Ai caselli di Tremestieri e Villafranca Tirrena situazione più o meno invariata. Comportamenti non omogenei in Sicilia. I Forconi vanno avanti fino al 26 per conoscere gli esiti dell’incontro col Governo nazionale.  Forza d’urto, giornata di passione numero sei. I viveri scarseggiano. La benzina è introvabile. L’assalto a supermarket e rifornitori di carburante è ripartito. Sembra il diario di una di quelle storie apocalittiche da film, ma lo scenario attuale in Sicilia non è molto differente da questo. Si tenta di tornare alla normalità, ma il movimento non sembra avere più la compattezza dei primi giorni, con evidenti divisioni tra chi vorrebbe continuare a oltranza e chi, invece, è disposto ad allentare la presa.

Teoricamente da mezzanotte gli autotrasportatori hanno dato il rompete le righe, lasciando soli sul “campo di battaglia” i Forconi. Per questo le conseguenze non sono omogenee nel territorio. Resta difficile, infatti, la situazione ai caselli di Messina e Catania. Il leader del Movimento dei forconi Martino Morselli detta agli autostraportatori e agli agricoltori la linea della nuova fase della protesta: «Siamo pronti a tutto, ma occorre adesso far riprendere il trasporto delle merci. L’agitazione continuerà fino al 26 e sarà visibile nei presidi, consentendo però ai tir di scorrere». Troppo lento, al momento, appare però l’avvio di questa diversa forma della mobilitazione.

Così resse e tensioni si registrano ai distributori di benzina, con lunghe file agli impianti a caccia di litri di carburante. Le autocisterne fanno la spola con i distributori, ma perché si torni alla normalità ci vorrà tempo. Il 26 è il giorno dopo l’annunciato incontro tra Mario Monti e Raffaele Lombardo e, evidentemente, i manifestanti non vogliono presentarsi in disarmo. Se, dunque, il questore di Enna Salvatore Patanè assicura che «nell’ennese i blocchi sono cessati», altrove, come in provincia di Siracusa, la situazione è diversa. I presidi dei manifestanti sono presenti agli svincoli autostradali della “Siracusa-Catania” e della “Siracusa-Gela” ed agli ingressi delle raffinerie situate nella zona industriale di Priolo. Un altro gruppo di manifestanti ha spostato la protesta al pontile della Baia di Santa Panagia, alle porte di Siracusa, dopo aver sciolto i blocchi sulla statale “114”. A Lentini, alcuni tir partiti da uno dei presidi allo scadere della mezzanotte sono stati fermati sulla statale “194” all’altezza di Francoforte.

A Messina la situazione ai caselli in entrata ed uscita di Tremestieri e Villafranca Tirrena è rimasta pressoché invariata dopo la decisione del movimento di proseguire la protesta almeno fino a mercoledì prossimo. Tir e camion rimangono fermi lasciando passare, come sempre, le auto private, i pullman e gli altri mezzi. In città gli scaffali di molti supermarket e botteghe sono semivuoti e stamattina si sono create lunghe file in diversi distributori, in attesa dell’arrivo dell’ormai “agognata”benzina. Un’attesa che, però, potrebbe essere anche molto lunga.

Tempostretto.it

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