Messina – Il Pd ha illustrato le linee generali di una diversa gestione dei rifiuti che possa portare alla raccolta differenziata. “Finora non c’è stata alcuna strategia del settore, ma solo annunci” dicono i consiglieri dell’opposizione, che presentano una proposta alternativa, puntando sulle quattro R. Una politica che crede nella differenziata (anche a Messina) è possibile. Il Pd ci crede ed infatti oggi in conferenza stampa ha illustrato le linee direttive di una proposta articolata in più punti ma con un unico obiettivo: attuare una strategia della raccolta differenziata.
Presenti all’incontro con i giornalisti il segretario cittadino del Pd Peppe Grioli, il capogruppo Felice Calabrò ed i consiglieri comunali che hanno spiegato nei dettagli e con l’ausilio di un video come davvero sia possibile cambiare e invertire una rotta che vede Messina e gran parte della Sicilia agli ultimi posti della classifica nazionale. “E’ possibile cambiare- dichiara Grioli- solo affrontando tre questioni: i costi del servizio, la qualità del servizio stesso e il rispetto della normativa in materia che impone regole ben precise anche a proposito di apertura al mercato ed ai privati, attraverso le gare a doppio oggetto”.
Finora, sottolineano i consiglieri d’opposizione, la politica sui rifiuti è stata fallimentare, anzi è mancata una strategia ed i rifiuti continuano ad essere un problema ed un costo.
“Il tema è troppo importante per essere racchiuso nelle misere lotte tra Ato3 e Messinambiente-continua Grioli- un circolo vizioso che ha causato debiti, la liquidazione del soggetto gestore ed il fallimento della differenziata. Messina continua a scaricare a Mazzarrà Sant’Andrea il 93% degli indifferenziati, con una spesa che supera i 6 milioni l’anno”.
Le soluzioni alternative ci sono, ma il primo passo, ed è questo che il Pd chiede, è la predisposizione da parte della giunta di una delibera quadro nella quale venga indicato, per ogni singolo servizio se l’amministrazione intende procedere con la liberalizzazione o continuare in regime di esclusiva. In caso di liberalizzazione è possibile, come auspicano i consiglieri del Pd, procedere con una gara ad evidenza pubblica a doppio oggetto che consenta all’eventuale socio privato di acquisire il 40% delle quote ed immettere capitali per la gestione.
“Il Comune non si capisce ancora bene che intenzioni abbia- spiega Felice Calabrò- sia chiaro il nostro discorso non è limitato al problema dell’impianto di Pace, che pure è indispensabile, ma va oltre, ad una politica integrata della gestione dei rifiuti, senza confusioni. La Regione ad esempio ha previsto il passaggio da 27 a 9 Ato (in ambito provinciale), ma Messina ha presentato richiesta per sganciarsi in modo autonomo, replicando quanto fin qui fatto, senza proporre soluzioni nuove”.
E’ impensabile pensare di continuare a gestire il settore scaricando solo a Mazzarrà, ipotizzando una fusione tra Ato3 e Messinambiente, senza riuscire a guardare oltre. Il Pd punta su una proposta dalle quattro R: riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero. E’ chiaro che la riduzione dei costi, nonché le altre tre R, richiedono un cambiamento a monte di mentalità, l’apertura ad investimenti prevista dalla norma, la realizzazione di impianti per il riutilizzo e il riciclo.
Se per la semplice scerbatura si scatenano “conflitti” di competenza ed attribuzione e si trovano in strada decine di cooperative tra Messinambiente ed Ato3 è evidente che non potrà mai trovarsi una soluzione che risolva complessivamente il problema.
“Crediamo che la città possa avere ancora un futuro-conclude il Pd- ma bisogna chiudere il capitolo delle mistificazioni e aprire quello della politica trasparente che si pone obiettivi e li realizza”.
Se finora non c’è mai stata una vera emergenza è solo grazie alla serietà ed al senso di responsabilità di chi lavora, ma la politica dei rifiuti non può essere limitata alla sola raccolta ed al trasporto in discarica. Questa non è politica, è manutenzione ordinaria.
Tempostretto.it – Rosaria Brancato

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