la sicilia ai sicilianiRiceviamo e pubblichiamo la seguente nota: <<Riguardo la tematica sulla portualità ci piacerebbe fare sentire la nostra voce dando qualche spunto propositivo e di riflessione  per l’intera collettività.

Messina, insieme ai suoi mille paradossi, vive con un contenzioso tra Ente Porto e Autorità portuale.

Una situazione di stallo che ha avuto sicuramente una unica vittima, ossia la nostra città.

Premettendo che il nostro pensiero al riguardo non è di natura partitica, in quanto siamo una associazione non legata a nessun partito politico e a nessun gruppo di speculatori edilizi,  non riusciamo a spiegarci il perché dell’accanimento cosi feroce sull’Ente Porto definito come un ente inutile o   “mostro burocratico della Regione Siciliana”.

Più che puntare il dito sull’ente,  sarebbe corretto puntarlo sull’incapacità e sulla volontà di una classe politica che si è negli anni alternata sia alla Regione che a livello nazionale, umiliando le prerogative e le finalità dell’Ente a vantaggio di meri interessi personali.

Ma intanto capiamo cosa è l’Ente Porto?

Con La legge n. 191 del 15/03/1951 viene istituito il Punto Franco di Messina che doveva essere gestito ed amministrato da un apposito Ente.

Proprio la gestione e l`amministrazione del Punto Franco fu causa di un aspro contenzioso tra lo Stato e la Regione Siciliana, conclusosi con la decisione dell`Alta Corte di Giustizia (le cui competenze furono poi assorbite dalla Corte Costituzionale) n. 17 del 31/10/1951, la quale ha statuito che, la gestione e l`amministrazione del Punto Franco doveva essere attribuita alla Regione.

Fu così che, la Regione Siciliana costituì, per la gestione e l`amministrazione del Punto Franco di Messina con D.P.R.S. n. 270/A del 10/03/1953, l`Ente Autonomo Portuale di Messina, a cui fu affidato anche il compito di assumere qualsiasi servizio che abbia attinenza con traffici commerciali e con attività  industriali, che interessino direttamente ed indirettamente il Porto di Messina.

Tra le principali attività vi è quella appunto di realizzare il Punto Franco, un progetto che negli anni ‘90, fu regolarmente approvato dalle competenti Autorità e dotato della necessaria copertura finanziaria.

Ma questa iniziativa, però, fu bloccata, con nota del 12/01/1996, dalla neo-istituita Autorità Portuale di Messina, che assumeva di essere titolare, fra l`altro, di tutte le aree ricomprese nella “Zona Falcata” di Messina.

L’inizio della fine.

In associazione abbiamo approfondito il tema, la nascita, il vissuto, le prospettive e le finalità dell’Ente Porto, consultando vari studi di fattibilità come quelli dell’Avvocato Rizzo-Nervo o del Prof. Ukmar (massima autorità del settore in Italia) che ne descrivono il percorso e le potenzialità come  un moltiplicatore d’impresa checreerebbe 3000 posti di lavoro in tre anni ” afferma l’Avvocato Rizzo-Nervo.

In questi studi si evidenzia anche la possibilità di estendere il territorio concedendo ad esempio alla zona Asi di Giammoro ed altre aree vicine (in Europa l’area di alcuni Punti Franchi è stata estesa, quindi fattibile anche a Messina) la possibilità di essere utilizzate come scarico merci, stoccaggio e lavorazione di prodotti e materie prime.

Oggi queste zone utilizzate soltanto come zona d’ attracco di petroliere, con i disastrosi rischi ambientali e non solo connessi che ben conosciamo.

Citando sempre  questi studi, la zona falcata di Messina potrebbe ricoprire il ruolo di area uffici sia amministrativi che di rappresentanza, punto ideale d’incontro tra domanda ed offerta.

Una prospettiva di questo tipo che potrebbe rilanciare la nostra Fiera Internazionale.

Abbiamo anche appurato che con l’accorpamento delle Autorità Portuali in Italia, come Messina rischi di cedere, insieme al suo tesoretto, la gestione del proprio porto all’Autorità Portuale di Gioia Tauro, fatto che se si verificasse potrebbe sancire il definitivo tramonto delle speranze di rinascita per la città dello stretto.

Oggi, avallando la scelta di rinunciare  al porto franco, stiamo cancellando le fondamenta storiche ed economiche di Messina senza una pur minima analisi e riflessione, precludendoci a priori un diritto unico all’interno del contesto Europeo.

In conclusione riteniamo come per Messina sia  fondamentale mantenere la propria autonomia nella  gestione della portualità salvaguardando l’opportunità di usufruire del punto franco ripercorrendo quella che, nei secoli è sempre stata la vocazione naturale della città, che la rese grande nel panorama Europeo ed Internazionale.

 

 

 

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