In merito all’articolo riportato in prima pagina sulla Gazzetta del sud del 14 gennaio 2023 dal titolo “Messina, il caso Tari tiene banco”, l’Amministrazione Basile interviene sui tempi delle esenzioni e delle riduzioni Tari con una nota evidenziando in premessa,  “Occorre sottolineare che analoga questione era stata posta, lo scorso 7 dicembre dal consigliere Cosimo Oteri, dopo la conclusione del bando per le domande di richiesta esenzione e riduzione TARI, e l’Amministrazione aveva già risposto tempestivamente, considerando quindi ormai chiarito l’argomento”.

“Purtuttavia ripartiamo dall’inizio”, continua la nota. “Quando una parte del Consiglio comunale a settembre 2023, nell’approvare i requisiti per accedere al bando di riduzione ed esenzione TARI per un totale di 733.000 € di fondi, che il Sindaco, come assessore al Bilancio, aveva stanziato nel bilancio 2023, decise di emendare la proposta di delibera, obbligando l’Ente ad accettare anche domande cartacee per accedere al bando; l’assessore Roberto Cicala con delega ai tributi e ai sistemi informativi, sia in Commissione che in Consiglio comunale fece presente che la procedura cartacea non avrebbe permesso in tempo di poter inserire nella bolletta di saldo 2023, agli aventi diritto, la riduzione spettante.

Questo perché la misura non è un “bonus”, ma un’esenzione o riduzione alla TARI e come tale va calcolata al momento dell’emissione delle bollette/fatture inserendo nella scheda contabile del soggetto passivo l’importo spettante e quindi detrarre la riduzione parziale o la totale esenzione dal totale da pagare.

Le bollette/fatture saldo 2023 sono state calcolate prima della fine di novembre pertanto, soltanto una procedura totalmente digitale delle domande avrebbe permesso l’inserimento per i beneficiari dell’importo spettante, già nella bolletta di saldo 2023.

Con più di 4.200 domande cartacee in cui occorre verificare il documento di identità, la corretta iscrizione al tributo TARI, il certificato ISEE attraverso una richiesta ad INPS e poi digitalizzare il dato per creare una graduatoria, non è attività fattibile in poche settimane.

L’attività è stata pianificata già da tempo e sarà conclusa entro la prossima emissione delle bollette/fatture di acconto 2024 e prevede un calcolo che terrà conto degli importi spettanti, verificando crediti e debiti del ruolo Tari del soggetto passivo beneficiario.

Qualora, per un qualsiasi motivo, il soggetto beneficiario della riduzione o esenzione della TARI per l’anno 2023, non abbia più una iscrizione per l’anno 2024, ad esempio perché emigrato, si procederà ad emettere calcolo a credito e rimborso dell’importo spettante, ovviamente se già pagato regolarmente.

In conclusione, si vuole ribadire a quella parte di Consiglio che osteggia la digitalizzazione dei servizi comunali, che obbligare l’Ente ad utilizzare ancora modelli cartacei per i servizi comunali, non è altro che un danneggiamento agli stessi cittadini. L’impegno di questa Amministrazione è quello di colmare il GAP digitale fra i cittadini; quindi, la politica corretta è quella di aiutare coloro che non riescono oggi ad accedere ai servizi digitali fornendo loro gli strumenti per mettersi al pari degli altri e non quello di lasciare servizi vecchi ed obsoleti, costosi e lenti, rimanendo indietro nel processo di digitalizzazione del Paese sprecando risorse per attività inutili.

Per questa ragione era stata anche prevista la possibilità di delegare soggetti che potessero dare aiuto alla presentazione della domanda, come ad esempio parrocchie, associazioni di volontariato, Caf, patronati, amici, parenti, etc..

Oggi la quasi pluralità dei servizi comunali e statali sono accessibili solo attraverso procedure telematiche, e senza andare lontano, si ricorda come in una sola settimana il comune di Messina ha gestito l’emissione buoni mensa per gli alunni delle scuole comunali in maniera totalmente digitale e si ricorda ancora che nel 2020 in piena emergenza COVID  sempre il comune di Messina riuscì ad erogare entro poche settimane i buoni spesa alimentare ad oltre 10.000 famiglie, con una piattaforma creata a misura per l’occasione.

Provate ad immaginare se avessimo permesso anche la possibilità di richiedere i buoni alimentari con le domande cartacee? Forse la gente – conclude la nota – oggi sarebbe ancora in fila ai supermercati e alle farmacie”.