FOTO Vincenzo Lanciano 1974 LeccoCaro Tito, dopo averti descritto tanti personaggi della nostra società contemporanea e del nostro territorio, permettimi di dirti, adesso, di mio fratello Vincenzo (nella foto a sinistra), nato a Badolato borgo il 27 ottobre 1932, ben 18 anni prima di me. Tra alcuni giorni compirà 82 primavere nella sua casa di Santa Caterina dello Jonio Marina, abbracciato dall’amore della moglie Giulia, dei suoi sei figli, dei suoi sei nipoti e di altri parenti ed amici. Egli è stato assai importante per la mia formazione umana e sociale, poiché dal 1956, quando è diventato prima praticante poi Aiuto Ufficiale Giudiziario alla Pretura di Badolato, mi ha portato spesso con sé per i quattro paesi che allora facevano parte di quel Mandamento (Badolato, Isca sullo Jonio, Santa Caterina dello Jonio, Guardavalle). Descrivo minuziosamente tutto questo nel libro che gli ho dedicato e che ho dato alle stampe nel giugno 1995 con il titolo “Prima del Silenzio” (di cui riproduco la copertina). Più che un libro, questo è un “bi-libro” in quanto cucite assieme alle mie 288 pagine ci sono le 80 della sua prima raccolta di “Poesie” di cui evidenzio la copertina contenente al centro un bellissimo quadro del mio amico pittore Vincenzo Cerimele (Agnone 1932-1996).

copertina primo libro POESIE Vincenzo Lanciano 1995
Copertina Libro “Poesie” – Vincenzo Lanciano 1995

 In tale libro definisco mio fratello Vincenzo “eroe del quotidiano” (assieme ad altre persone e ad altre figure che nella propria vita hanno fatto sempre molto più del loro dovere, nonostante tante sofferenze e tribolazioni specialmente sociali). Servitore dello Stato per vocazione e per professione, egli ha sentito il proprio lavoro come una missione in un territorio vessato in mille modi dall’esterno e dall’interno. Egli è stato sempre assai vicino alla gente – posso testimoniarlo – soprattutto a quella più umile ed indifesa che ha servito ed aiutato, attuando gratuitamente e volontariamente ciò che oggi definiamo “segretariato sociale”. E lo ha fatto con una disponibilità, una delicatezza ed una sensibilità umana, con un affetto e una generosità che ancora oggi mi commuovono al solo pensarci. Ne ha viste di tutti i colori ed io con lui dentro e fuori la Pretura … soltanto che io ero ancora bambino. Tutta questa per me assai precoce e drammatica lezione di vita ha condizionato tutta la mia esistenza. Egli era inquieto per ciò che era costretto a vedere. Ed io ero inquieto di mio poiché (quando a sette anni ho iniziato assieme a lui la frequentazione della precarietà della Giustizia) a quella tenerissima età già mi trovavo a pormi troppi interrogativi umani e sociali, dal momento che la mia infanzia si evolveva tra troppe povertà e irrisolvibili miserie, con un dopoguerra pesantissimo e una popolazione che sembrava non avesse futuro, chiusa ed accerchiata da uno sfruttamento assurdo (oggi inimmaginabile per chi ancora non può o non vuole saperne di conoscere veramente la Storia locale e nazionale).

copertina libro PRIMA DEL SILENZIO 1995
Copetina Libro “Prima del Silenzio” 1995

L’insopportabile inquietudine sociale portò, poi, mio fratello a lasciare Badolato per prestare servizio, sempre come Ufficiale Giudiziario, nel Nord Italia (prima a San Donà di Piave vicino Venezia, poi a La Spezia, in Liguria). Però preso da “calabresìte acuta” (e dalla convinzione che sarebbe stato più utile servire la propria gente) volle ritornare in Calabria per prestare servizio alle preture di Pizzo, di Soriano e di Serra San Bruno prima e poi in quelle di Borgia, Tiriolo e Squillace spesso servendo contemporaneamente più mandamenti. Puoi immaginare che vita era la sua, dal momento che un Ufficiale Giudiziario si trova a dover effettuare notifiche per paesi e per compagne, percorrendo quasi sempre centinaia di chilometri al giorno (con la sua fedelissima Fiat 500 bianca), avendo a che fare con una diversità di categorie (avvocati, pretori e variegato popolo). Tuttavia le troppe difficoltà della nostra Terra (amara e bella) nel 1974 lo riportò al Nord, al Tribunale di Lecco dove è rimasto cinque anni per poi nel 1979 (sempre afflitto da inguaribile calabresìte acuta) trovare un definitivo ritorno sullo Jonio, lavorando fino alla pensione (anno 1996) alla Corte di Appello di Catanzaro, abitando a Lido. Nonostante sia una persona assai schiva e molto riservata (tanto è che ha accettato titubante e con molto pudore che io ti scrivessi questa lettera che però sento come mio dovere morale, civile e fraterno per tutto il bene che egli ha fatto ovunque sia stato) mio fratello Vincenzo è orgoglioso di evidenziare che ha acquisito sempre “attestati di lodevole servizio” in qualsiasi struttura giudiziaria abbia lavorato. Ed ha lavorato per lavorare, credimi, dal momento che ha sempre portato troppo lavoro d’ufficio a casa per poter essere puntuale con la gente, in un così delicato impiego pubblico. E’ poco dire che sia stato un vero e proprio “stakanovista” … ma, oltre che per carattere ereditario, Vincenzo doveva lavorare più del dovuto pure perché aveva numerosa famiglia e non soltanto perché spesso – come ho detto – aveva più mandamenti da curare.

copertina secondo libro poesie Vincenzo Lanciano PENSIERI AL VENTO 2005
Copertina libro “PENSIERI AL VENTO” 2005, Vincenzo Lanciano

Adesso, sistemati i figli che gli hanno dato parecchie soddisfazioni umane e professionali, dal 2000 vive in Santa Caterina dello Jonio Marina, paese della moglie, nella loro casa posta tra strada nazionale e ferrovia. Passa il suo tempo prevalentemente e serenamente curando un sempre fruttuoso orto, facendo interessanti letture, passeggiando lungo il vicinissimo mare con il suo fedele cane e, ovviamente, prestando attenzione alla sua famiglia e, specialmente da bravo nonno, ai suoi amatissimi nipoti. Ma anche continuando a scrivere “poesie”. Una seconda raccolta, intitolata “Pensieri al vento”, ho voluto inserire nel 2005 nel contesto del quinto volume del “Libro-Monumento per i miei Genitori” dalla pagina 9 alla 64. L’artista molisano Fausto Borrelli di Sant’Angelo del Pesco (Isernia) ha commentato ed illustrato con i suoi disegni la copertina del libro e parecchie di queste poesie. Di tanto in tanto mi manda altri suoi versi che spero di poter dare alle stampe come terza racconta cui ancora non ha dato un titolo.

Provo a segnalare alcuni titoli di poesie per evidenziarne le tematiche e le caratteristiche di ispirazione. Dalla prima raccolta: Amore e gelosia, Il viale dell’Amore, Le raccoglitrici d’olive, Il ruscello, Il messaggero della Giustizia, Signora primavera, Gli anni verdi, Baci al vento, La pace, La dattilografa, La rondine, Notti d’estate, Luci e ombre della vita, La venditrice di mele, Il vecchio telaio, La vicina della porta accanto, La mia scuola, Un fiore, Le lampare del mare Jonio, La chiesetta degli innamorati, Rosellina di prato, La collega Doria, Pensieri per la Festa delle Donna, Una stella, Pane amaro, I sogni svaniscono all’alba, Miraggio di un giorno d’estate, Umili versi per un caloroso saluto alla bella A. F., La fonte, Una preghiera, La donna venuta dal mare, La vecchia quercia, Quando il gallo cantava, Il pianto di una donna, Il venditore ambulante, Il tempo, Il giorno dei morti, Alla terra di Lombardia, Il mio amico vento, Il bovaro, Al nostro collega ed amico Falcone che va in pensione, Il fabbro ferraio, La casa natìa, Il medico condotto del mio paese, Desideri proibiti, Emigrante per amore.

Titoli della seconda raccolta: Vecchia vaporiera, Mio padre casellante della ferrovia, Commiato, Visita al cimitero, L’osteria del viandante, Il pensionato, Il frantoio, Il marchesato, I pomodori, Le spigolatrici, Una capra per amica, La vecchina di campagna, Una voce nella valle in fiore, Al mio amico Marino, Solitudine, La capinera solitaria, I sogni non hanno età, Le fontanelle rupestri, Il barbone, La maledetta estate del 1943, Il ritorno dell’emigrante, Il sagrestano, In vacanza con il prete, Rosarieyhu da Jusuterra, Il giudice buono, Il trasportatore, U Giuvanaru l’americanu, Il mio cane fido, Il mandorlo, La fanciulla dai capelli biondi, La fanciulla dalle lunghe trecce, I miei zii prediletti, Le ultime colonne del borgo antico, Lanciano Day.

Vincenzo Lanciano con la sua Fiat 500 - 1966
Vincenzo Lanciano con la sua Fiat 500 – 1966

Alcuni altri titoli dalla terza raccolta: Tempesta d’amore, In attesa dell’alba, La filandara, Ricordi d’infanzia: la novena di Natale, Lettera a Babbo Natale e alla sua famiglia, Il sudore dei sassi, Il profumo dei fiori, L’asino, U vanderi, La torre campanaria, Il mio amico calzolaio, L’ingratitudine. Mio fratello. Oltre ad aver dedicato poesie personalizzate (alla moglie, a ciascun figlio, ad ogni nipote, alla madre, ecc.), è solito sottolineare ed evidenziare con i propri versi ogni lieto evento dei propri familiari (matrimoni, nascite, battesimi, compleanni, ecc.). Qui di seguito ti trascrivo tre poesie. La prima, “Ritorno” (scritta nel maggio 1979 quando è riapprodato definitivamente sull’amato Jonio come novello Ulisse), è tratta dalla pagina 23 del primo libro del 1995 e rappresenta la sintesi della sua vita inquieta e girovaga ma desiderosa di quella tranquillità che soltanto la terra natìa può dare. La seconda, “Piccola pretura” è stata scritta nel gennaio 1992, in onore della sua prima sede di lavoro. La terza, “Onora il padre e la madre” (scritta l’11 febbraio 2014) mi sembra una sintesi perfetta della propria esistenza e un messaggio pedagogico per le nuove generazioni.

 RITORNO

Ho girato paesi e Città
ho incontrato tanta gente
in cerca di un mondo migliore.
Malgrado gli anni maturi
il mio cuore è rimasto bambino.
Rincorre ancora l’aquilone.
Sogna le fate e le sirene.
Va in cerca della perfezione
ma invano si distruggerà.
Povero cuore mio
come sei stanco
del tuo peregrinare!
Sei tornato all’antico focolare
per ritrovare la Serenità
che invano hai cercato
nel tuo lungo andare.

 PICCOLA PRETURA

 
Piccola pretura
che ancora stai lassù
arroccata al castello medievale
baciata dalla bianca neve
tormentata dal gelido maestrale …
ti ergi a monumento nazionale
a rappresentare una giustizia irreale.
Giovanili erano gli anni miei
quando ti ho fatto compagnia
e spensierato scorazzavo per ogni via
a portare i tuoi messaggi
alla povera gente dei villaggi.
Oggi con la chioma bianca
mi ritrovo in un grande tribunale
ove il lavoro caotico e vessante
rende la vita infernale.
A volte nelle giornate più amare
provo tanta nostalgia
per te, piccola dolce pretura mia.
 

 ONORA IL PADRE E LA MADRE

 
Sembrava che la vita
fosse immortale
non dovesse passare mai!…
ma con essa sono fuggiti
i giovanili anni miei.
Oggi che anch’io ho bianchi i capelli
mi sono accorto che gli anni
sono velocissimamente passati.
A questo punto della mia tarda età
penso profondamente ai miei genitori
da tempo all’eterno mondo trapassati
e mi domando se li ho sufficientemente amati…
Per la mia vita alquanto tormentata
dallo stressante lavoro e dalla numerosa prole
riconosco di non aver dovutamente
onorato i miei genitori.
Quando vado al cimitero
a portare loro un fiore
chiedo umilmente perdòno
e innalzo al Cielo una preghiera.
Onora il padre e la madre
primo comandamento
che ogni figlio dovrebbe rispettare
se non vuole di rimorso morire.

Due ultime annotazioni. La prima: devo gratitudine e riconoscenza a mio fratello Vincenzo per tante cose e una in particolare… grazie a lui, ho scoperto la musica e la fotografia (due presenze assai intense e costanti nella mia vita). La seconda: il poeta Lucio Porfilio di Schiavi di Abruzzo (in provincia di Chieti) gli ha dedicato la poesia “Nel silenzio” datata 3 settembre 2004 che ho pubblicato alla pagina 12 del quinto dei sette volumi del “Libro-Monumento per i miei Genitori” editi nel 2005-2007. Colgo qui l’occasione per augurare a mio fratello Vincenzo “Buon 82° compleanno” … “Buona lunga vita” e ovviamente … “Buona Poesia” e tanta felicità a tutta la sua bellissima famiglia!

Saluti e baci, Domenico Lanciano. (11 ottobre 2014)

Domenico Lanciano Giornalista
Domenico Lanciano Giornalista

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