sede-cisam-spoletoCaro Tito, come ti accennavo precedentemente, era mio grande desiderio trascorrere qualche giorno a Spoleto (in provincia di Perugia, nella magica Umbria, già goduta nell’ottobre 1968 con la mia band Euro Universal in Assisi e dintorni). Avrei voluto andarci per farmi almeno un’idea del tipo di organizzazione socio-culturale, turistica ed economica  che riusciva ad attrarre una marea di turisti e, in particolare, di intellettuali e di artisti (specialmente con innumerevoli iniziative note anche a livello internazionale come il celebre e celebrato “Festival dei Due Mondi”). Sai bene come e quanto credessi al turismo e alla cultura di qualità per Badolato, mio sempre amato paese natìo. Lavoravo per questo ed ero sicuro che Spoleto avesse potuto darmi una qualche risposta da concretizzare,  poi  (con le dovute proporzioni tra le due realtà) in Badolato borgo, che a suo modo era un interessante “paese d’arte” e, comunque, abbastanza suggestivo da poter attrarre veri intenditori.

logo-cisam-spoletoL’occasione di recarmi a Spoleto si è presentata nell’aprile 1975 con la mia partecipazione, in qualità di uditore, all’annuale “Settimana di studi altomedievali” che, in qualche modo, avrebbe potuto interessare il mio suggestivo e antico borgo  che ho sempre voluto rifulgesse al massimo possibile. Dopo la Mostra del cinema d’autore di Sanremo, questo di Spoleto era il secondo evento tematico di carattere veramente internazionale cui partecipavo. Non che mi erano, prima, mancate esperienze di contatti esteri (come le due distinte  settimane svizzere  dell’agosto 1965 e dell’agosto 1967, la settimana di Lourdes, in Francia nell’agosto 1967 e gli ambienti internazionali frequentati a Roma) … tutte occasioni che avevano contribuito a farmi un’idea su altre nazioni, mentalità  e culture … però  Sanremo e Spoleto erano manifestazioni omogenee in un ben determinato settore culturale, durante cui era possibile incontrare e colloquiare con studiosi ed artisti di numerose nazioni, ma tutti impegnati nella medesima materia espressiva (cinema) e di studio (storia altomedievale). Da allora  (1974-75) sarebbero seguite, con mia grande gioia,  tante altre preziose occasioni di eguale o addirittura superiore spessore. Sempre finalizzate, in gran parte, per migliorare  Badolato.

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Caro Tito,  lo abbiamo sperimentato tutti: ciò che accomuna un qualsiasi incontro o cooperazione (stabile od occasionale) tra persone (con un unico interesse, scopo o ideale) e di genti (con le medesima tensione intellettuale) è l’energia interiore. Sappiamo bene che ogni essere esistente (non soltanto vivente) emana una propria, singolare e  particolare energia. C’è l’energia individuale, familiare, quella di un paese, quella di un’associazione o di un ben determinato ambiente sociale o semplicemente territoriale (un panorama, un albero, una pietra, un ruscello, il mare, ecc.). C’è l’energia delle grandi masse riunite per qualche celebrazione o necessità (esercito, sport, scioperi, manifestazioni, volontariato, emergenze, ecc.); c’è l’energia religiosa e c’è l’energia umanistica (che somma scienza e cultura ma anche una visione migliorista del genere umano).

Da incontri con la medesima tendenza costruttiva (come fare parte di un progetto importante) può venire fuori una energia esaltante che riesce a produrre sempre buoni risultati per sé stessi e per la società vicina e lontana come spazio-tempo (come le scoperte scientifiche del CERN di Ginevra, ad esempio, o come i vaccini, le nuove utilissime tecnologie, ecc). Ma, purtroppo, c’è pure l’energia distruttrice come quella del branco, del femminicidio, del genocidio, ecc. ecc. tanto che l’eterno scontro tra “bene” e “male” pare che non debba finire mai! E’ uno dei misteri della vita. E’ necessario però cercare e trovare l’energia giusta!

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Così, se restiamo sempre in un determinato luogo (come ad esempio il nostro paese) solitamente ci possiamo annoiare o livellare  all’energia consueta esistente in quel posto, fatto di medesime persone e cadenze temporali con poche occasioni diverse ed esaltanti. Da ciò la necessità di “evadere” … di uscire … di viaggiare, di confrontarsi con sconosciuti,  pure per rigenerarsi e riportare nel proprio ambiente l’energia attinta altrove, che però non sempre può essere compatibile con il nostro humus sociale … è come tentare di trapiantare un qualcosa che appartiene ad un’altra terra. Il tentativo può o non può riuscire.

Se attecchisce la novità, il proprio ambiente se ne arricchisce, altrimenti tutto come prima. Può essere questa la sintesi della mia esistenza di “spirito innovativo” a Badolato come altrove. E non mi lamento, avendo la coscienza tranquilla, poiché ho cercato di fare tutto al massimo possibile e, guarda caso, tutto (o quasi) sempre a mie spese!…  E tutto ciò che ho fatto, intanto, ha dato energia e miglioramento a me stesso (che è,  già di per se stesso, un ottimo risultato) … ma, ritengo, la mia società di appartenenza (volente o nolente e anche se non lo riconosce) ha sicuramente ricevuto un qualche beneficio immediato o protratto nel tempo futuro (lo dimostreranno i fatti). Alcuni esiti positivi possono essere visti a occhio nudo. Di solito, non tutto va statisticamente perduto! L’energia spesa rimane in qualche modo o in qualche forma. Nulla va perso, nel bene come nel male!.

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Ma torniamo alla mia settimana di Spoleto.  Raramente ho percepito una così grande  e

“sublime” energia come a Spoleto. In tutta la settimana, ma specialmente nella conferenza iniziale tenutasi (se ben ricordo) in una grande chiesa (o sala civica) tutta affrescata in stile e figure altomedievali (come i “murales” descritti nella precedente lettera 24). Per tutta la mattinata ho avvertito nella mente e nel corpo (ma anche nel mio cuore) quei brividi intensi e continui  che (a volte) possono sconfinare in veri e propri “orgasmi” intellettuali e spirituali … come dimostra l’alto gradimento culturale di estatiche persone empaticamente sintonizzati su temi e valori universali nell’arte (vedi “sindrome di Stendhal” o iperculturemia), nella musica, nella religione (vedi  “estasi di Santa Teresa d’Avila”) o in tutto ciò che, se predisposti,  ci dà esaltazione assoluta (come l’entrare in “trance” per un qualcosa di veramente sublime, bello, buono, utile, infinito ed … inarrivabile).

Un giorno o l’altro ti dirò di “orgasmi” spirituali non dissimili da quelli fisici. “Orgasmi” rigeneranti quanto necessari per sentirsi veramente “vivi” e “utili” a sé stessi e agli altri (sicuro di essere adesso ben capito pure dai nostri lettori che hanno avuto e continuano ad avere simili  esaltazioni). Ah!, se tutta la nostra giornata, la nostra esistenza fosse un continuo, esaltante e positivo “orgasmo” psico-fisico … sono sicuro che la nostra vita e il mondo intero starebbero in un vero Paradiso!… Ci vuole poco, basta volerlo!!!

Così durante la settimana di Spoleto sono sempre stato al settimo cielo!… Non soltanto per ciò che vivevo lì, in mezzo a persone che vibravano (come e più di me) cibandosi di conoscenza e di cultura davvero “sublime” … ma anche e soprattutto perché sognavo quell’atmosfera e quell’energia per il mio paese, Badolato, e trasferivo con il sogno e l’immaginazione quell’evento da me intensamente vissuto a Spoleto in un luogo quale poteva essere la grande chiesa badolatese di Santa Maria del Soccorso (o del Rosario o di San Domenico o del Monastero, che dir si voglia). Insomma, erano anni (specialmente quelli della preparazione della mia tesi di laurea) vissuti per Badolato, soltanto per Badolato, seppur con un occhio ai dintorni della “Riviera degli Angeli” ma anche di tutto il meridione italiano, di cui ritenevo il mio paese prototipo ed esempio. Lottavo, tutto sommato, per il nostro Sud (prototipo, a sua volta, di altri Sud).

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Per tutta la settimana ho preso appunti, simulandoli o sovrapponendoli a Badolato. Come ad esempio, quando gli organizzatori ci hanno portato a visitare il borgo di San Gemini (nelle limitrofa provincia di Terni),  località famosa pure per l’omonima acqua minerale “Sangemini” diffusa anche nel resto del mondo. Dopo aver visto il colle  da cui sgorga (a soli 368 metri di altitudine) l’acqua Sangemini (avente lì vicino lo   stabilimento di imbottigliamento),  mi è venuto spontaneo pensare e chiedermi “Perché non imbottigliare e distribuire la nostra acqua minerale, come quella che sgorga abbondante e genuina tra le montagne delle Serre Joniche e magari denominarla proprio “Acqua minerale delle Serre Joniche”… ???…

prodotti-mangiatorellaQuante volte, caro Tito, sei passato e continuerai a passare davanti alla “Fonte dello Scarparo” (a circa mille metri di altitudine nel comune di Santa Caterina dello Jonio) sulla strada che dai nostri centri jonici (Guardavalle, Santa Caterina dello Jonio e Badolato) conduce nei borghi delle Serre (Serra San Bruno, Brognaturo, Spadola, Simbario, Mongiana, ecc.)!!! Ebbene, ti sarai fermato a bere e a riempire taniche e taniche di quell’acqua davvero fresca, leggera e speciale! … Quell’acqua che da molti decenni autobotti private distribuiscono per le nostre assetate marine a pochi centesimi al litro, specialmente agli abbonati quotidiani. La “Fonte dello Scarparo” è nel pieno del nostro Parco Naturale Regionale delle Serre!

Le nostre montagne delle Serre Joniche hanno già un’ottima acqua che sgorga a 1200 metri di altitudine,  è  imbottigliata dalla Mongiatorella SpA  e raggiunge varie località del mondo. Negli anni cinquanta e sessanta il pullman parrocchiale di Badolato Marina (che ogni anno a giugno ci portava in gita sulle Serre) si fermava alla Mangiatorella per farci mangiare la  nostra merenda davanti a quelle fontanelle ristoratrici sotto gli alberi secolari del bosco che si chiama “Ferdinandea” (riserva di caccia dei re di Napoli). Che meraviglia!

Sono tornato dalla settimana di Spoleto, particolarmente eccitato e stracolmo di spunti per la mia zona e le mie genti. Ci sarebbe stato tanto da fare, riprendendo esempio dal turismo di successo della cittadina umbra.  Ma, travolto dalle continue incombenze della tesi, non ebbi la possibilità di fare nulla di concreto, pur essendomi stata assai utile quella esperienza  per la tesi e per future iniziative … come quella di “paese in vendita”  quando nel novembre 1986, ad un mese dall’inizio della vicenda, il giornalista Pino Nano, inviato dalla Rai di Cosenza, definì Badolato “la Spoleto del mare” nel suo servizio televisivo per i TG di Rai Uno, Due e Tre e per il settimanale televisivo di Rai 3 “Samarcanda” di Giovanni Mantovani e di Michele Santoro. Puoi immaginare quale e quanta gioia fu per me un simile abbinamento Badolato-Spoleto. Forse avevo visto giusto!

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Tuttavia, da quella settimana spoletina dell’aprile 1975  tenevo sempre  in serbo qualche buona idea da realizzare a Badolato. Infatti, qualcuno dei partecipanti mi parlò dell’Archeoclub d’Italia, che era stato fondato pochi anni prima nel 1971 a Roma da illustri personalità del mondo accademico  e della cultura nazionale (come, ad esempio, Massimo Pallottino primo docente di Etruscologia, Gianfranco Paci docente di epigrafia romana, l’archeologo Romolo Augusto Staccioli e il filosofo Francesco Berni). Infatti, nel 1981, appena fui incaricato per la prima volta come bibliotecario comunale, fondai assieme ad amici badolatesi e dell’interzona proprio una sezione dell’Archeoclub. Con l’aiuto di alcuni amatori subacquei si creò pure la sezione di “archeologia subacquea” che ha dato buoni risultati. Ma ti racconterò a momento opportuno.

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Tenevo in serbo, in particolare, l’idea dell’imbottigliamento dell’acqua minerale delle Serre Joniche dalla Fonte dello Scarparo, a pochi chilometri  da Badolato. Poi, quattro anni dopo Spoleto, nella primavera del 1979, proposi  l’idea dell’acqua minerale “Serre Joniche” al medico badolatese Giuseppe Scuteri, il quale avrebbe potuto (con sostanze economiche proprie o in concorso con altri) raggiungere il risultato sperato. Infatti, proprio in quell’anno, Giuseppe Scuteri  appoggiava energicamente la neo-rinata sezione del Partito Socialista Italiano (già fondata in  Badolato nel 1898 come da foto storica).

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Pure per dimostrare fatti concreti attribuibili a questo promettente terzo polo politico-elettorale di Badolato, Giuseppe Scuteri aveva dichiarato di voler realizzare qualcosa per dare lavoro a qualche giovane disoccupato. In un primo tempo pensava ad una “tavola calda” che avrebbe potuto essere utile a tanti pendolari (specialmente a coloro che passavano per la statale jonica 106) e, in estate, ai tanti turisti, ma anche ai giovanissimi che avevano cominciato a frequentare locali e pizzerie di altri paesi rivieraschi per poter stare lietamente insieme qualche ora. Non male come idea. Badolato Marina, effettivamente, ne era sprovvista. Il dott. Scuteri andò a Roma per “studiare” le tavole calde per poi fare quella di Badolato.

Così gli prospettai la possibilità d’imbottigliare (con le dovute concessioni istituzionali) l’acqua minerale dello “Scarparo”  tanto vicino a noi. Sicuramente i posti di lavoro (diretti e dell’indotto) avrebbero potuto essere assai significativi in numero e qualità. Facemmo un sopralluogo e, vista l’abbondanza e la bontà di quell’acqua, riuscii a convincerlo. Per dimostrarmi che ci credeva, chiamò nella sua villa di Via Gramsci in Badolato Marina,  Giuseppe (dettò Pepé) Jorfida, colui che aveva provveduto a dotare dell’impianto elettrico di tipo industriale lo stabilimento di imbottigliamento della Mangiatorella SpA in località Ferdinandea di Stilo (RC)  sempre sulle Serre Joniche.  Pepé Jorfida, lodando l’iniziativa, si rese disponibile sia a lavorare alla riuscita del progetto e sia a mettere in contatto il dottore Scuteri con eventuali altri imprenditori interessati. Personalmente non ho potuto  seguire la cosa, poiché le mie vicissitudini lavorative mi portavano sempre lontano dal mio paese. E non c’era alcuno che, avendomi  visto  sempre interessato al progresso di Badolato, mi desse una mano per restare.  Per quel che ho potuto sapere, non si è vista né la “tavola calda” né l’acqua minerale “Serre Joniche”.

Ci fu un’altra occasione di contatto con Giuseppe Scuteri a motivo di una mia proposta che, almeno formalmente, pare fosse accettata pure dalla nuova Amministrazione comunale che, nata dalla lista civica “Aratro”nelle Elezioni amministrative del 1980, aveva interrotto i  34 continui anni di  “regime” comunista a Badolato. La mia proposta data autunno 1981, quando la nuova amministrazione mi ha proposto di organizzare la Biblioteca Comunale, da me sollecitata con una lettera circolare del settembre 1976.

Ho fatto notare al dottore Scuteri e alla nuova Giunta civica, presieduta dal giovane Andrea Menniti (di area democristiana), che esisteva un tratto di spiaggia che la passata amministrazione comunista (nell’ottima  programmazione  turistica del litorale) aveva riservato per un uso istituzionale. Ipotizzai la possibilità che proprio in quello spazio istituzionale avrebbe potuto sorgere uno Stabilimento elio-talassoterapico (a gestione prevalentemente comunale)  del tipo esistente sulla Riviera Adriatica (Rimini, Grado, ecc.), mentre nel nostro meridione non c’era ancora nulla del genere. L’eliotalassoterapia viene ancora adesso praticata come uso termale e si basa sulla somministrazione di elementi naturali dell’acqua del mare, della sabbia, del sole, ecc. sempre sotto guida medica per la cura di artrosi, dolori articolari, rachitismo, mancanza di vitamina D, ecc. Volendo, all’eliotalassoterapia si possono aggiungere i servizi oggi forniti dai “centri benessere” (detti “Spa”) assai diffusi, persino nei normali hotel, per la cura e la bellezza del corpo.

Il dottore Scuteri, che appoggiava fortemente la nuova amministrazione dell’Aratro, si propose come eventuale “Direttore Sanitario” della auspicabile struttura socio-sanitaria e, una volta che andò nel nord Italia, si recò a Rimini per “studiare” quello  Stabilimento elio-talassoterapico, assai famoso e redditizio. Come al solito, io non potei seguire il progetto, sempre per l’onnipresente mia insicurezza lavorativa che tornava ad allontanarmi da Badolato, senza che alcuno fermasse le mie peregrinazioni alla ricerca di un vero lavoro a 30 anni passati. Per la cronaca, a distanza di oltre tre decenni dall’individuazione di quel tratto di spiaggia come spazio d’iniziativa istituzionale, mi tocca dire che nulla di concreto e di utile è stato fatto. Spiaggia vuota, incolta,  inutilizzata e improduttiva è rimasta ancora oggi.

Né (sempre per cronologia storica)  le seguenti amministrazioni comuniste del sindaco Ernesto Menniti (1985-87) e del sindaco Vincenzo Piperissa (1987-92) sono riuscite a concretizzare qualcosa a riguardo, nonostante le avessi messe in contatto con lo I.A.M. (Istituito Assistenza per il Mezzogiorno) di Roma.

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Giusto un accenno su un tema che svilupperò in sèguito. Fin dal 1972-73, cioè  dai tempi della mia proposta sulla “Riviera degli Angeli (boicottata proprio dal PCI  badolatese) sollecitavo spesso e in vario modo i comunisti jonici catanzaresi a far sì che i loro compagni della Romagna (molto più avanti nel progresso turistico) potessero venire da noi per insegnarci come si fa turismo o, ancora meglio, a compartecipare in solido (con organizzazione e soldi) al lancio e alla gestione del nostro turismo jonico. Nulla di fatto anche sotto questo aspetto, come ti dirò fra quale lettera. Nessuna solidarietà comunista tra nord e sud!!!

Per il momento mi fermo qui. Grazie e alla prossima! Cordialità!

Domenico Lanciano                                                                                                                                Azzurro Infinito,  giovedì 03 agosto 2017 ore 20,45

(Foto dal web)

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