelliti, il Consigliere di circoscrizione Crupi ed il Consigliere comunale Mangano. Per Poste Italiane vi erano Alberto Russo (Responsabile Relazioni Istituzionali Territoriali Sicilia), Cosimo Andriolo (Responsabile della Macro Area Sicilia di Mercato Privati), Fabio Piazza (Direttore della Filiale di Messina 1), Fabio Adami (Responsabile Mercato Business e Pubblica Amministrazione Macro Area Sud) e Fabio Davi (Responsabile qualità Macro Area Logistica delegato dal Responsabile di Area Territoriale di Posta Comunicazione e Logistica).

L’ordine del giorno ha esaminato vantaggi e criticità, includendo per esempio la tutela occupazionale e la garanzia di servizio nei villaggi periferici della cittadina. Questi ultimi, infatti, sono ben quaranta e distano parecchio dal centro abitato; i loro abitanti sono spesso anziani con difficoltà di spostamento, per i quali gli uffici postali rappresentano un luogo di ritrovo che fornisce presenza istituzionale in ambito locale.

Ma i disagi riguarderebbero anche la zona centrale, con la chiusura degli uffici 1 e 16, rispettivamente in Via Nicola Fabrizi e in Via Pietro Castelli, sedi poste in luoghi strategici e molto trafficati. Un fattore evidenziato dal Sindaco De Luca è anche l’aspetto storico di alcune sedi nel territorio: l’ufficio di Mili San Pietro risale a centocinquanta anni fa, dato che la Società postale paradossalmente non conosceva. Ovviamente sono state analizzati pure i fattori negativi di determinate sedi esistenti, quale l’inagibilità dell’ufficio di Pace i cui locali inidonei ne hanno reso necessaria la chiusura da ormai quattro mesi.

La comunicazione della scelta definitiva dei vertici aziendali in merito al già avviato programma di chiusura ha comunque ricevuto solo un rinvio a breve. Durante il confronto Poste Italiane ha tuttavia assicurato che le chiusure non comporteranno dei licenziamenti, rispettando le esigenze di ambedue le parti. Ha ascoltato attentamente i rilievi indicati dall’Amministrazione Comunale, nonché dalla Prima Municipalità, garantendo la ricerca della migliore soluzione per le esigenze territoriali.

Cristina Trimarchi

 

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