badolatoCaro Tito, archiviate le utilissime due recenti esperienze sociali di aprile – maggio 1974 (la conferenza sugli 81 enunciati e la partecipazione attiva alla difesa dell’istituto del divorzio nel referendum che l’intendeva abrogarlo), sempre continuando nelle mie ricerche su Badolato, nel mese di giugno sono poi passato ad organizzare la mia consueta estate culturale-promozionale, in particolare quell’Agosto Universitario che aveva esordito nel 1971 al “Lido Il Delfino” e che mi dava veramente moltissime soddisfazioni, pure per essere un evento noto ormai non soltanto nella Riviera degli Angeli ma anche nel resto della Calabria.

stavros-tornes-cineasta-greco-italianoCome previsto, verso la fine del mese di giugno è arrivato a Badolato Marina l’attore greco Stavros Tornes (il quale, come ricorderai, aveva soggiornato  qui da noi nell’autunno 1973 per girare come protagonista il film “Domani” di Mimmo Rafele per la RAI-TV). Il paesaggio di Badolato gli ricordava la sua Grecia da cui era esule. Toccato così nell’intimo da questa parte di “Magna Grecia” mi aveva promesso che sarebbe ritornato in estate e che avrebbe fatto venire proprio qui, a trascorrere le vacanze, quanti più colleghi ed altri artisti riusciva a convincere ed invitare. Infatti, ci fu un avvicendamento almeno settimanale (in luglio e agosto) di una cinquantina di personaggi tra registi, attori, sceneggiatori, fotografi di scena, ma anche pittori, musicisti e quant’altro, pure provenienti dall’estero. Tutto ciò era dovuto al “carisma” e alla bontà innata di Stavros, vera anima mediterranea e universale.

Tra tanto altro, lo sapevo un grande “tombeur de femmes” (affascinatore di donne) e questa volta era accompagnato da un’avvenente, slanciata, bionda e bellissima ragazza poco più che ventenne (mentre lui aveva quasi il doppio di anni), una certa Sandra (pare fosse figlia di un ricco industriale parigino). Una ragazza che aveva l’aspetto incantato e disincantato (allo stesso tempo) tipico di una tipica “figlia dei fiori” (hippie), molto di moda nelle società elitarie di quegli anni … una moda poi fatta propria pure dai ceti popolari più ricettivi di culture ed atteggiamenti provenienti dall’estero, specialmente dagli USA.

Stavros mi aveva incaricato di trovargli  una casetta di campagna dove trascorrere luglio e agosto assieme a questa sua nuova compagna davvero assai simpatica e cordiale, umile e signorile allo stesso tempo, sempre sorridente, così tanto presa dal suo seduttore e, improvvisamente, pure da questo luogo dell’estremo sud italiano per lei tanto esotico quanto indecifrabile, ma sicuramente ammaliatore. Sandra, in un misto di grandi suggestioni (frutto anche della sua giovanissima età), ha avuto con Badolato (e in particolare con la zona della mia Kardàra e dintorni) un colpo di fulmine … come in un inevitabile innamoramento … conquistata totalmente ed entusiasticamente pure da questo luogo per lei forse inconcepibile ma forse sognato e, finalmente, “incontrato”. Un luogo fatto persona!

E’ lo stesso luogo che poi, dopo 30 anni da quel 1974 avrebbe ammaliato ed attratto centinaia di famiglie danesi, le quali proprio su queste colline di Vallina – Rosacina avrebbero costruite le loro ville al mare di Badolato, formando proprio un villaggio … il cosiddetto “Villaggio dei Danesi”!

Così piacque ad entrambi la prima casetta che avevo loro segnalata, sita sull’amenissimo colle di Vallina (proprio antistante l’ex mio casello natìo)  a circa 1400 metri dalla stazione ferroviaria di Badolato Marina e a 1500 metri da Isca Marina, in pieno silenzio e con un panorama mozzafiato non soltanto  sul sottostante mare di Kardàra e sul golfo di Squillace ma anche verso la lussureggiante montagna delle Serre joniche. Questa casetta aveva, così, la luce del sole per tutto il giorno, dall’alba al tramonto. Restavo a loro disposizione per qualsiasi cosa avessero avuto bisogno e ci incontravamo spesso. E qualche volta cenavamo insieme, in modo assai frugale, anche nei localini di Badolato e dintorni, ricercando i piatti della tradizione.

Stavros e Sandra avevano un ottimo rapporto (assai allegro e sempre molto ben sintonizzato) tanto che mi sembrava si conoscessero da una vita e fossero nati l’uno per l’altra e viceversa. Era veramente bello vederli così tanto presi e in piena armonia! Davano l’idea di vivere in uno stato di grazia e di essere dentro ad una “bolla felice”, ad un miracolo vivente … uno di quei miracoli che l’Amore riserba alle anime semplici e sublimi. Un raro e meraviglioso modo di stare insieme!

L’artista greco (di una magrezza asciutta da pescatore o da marinaio già abbronzato di suo, sempre con i capelli arruffati  e con una barba incolta che lasciava intravedere le prime lievi striature bianche) rispondeva davvero all’iconografia più classica e filmica dell’Ulisse dell’Odissea (l’età era quella giusta, 42 anni) e Sandra poteva somigliare ad una Calipso più  celtica, in verità,  che mediterranea. Quella loro estiva casetta era molto rustica (più un deposito e un ricovero di campagna che un’abitazione). Ci potevano stare soltanto due amanti che sembravano vivere ed abitare più in cielo che in terra.  Ma il colle di Vallina fu per loro un vero e proprio Olimpo e quelle mura rurali (nemmeno intonacate) sembravano una reggia imperiale così tanto illuminata e impreziosita da questo amore eterno e divino quanto provvisorio e impossibile. Più di una volta sono andati a dormire sul tetto (una grezza soletta) sotto le stelle con accanto le ampie luci del golfo e della montagna ma sempre con l’aria tersa e profumata dei giardini e dei frutteti tutt’attorno. Sembravano inebriati di tutto, avvolti dal loro stesso mito. Che preziosità un amore così vissuto!

Stavros e Sandra stavano vivendo una estate quale un po’ tutti sogniamo di trascorrere … mitica e primitiva.

In particolare, Stavros mi chiese di accompagnarlo sui vicini e disseccati torrenti da dove avrebbe voluto prelevare sassi di granito da scolpire. In effetti, portò sul colle di Vallina, davanti alla sua provvisoria ed infinita abitazione rurale, una cinquantina di sassi granitici di varie forme e peso (da meno di un chilogrammo a poco più di 20). Si mise a scolpirli, effettuando un buco di differenti dimensioni al centro di ognuno. “Ti farò ascoltare la voce del vento –  mi disse – e poi le porterò a Roma (e forse pure a Parigi) per fare una mostra di pietre … suonanti”. Così fece. Ascoltai il vento che s’intrufolava tra le pietre ed era veramente  un suono o un sibilo o una voce suggestiva e variabile, specialmente se alternava in vario modo le sue pietre suonanti. Un’idea davvero geniale, che poi è stata ripresa da altri artisti!

Ho fotografato più volte Stavros mentre scolpiva o bucava le pietre.  Ricordo che lì vicino, sotto il colle Vallina, in contrada Cardarello, in quell’estate 1974 furono gettate le fondazioni delle prime due palazzine per appartamenti popolari previste sulla zona espropriata della “ex-Legge 167” dove poi sarebbero sorte pure villette private per la classe media e la nuova scuola elementare. Una di quelle fotografie scattate per Stavros ho utilizzato per il depliant “Badolato 4 dimensioni” edito dal Comune di Badolato su mia ideazione e proposta nel 1982 quando ero bibliotecario comunale (primo periodo) ed ho firmato  pure il depliant della Pro Loco con la stessa intitolazione di “Badolato 4 dimensioni (mare, collina, montagna e lago)”. Un esempio, questo, dei numerosi ed insistenti miei tentativi di dare un preciso ed efficace indirizzo di “marketing territoriale” al mio così tanto amato paese natìo e a tutta l’interzona della “Riviera degli Angeli”!

Così come avevo sempre insistito nel preferire, al turismo di massa incontrollato e troppo eterogeneo, un turismo fatto di affezionati, più affidabile, curato e controllato, più redditizio economicamente e culturalmente, soprattutto come ulteriore pubblicità promozionale e il più utile “passa-parola”. Un turismo fatto soprattutto di “Amici di Badolato” con una propria anagrafe, un proprio statuto, propri vantaggi e peculiarità distintive. Quasi un “club” con tutti i vantaggi di un’apposita associazione-incontro tra domanda ed offerta. Ovviamente,  non bisognava assolutamente chiudere al turismo libero e spontaneo (che andava comunque seguito e curato più da vicino) però quello degli affezionati avrebbe dovuto essere lo “zoccolo duro”, qualificato, distintivo e permanente del turismo badolatese. Ricordi l’idea della “Repubblica di Badolato” (descritta nella precedente lettera n. 18)? …. Era un’idea-proposta per un’autogestione sapiente e selezionata pure del turismo migliore e di qualità che avesse potuto dare a Badolato e dintorni il massimo possibile del bene e del bello, caratterizzando il Luogo. Un turismo per tutti i ceti, ma di veri affezionati, preferibilmente!

Perciò, ho colto a volo  (per definire e argomentare immediatamente come  “turismo intellettuale”) la presenza in Badolato di parecchi artisti, docenti universitari, scrittori, attori, pittori, fotografi, ecc. che avrebbero potuto (pure con un loro “passa-parola” ma anche attraverso una precisa progettazione comunale) caratterizzare il turismo badolatese (o tutta la “Riviera degli Angeli”) e rilanciare a livello anche internazionale Badolato come “paese d’arte e di cultura” oltre che di pluridimensione ambientale (oggi potremmo definirlo un “bio-paese” che offre tutto in modo biologico e naturale, dal cibo alla cultura, dal paesaggio alla rigenerazione complessiva della persona, pronta poi per un nuovo anno di lavoro).

Mi ispiravo pure (per tale dizione di “turismo intellettuale” e “Badolato paese d’arte e di cultura”) a tutta quella letteratura turistica che comprendeva esempi importanti come Spoleto (in Umbria) e tante altre “città d’arte”.  Ne avevo sentito tanto parlare e tanto ne avevo letto sui giornali e visto in televisione … tanto che mi ero ripromesso di andare a visitare questa bella cittadina medievale, proprio per studiarne anche le peculiarità turistico-culturali.

Nei miei viaggi in tutta Italia avevo già capito abbastanza bene come funzionava il turismo di qualità.  Adesso si trattava di andare a verificare sul posto per una settimana almeno ciò che  mi poteva insegnare Spoleto. L’occasione arrivò nell’aprile seguente 1975 con la mia partecipazione alla annuale “Settimana di studi medievali”. Fui poi felicissimo che, nel novembre 1986, il giornalista Pino Nano, nel suo servizio televisivo per i Telegiornali  RAI (nazionali e regionale), definì “Badolato” come “la Spoleto del mare” (quando cominciava ad essere scoperto il borgo medievale a sèguito della appena iniziata vicenda del “paese in vendita”). Ma ne scriverò più in là, in un capitolo a ciò dedicato.

L’esperienza avuta in circa 6 anni di “turismo di massa” in Badolato e dintorni (1968-69) mi aveva dimostrato che un afflusso eterogeneo e non ben governato porta quasi esclusivamente ad un uso del territorio senza altri “ritorni” (al massimo, un non tanto sicuro “passa-parola” tra amici). Invece, il “turismo intellettuale” avrebbe certamente assicurato a Badolato e dintorni (leggasi “Riviera degli Angeli”) un tipo di turismo di qualità e con notevoli “ritorni” di immagine e di altri turisti qualificati e qualificanti. Come ti dicevo in altra lettera, mi avvidi di questo specialmente nell’aprile 1971 quando venne a trovarmi il noto musicista e compositore Marcello Giombini, il quale avrebbe voluto soggiornare sulla nostra costa per un paio di mesi, ma se ne è scappato perché nelle case l’acqua arrivava un’ora al giorno!

godula-kosack-dal-sitoDevo riconoscere a Stavros Tornes di aver contribuito a rilanciare in me quel concetto del “Turismo intellettuale” intuito nel 1971 con Giombini e poi in altre buone occasioni. Un turismo pieno di affetti e di effetti. Infatti, tutti indistintamente si innamorano di Badolato e dintorni e, amando questo territorio e questo popolo, quasi tutti sentono di dover lasciarne traccia nella propria arte. Così, come abbiamo visto, lo stesso Stavros ha scolpito le pietre delle nostre fiumare e ne ha fatto una mostra a Roma e poi ha pure tentato di girare un film da noi;  il compositore boliviano Edgar Alandia Cagnipa ha composto una sonatina; la docente universitaria Godula Kosack ha scritto sei racconti (pubblicati in tedesco e parte in italiano con il titolo “Ancora un commiato”) sulla sua notevole esperienza vissuta a Badolato, dove è tornata altre due volte, anche a distanza di decenni; alcuni pittori hanno dipinto panorami e scorci jonici; i fotografi hanno realizzato innumerevoli fotografie, utilizzate poi anche pubblicamente … Tutto ciò contribuiva a creare un clima socio-culturale molto favorevole soprattutto al turismo (su cui tanti badolatesi avevano investito molta della loro economia, in costose attività ricettive e parecchio indotto).

cronaca-vera-ottobre-1973Insomma, con il “turismo intellettuale” si cominciava in Badolato a sperimentare molto favorevolmente un metodo intelligente (intellettuale, appunto) per far sì che questo Luogo potesse entrare nel novero dei siti socio-culturali di notevole interesse, come per altri territori e borghi resi famosi proprio da artisti di vario genere oppure da personaggi assai noti al grande pubblico (specialmente appartenenti al mondo del cinema e della televisione). In alcuni comuni, ai grandi personaggi con nomi altisonanti veniva offerta una vacanza pagata oppure addirittura un qualche immobile (casa o terreno) pur di suscitare pubblicità o persino “scalpore” a favore del Luogo coinvolto dalle loro gesta (spesso al limite della decenza) di cui la stampa (specialmente rosa e di “gossip”) diventava un potente megafono ed amplificatore della notorietà di luoghi e personaggi. Negli anni settanta e ottanta, non potendo mirare a tanto e non potendo offrire strutture adeguatamente stellate, Badolato avrebbe potuto e dovuto puntare su intellettuali ed artisti che, solitamente, non sono troppo esigenti come i VIP e similari personaggi medio-alti. Stavros ed altri suoi amici e cineasti erano l’esempio vivente di come ci si poteva accontentare anche di una casetta rurale … ma influendo molto sul territorio con la loro presenza socio-culturale, lasciando in loco pure la loro buona parte di economia!

E se la RAI-Radiotelevisione Italiana è tornata a Badolato per girare altri film (come nel 1978 “Il giorno prima della festa”, con attori di nome e come regista il grande Edmo Fenoglio, trasmesso da Rai 2 il 03 gennaio 1978); se Università anche estere si interessavano sempre più a studiare Badolato; se … se … se…  Vuol pur dire che un qualche lavoro promozionale era già stato avviato da tempo e che i suoi frutti cominciavano a vedersi! … Ma io insistevo con tutti (persone, associazioni e istituzioni) sul fatto che era necessario per “governare” ed “incentivare” adeguatamente una promozione più intelligente, efficace, mirata e lungimirante. Niente. Il Comune non è mai riuscito a censire nemmeno la ricettività privata!…

Cosa che non si è voluta fare, pure perché alcuni s’illudevano che funzionava “la manna dal cielo” per poi essere disillusi pesantemente ed umiliati da Comuni simili a Badolato che, nei dintorni, usando una politica più strategica e lungimirante, ottenevano di più. Ci furono anni di un turismo penoso e buio! Anni in cui Badolato (che pur era partito prima e bene) fu superato da tutti indistintamente i paesi vicini, persino da quelli più umili e bistrattati. Oggettivamente, si può ben affermare che è dovuto intervenire nel 1986 la vicenda del “paese in vendita” perché Badolato si imponesse all’attenzione e all’interesse anche internazionale. Attenzione e interesse poi moltiplicati dal 1997 in poi con l’altra vicenda, quella del “paese solidale” (accoglienza ai profughi kurdi della nave Ararat e individuazione del borgo  come “hub” – permanenza e snodo – dei rifugiati politici e richiedenti asilo). E, tra alti e bassi, è tutt’ora questa la realtà, nel contesto delle attuali bibliche migrazioni dall’Asia e dall’Africa. Ma Badolato potrebbe meritare sempre meglio e di più, se solo si applicasse e s’impegnasse con più metodo e scientificità turistica, antropologica e sociologica! Pare che adesso questa strada sia stata intrapresa da alcuni giovani volenterosi. Vedremo!

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Prima curiosità. Ho notato che la nostra tarantella piace assai alle donne del centro Europa e alle straniere in genere, più che ai loro uomini. Infatti, negli anni 70 e 80 ne ho viste ballare tante (con uomini e con donne del nostro popolo) e in modo tanto coinvolgente da attirare applausi ed ammirazione da coloro che assistevano. Devo dire che erano molto brave!… In particolare Godula Kosack (nel 1973-74) e May Berger (1987), l’una tedesca di Germania e l’altra di Berna. Inoltre, ho notato che quando vengono fatti partecipare a situazioni tipiche del borgo, gli ospiti o vacanzieri (italiani e stranieri) sono felicissimi. La cosa che piaceva loro di più era fare parte di un gruppo che andava in giro per il paese a cantare e suonare le tradizionali nostre “serenate”. Così, facendoli entrare in famiglia e  vivere la nostra vita, si creano amicizie e turisti più affezionati. E il turismo degli affezionati è sempre stato un mio “cavallo di battaglia”.

Seconda curiosità. Sul “turismo residenziale degli affezionati” ho sempre puntato pure nella città di Agnone e nell’Alto Molise. Ma senza alcun successo (almeno formale). In particolare, a spese mie e di un amico imprenditore edile (Giuseppe Marcovecchio che nel 2012 era venuto due volte a Badolato), con il sostegno di altri imprenditori, ho invitato 14 giornalisti dell’Associazione della Stampa Estera in Italia (sede di Roma), guidati dal mio vecchio amico Yossi BAR, il giornalista israeliano che mi era stato assai utile per “Badolato paese in vendita” nell’ottobre 1986. Orbene, il 09-10 maggio 2014 era tanto piaciuta la zona altomolisana visitata che avevano proposto pubblicamente alle istituzioni locali di poter realizzare in Agnone una “Casa della Stampa” ovvero una residenza (attrezzata per poter effettuare le loro corrispondenze giornalistiche) dove poter far villeggiare (a turno) tutti o quasi i giornalisti presenti in Italia (sede di Roma e Milano), i loro familiari ed amici. In pratica, qualche migliaio di persone (qualificate nel campo della comunicazione sociale internazionale) che sicuramente avrebbero parlato o scritto (in libri e giornali, per radio e in TV o internet) su Agnone – Alto Molise e territori circostanti.

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Ma soprattutto con i loro scritti e servizi avrebbero creato una attrazione notevole e assai qualificata. Da oltre 110 anni che sono in Italia, mai i giornalisti esteri avevano avanzato una proposta del genere, per la quale altri luoghi turistici avrebbero certamente fatto carte false o steso tappeti rossi! Invece, l’Amministrazione comunale agnonese social-comunista ha addirittura snobbato i 14 giornalisti nei loro due giorni di visita, salvo poi, giusto un anno dopo, organizzare un evento simile al mio, ma senza alcun considerevole successo e, ovviamente, senza alcuna proposta residenziale per giornalisti e scrittori. Mi dispiace dove annotare che sia a Badolato (con il paese in vendita e tante altre mie proposte) e sia in Agnone (con la Casa della Stampa), sono state proprio amministrazioni di sinistra ad affossare iniziative che (fatte persino a spese di pochi volenterosi privati cittadini per il bene della comunità) avrebbero costituito un rilancio notevole (e qualificato) per tutta l’interzona!

Terza curiosità. Ricordo che nella prima settimana di agosto 1987, nello spazio ricreativo e panoramico sul Golfo di Squillace, dietro il santuario della Madonna della Sanità in Badolato, in occasione dell’annuale Festa, si ballava ancora (al ritmo di zampogna e ciaramella) la “tarantella con il coltello” … un genere di tarantella di corteggiamento (molto coreografica) che ormai non si usa quasi più, specialmente dopo che a livello nazionale ed internazionale è stata lanciata seppur con alti meriti (in particolare in Salento e in Calabria) una tarantella più standardizzata, generalista e consumistica. Ritengo che però è ora di valorizzare e ripristinare tutte le forme più originali, arcaiche ed autentiche della tarantella … prima tra tutte quella ballata a scherma, con il coltello, davvero assai spettacolare! La più preferita dai vacanzieri stranieri, pure perché la più inattesa, ricca di fascino e significati mitici ed ancestrali! E il mito va mantenuto sempre vivo!

il-mare-e-il-porto-di-gallipari-visto-dal-villaggio-dei-danesi-2016Un pensiero doveroso di riconoscenza e di gratitudine sento di dover indirizzare verso innumerevoli persone (amici e turisti) che, provenendo dall’estero o da altre parti d’Italia, mi hanno fatto crescere (davvero tanto) sia umanamente che intellettualmente, socialmente e universalmente. Sono ancora tanto felice di queste mie esperienze (prodotte dal turismo) che, nel 1982, ho scritto in rilievo (e fatto tradurre in tante lingue) la convinta ed emblematica frase “CON IL TURISMO AIUTI LA PACE NEL MONDO” sull’ultima pagina del depliant della Pro Loco “Badolato 4 dimensioni: mare, collina, montagna e lago”. Devo dire che “vivo ancora di rendita” di tutte quelle meraviglie che hanno arricchito enormemente la mia esistenza!

Intanto, caro Tito, come “Lettura parallela” sta per seguire l’articolo “Intellettuali a Badolato” da me inviato e firmato e poi pubblicato con significativa evidenza su due colonne dal quotidiano romano IL TEMPO (Cronaca della Calabria), domenica 04 agosto 1974  anno 31 n. 210 pagina 5.  Purtroppo, pur immaginata e “progettata” nell’estate 1974, questa ipotesi del “Turismo intellettuale” non ha ancora avuto (benché ciò avvenga sporadicamente e spontaneamente almeno in parte) un vero e proprio “progetto” a sostegno di una più efficace strategia per un “turismo” di alta qualità, efficace e definizione, anche internazionale.

Eccoti, adesso, il testo di questo articolo che potrei definire per allora particolarmente inusuale e “lungimirante” e ancora adesso non soltanto “attuale” (a distanza di ben 43 anni), ma addirittura come un primo vero “manifesto sociale” di indirizzo e di prototipo per un possibile ed auspicabile metodo di programmazione e di promozione turistica nel nostro territorio jonico, di cui Badolato potrebbe essere uno dei principali e più paradigmatici motori propulsivi, nonché sempre utile punto di riferimento.

Grazie e tante cordialità!

Domenico Lanciano                                                                                                                                                           Azzurro Infinito, giovedì 06 luglio 2017 ore 04,56

LETTURA PARALLELA

INTELLETTUALI A BADOLATO

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Badolato, 3 agosto (1974). L’Agosto universitario, nel suo quarto anno di attività, ha assunto una ben precisa fisionomia di promozione sociale. Oltre a mantenere il consueto calendario estivo di manifestazioni, feste, mostre e incontri culturali, da quest’anno inizia un serio lavoro promozionale per l’interzona badolatese, dove opera, che viene già da tempo denominata “Riviera degli Angeli”, all’interno del consorzio territoriale della Comunità montana.

Alla proposta e all’interessamento per la sicurezza delle spiagge, che abbiamo avuto modo di pubblicare in precedenza, si aggiunge un indirizzo turistico. Le ricerche e gli studi strutturali sul turismo durano da un paio d’anni, dopo di che l’Agosto universitario ha tratto delle importanti considerazioni: il turismo di massa non può essere applicato per il momento giacché mancano tutte quelle infrastrutture necessarie perché possano accogliere su questa nostra Riviera degli Angeli un numero cospicuo di turisti, anche se le nostre spiagge sarebbero capaci di accoglierne davvero tanti e tanti; il turismo di élite, oltre ad essere contro il pensiero dei più, è altrettanto impossibile per l’inesistenza  di adeguate strutture ed essendo già convogliato nella fascia jonica poco distante, tra Soverato e Copanello, dalla zona di competenza dell’Agosto universitario. Si è quindi pensato di indirizzare la nostra Riviera degli Angeli verso un turismo intellettuale, anche e soprattutto approfittando delle richiesta da parte degli artisti, simpatizzanti della Calabria, di piccoli casolari di campagna, a diretto contatto con il paesaggio locale. Questo, dunque, dopo tanto lavoro, il primo banco di prova.

Il mese di luglio ha visto la presenza dell’attore-scultore greco Tornes (che sotto la direzione di Rossellini ha recentemente interpretato la parte di Ferruccio Parri); della scrittrice francese Sandra Weigand; di Lorenzo Minniti, attore del teatro stabile di Torino; di Antonio Gesualdo, storico dell’arte medievale; di Carla Mukhopadhyay, libera docente di letteratura e linguistica nell’University of Maryland, Usa; della sociologa tedesca Godula Kosack, già presente l’estate scorsa per uno studio in loco sull’emigrazione. Questi intellettuali si fermeranno anche fino ad agosto inoltrato, soprattutto per il particolare interesse di studio sulla zona, oltre che per le vacanze.

Infatti, uno dei pregi fondamentali del turismo intellettuale è quello che, con la presenza di artisti e studiosi, Badolato e la sua interzona possano usufruire di un interessamento culturale di buon livello, tale che la Riviera degli Angeli possa essere conosciuta anche altrove ed inoltre si possa convogliare qui il maggior numero di elementi qualificati che siano di tramite tra una cultura che va perdendosi, come la nostra, ed una cultura, qual è oggi nel mondo, di cui essi sono più o meno i protagonisti o gli interpreti.

Attesi per il mese di agosto sono: Edgar Alandia Canipa, compositore boliviano; Berthe Brelingard, pittrice; Martine Veyrolles, giornalista e Jean Francois Martin Dumesnil, noto antiquario, da Parigi;   Stephane Lenthal e Claudine Etienne, fotografi d’arte; i registri Giorgio Patrono, Giorgio Katakousinos e Nios Kundouros; i pittori Eric Ermocida da Milano, Domenico Rocca da Roma, Enzo Frascà da Firenze; ed un’équipe di sociologi, con a capo Wolfgang Preiss, di Francoforte sul Meno.

La Riviera degli Angeli, come fanno notare quelli dell’Agosto Universitario, offre delle spiagge che ancora sono semideserte per lunghissimi tratti e poi ha una prerogativa molto interessante essendo proprio ai piedi delle Serre Calabre:  in soli 15 minuti di auto si possono raggiungere dalla riva del mare i vasti boschi dei mille metri delle montagne serresi; poi c’è la collina coi villaggi medievali appollaiati sui cocuzzoli in un paesaggio veramente suggestivo e pittoresco; ci sono inoltre le Marine, ovvero le ridente cittadine sorte in questi ultimi venti anni.

Una varietà di paesaggi, dunque, che non possono non ispirare ed interessare gli intellettuali che qui vengono invitati per i mesi estivi. Già l’attore Stavros Tornes, che scolpisce la pietra delle nostre fiumare per esibirle in una mostra a Roma in autunno come “paesaggio jonico”, ha annunciato che ambienterà tra gli uliveti badolatesi il suo prossimo film sulla Resistenza greca: ha già scelto, fra la popolazione, gli attori e le comparse. Ricordiamo che lo scorso dicembre in Badolato è stato quasi interamente girato il film per la TV “Domani” di Mimmo Rafele, che tanto successo ha avuto alla mostra d’autore nell’ultimo Sanremo.

Domenico Lanciano

Nota Bene – A corredo del sopra riportato articolo da me redatto e firmato, il quotidiano romano  IL TEMPO ha inserito tre  distinte foto  con il volto di tre intellettuali presenti ed attivi, assieme a tanti altri, nell’estate badolatese del 1974:  Godula KOSACK docente universitaria della Germania Federale; Antonio GESUALDO storico di Badolato e Carla MUKHOPADHYAY docente alla Maryland University (USA).

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