CISL unisceTonino genovese e calogero emanuele: “si lavori a una programmazione ragionata rispetto alle esigenze del territorio. Saranno tre anni decisivi per l’offerta sanitaria”. “Le perplessità e le criticità mosse dalla Cisl hanno trovato riscontro nel congelamento e nel rinvio della rimodulazione della Rete Ospedaliera al 2017. È la prova non è stato il frutto di un lavoro e di una valutazione ragionata rispetto alle esigenze del territorio”.

Per Tonino Genovese, segretario generale della Cisl Messina e Calogero Emanuele, segretario provinciale della Cisl Fp, questa è un’occasione da non sprecare per organizzare e programmare bene i servizi sul territorio. “Si era operato – aggiungono – una sorta di taglio lineare, guardando solo ai titolari di UOC prossimi alla quiescenza con scelte illogiche e dissennate”.

Genovese e Emanuele si aspettano che adesso la Commissione Sanità faccia quel lavoro vero e serio che non è stato fatto nella fase di presentazione della bozza della Rete ospedaliera.

“Tutti ricordiamo la visita della sesta commissione senza il coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali – spiegano – oggi si da un’altra opportunità ai Sindaci dei distretti sanitari che dovranno avere la capacità e la caparbietà di saper difendere un territorio martoriato, senza dormire sugli allori. I dirigenti amministrativi e medici devono avere la capacità di organizzare al meglio le strutture e i servizi che saranno oggetto di valutazione triennale finalizzata alle scelte future e al destino dei vari presidi che meritano di essere mantenuti. Ma – avvertono Genovese e Emanuele – bisogna migliorare la qualità dei servizi erogati e soprattutto valorizzare le professionalità esistenti spesso messe in disparte”.

La Cisl si rivolge quindi soprattutto ai management delle Aziende per la definizione immediata di piani di azione e di programmazione condivisi con gli stakeolders.

“È arrivato il momento di fare scelte ponderate e parametrate sul territorio – concludono Tonino Genovese e Calogero Emanuele – Lo devono fare i presidi ospedalieri dell’Azienda provinciale ma anche per l’Ospedale Papardo-Piemonte per il quale sembra si voglia intraprendere a tutti i costi un percorso che ha ancora dei lati oscuri e incomprensibili”.

 

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