Caro Tito, si avvicina il Natale numero 2022. Per buona parte dell’Umanità è diventato, nei secoli, il giorno e il simbolo della pace sognata, beneaugurata, sperata, agognata. Il giorno dell’innocenza e dei bambini. Ma, soprattutto, il giorno della Pace per tutto il mondo … “Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e Pace in terra agli uomini di buona volontà!” … E, legato alla Pace universale, c’è un personaggio che appartiene alla Calabria, in particolare a Stilo dove è nato, agli Stati Uniti d’America e al mondo intero: Luigi Carnovale (1879-1934).

1 – IL LODEVOLE LIBRO DI ANTONIO PIPERATA

Fino a qualche mese fa, Luigi Carnovale era un illustre sconosciuto pure per me. Ed anche per questo sento ancora di più il dovere di ringraziare innanzitutto il prof. Antonio Piperata (nato a Petrizzi nel 1935, già direttore di numerose e benemerite testate giornalistiche cartacee, radiofoniche e televisive in Soverato e dintorni) perché ha scritto l’importante ed imprescindibile libro di 128 pagine “Luigi Carnovale, un Calabrese per la pace universale” (edito a Catanzaro da Vincenzo Ursini nel 2006 ed ormai praticamente introvabile (se non in qualche biblioteca), con dedica ai nipoti Antonio e Nazario con l’affetto ed il cuore di nonno) … altrimenti non avrei forse mai saputo dell’esistenza (ormai storica) di questo Carnovale, effettivamente uno dei calabresi che più hanno dato onore alla Calabria, all’Italia e all’universo-mondo nel 20° secolo appena trascorso. Un grande pensatore e un tenace attivista dell’etica sociale, dei diritti umani e della giustizia, emigrato ancora ragazzo negli Stati Uniti d’America dove si è fatto onore e dove ci ha fatto onore. Un personaggio ancora fin troppo attuale quanto ingiustamente ignorato, forse perché assai scomodo alle coscienze delle persone e degli Stati, come vedremo più avanti, specialmente riguardo la possibilità di fare vivere il nostro pianeta in una pace vera e perpetua!

Purtroppo, nemmeno io fino a qualche mese fa (come il 99% dei calabresi e quasi il 100% degli italiani) ero a conoscenza di questo Carnovale, pur essendo io nato e vissuto per lungo tempo a Badolato (cioè a poche decine di chilometri da Stilo) e pur essendo malato di “calabresìte acuta” come mi vado vantando. Fino al 2006 non ne era a conoscenza nemmeno e paradossalmente il noto giornalista (già bravo inviato Rai) Pietro Melìa, il quale lo ammette, molto umilmente, proprio all’esordio della presentazione del libro di Piperata, alla pagina 7 … eppure l’ottimo amico Pietro è originario di un paese confinante con Stilo!

 

Ormai manco da troppo tempo dalla Calabria e, in particolare, dalla nostra zona Jonica e, quindi, potrei incorrere in una qualche inesattezza, di cui mi scuso. Però, mi sembra, fino a prova contraria, e ritengo che nemmeno il Comune di Stilo o le Autorità culturali regionali (tanto meno quelle che si nutrono di emigrazione) si siano premurati di far conoscere almeno a noi calabresi (dentro e fuori i confini) figure importanti come Luigi Carnovale. I personaggi che comunemente conosciamo è perché sono entrati principalmente nella tradizione orale, nel mito o persino nella leggenda. Ecco pure perché, a motivo di questo bel libro, l’autore Antonio Piperata e l’editore Vincenzo Ursini meritano un ringraziamento ed un encomio speciale, proprio per aver contribuito a far conoscere meglio questo personaggio di cui ognuno di noi (come persona e come calabrese) potrebbe e anzi dovrebbe andare assai fiero.

Ci sarebbe bisogno di uno strumento conoscitivo efficace, come ad esempio una << Antologia dei Calabresi >> noti, famosi e celebri nel mondo e nella Storia. Vi è qualcosa del genere nel web, però è assai incompleto e spesso pure lacunoso. Dovrebbe essere un lavoro a livello universitario e/o istituzionale. A tale proposito, se ben ricordo, nel 1982 (giusto quaranta anni fa) la signora Giulietta Romeo Toscano (funzionaria della SIAE negli Uffici di Viale della Letteratura 30, all’Eur di Roma) mi diede in omaggio una copia del libro che, scritto e pubblicato a spese proprie dal padre nativo del reggino, elencava i personaggi più conosciuti della Calabria fin dall’epoca della Magna Grecia. A quel tempo, la Regione Calabria era solita acquistare circa 100 – 200 copie dei libri pubblicati da calabresi o sulla Calabria da distribuire alle biblioteche della maggior parte dei nostri 400 e più Comuni … così segnalai tale libro che venne acquistato ed inviato alle Biblioteche più importanti. Una vera e propria “Antologia” (adeguatamente aggiornata e completata, anche storicamente e scientificamente) dovrebbe contribuire ad alleggerire l’ignoranza di base che abbiamo un po’ tutti sulla Storia e i Personaggi della Calabria.

2 – IGNORANZA DELLA NOSTRA STORIA LOCALE

Tale ignoranza di storia e di illustri personaggi calabresi a chi è altresì addebitabile?… Sicuramente e principalmente ai programmi scolastici che ancora non prevedono (nonostante l’istituzione delle Regioni) lo studio della Storia regionale e locale, lasciata alla benevolenza e all’intelligenza degli insegnanti che amano il territorio e la nostra gente e che si prendono l’impegno di dire qualcosa di più e di meglio, a volte rischiando rimproveri (come è successo a me quando, da supplente oltre 43 anni fa, informavo gli alunni sulla storia dei loro padri e nonni, portandone qualcuno in classe oppure conducendoli nei luoghi più clamorosi e significativi della storia locale, come ad esempio lo “Sciopero a Rovescio” del 1950-51).

Per quanto riguarda lo specifico (cioè Luigi Carnovale) addebito almeno una parte di tale ignoranza a quei professori che nel 1968 hanno accompagnato (a modo di gregge e senza alcuna preparazione preventiva) la nostra scolaresca di liceali salesiani a Stilo per celebrare i primi 400 anni della nascita del filosofo Tommaso Campanella (1568-1639). Ad onor del vero, devo ringraziare quegli insegnanti che, nonostante tante pecche e carenze, ci hanno dato almeno la possibilità di celebrare direttamente a Stilo, pur a modo loro, quel quarto centenario (cosa che non hanno fatto assolutamente e per niente altre importanti Scuole del territorio) … tuttavia tale partecipazione poteva essere preparata molto molto meglio.

 

Ad esempio, nel 1968 ci hanno detto che il monumento a Campanella è stato realizzato e pagato da emigrati stilesi in America, mentre invece adesso ho appreso da Piperata che il monumento al filosofo è stato voluto e pagato dal solo Luigi Carnovale. Il che non è assolutamente poco. Né ci è stato detto che la piazza su cui è collocato il monumento è stata intitolata proprio a questo “Luigi Carnovale”. In pratica (come dice un noto “adagio” nostro locale) “asini siamo andati e asini siamo tornati”. Per la nostra scolaresca di alunni di un (ritenuto prestigioso) Liceo Classico (di cui frequentavo la seconda classe) alla fin fine si è trattato di fare una gita scolastica, di cui comunque resta una pur pallida memoria. Apprezziamo la buona intenzione, ancorché incompleta. Povero Campanella! Povero Carnovale! Poveri noi!…

3 – CHI ERA LUIGI CARNOVALE

Oltre all’ormai introvabile libro di Piperata (che potrebbe essere dato in prestito con il circuito bibliotecario nazionale), per sapere chi era Luigi Carnovale si può avere un piccolo sunto dai siti che segnalano un’opera scritta da questo illustre personaggio “italo-americano” e pubblicata nel 1926, come, ad esempio, questa sintesi che qui di sèguito trascrivo per una più immediata idea orientativa ma anche per acquistare << https://www.abebooks.it/Luigi-CARNOVALE-supremo-ideale-umano-raggiunto/18881258066/bd >>.

Luigi CARNOVALE – Il supremo ideale umano raggiunto – 1926. Chicago, Mayham & Dallas Press of Mayham & Dallas, Chicago; cartone figurato con titoli al piatto e al dorso; 16°, cm 18,8; 1. vol; pagg. 157; ottimo esemplare. Luigi Carnovale nacque a Stilo nel 1879 ed emigrò giovanissimo negli Stati Uniti dove riuscì ad acquistare una larga notorietà come giornalista e scrittore. Professore di Lingua italiana, fu conosciuto in buona parte degli Stati Uniti sotto lo pseudonimo di Ercole Colombo. Fu un convinto assertore della pace universale ed un disinteressato filantropo. Le sue idee, i suoi scritti che furono numerosissimi, furono accolti sempre con grande simpatia. Ebbe congratulazioni e ringraziamenti di illustri personalità: la regina Margherita, Paolo Mantegazza, Giovanni Verga, Alfredo Baccelli, per citarne alcuni. Rientrato in Italia, fece erigere nel 1926 a sue spese un monumento a Tommaso Campanella in Stilo e volle anche dotare Stilo di un collegio di educazione, modernamente attrezzato. In questo periodo, a causa forse delle iniziative prese, patì amarezze e ingratitudine; preferì ritornare di nuovo in America dove, ancora nel pieno del vigore degli anni, morì nel 1934. La sua opera principale sulla pace universale fu tradotta in molte lingue ed ebbe oltre dieci edizioni.

4 – LA FONDAZIONE LUIGI CARNOVALE SUL WEB

Internet ha pochissimi ed incompleti riferimenti su Luigi Carnovale, il quale non è nemmeno su Wikipedia. Da qualche mese a questa parte chiamo frequentemente il numero di telefono 06-8076866 di Roma ma senza alcuna risposta. Né ho ottenuto risposta via email dopo aver inviato alcuni messaggi a << info@fondazionecarnovale.org>> della nostra Capitale dove pare che ci siano ben due sedi di questa “Fondazione Carnovale” … una in Piazza Navona 101 e l’altra in Viale Parioli 79-H. Fondazione fantasma? Se non è proprio fantasma sembra un sito web semi-abbandonato o comunque non curato e aggiornato.

 

Comunque sia, questo ho trovato scritto su Luigi Carnovale e la fondazione a Lui intitolata a Roma e presieduta da un suo “erede” prof. Giovanni Carnovale  << http://www.fondazionecarnovale.org/wp-content/uploads/2016/02/FONDAZIONE-CARNOVALE-PRESENTAZIONE.pdf >>. In altra pagina di tale sito web si legge: << La Fondazione Carnovale, ente filantropico che promuove lo sviluppo della ricerca e della conoscenza in area soprattutto biomedica … >>. Altre indicazioni si possono trovare sul sito personale del presidente << http://www.giovannicarnovale.it/ >>.

Venerdì 09 dicembre 2022 alle ore 18.11 ho tentato un’altra volta di telefonare al numero romano della Fondazione. Finalmente mi ha risposto il prof. Giovanni Carnovale in persona. La telefonata è durata appena 23 secondi ed ho fatto soltanto in tempo di dirgli che stavo scrivendo questo articolo su Luigi Carnovale e che avrei voluto intervistarlo … ma il prof. Giovanni mi ha detto che in quel momento era molto occupato e che mi avrebbe richiamato lui … ti riferisco ciò per completezza … infatti chissà se mi chiamerà mai e se, cosa più importante, Piperata avrà modo di fargli pervenire il libro su questo suo illustre parente cui ha intitolato la Fondazione che presiede … Ma comprendo bene che “ubi maior minor cessat” (bisogna dare la precedenza alle cose più importanti) specialmente nei ritmi convulsi attuali …

5 – LUIGI CARNOVALE EMIGRATO ED ESULE

Caro Tito, forse perché ho patito io stesso forti incomprensioni, drammatiche esclusioni e ingiusto esilio dal mio stesso paese natìo, la cosa che mi è rimasta più impressa del libro di Antonio Piperata su Luigi Carnovale è che costui (alla fin fine, dopo essere emigrato, dopo tanto amore per l’Italia, specialmente per la Calabria e la sua Stilo, e dopo aver dedicato la propria vita nell’essere convinto assertore della pace universale e disinteressato filantropo) si è ritrovato “esule”. Infatti, come afferma Piperata e come evidenzia la telegrafica biografia, riportata sopra al paragrafo 3, Carnovale si vide costretto a tornare negli Stati Uniti nel 1926, dopo aver patito amarezze e ingratitudini, persino dopo tutto ciò che aveva fatto di importante e disinteressatamente per il proprio paese natìo (in particolare, un collegio modernamente attrezzato e il monumento a Campanella).

Ritengo ed immagino che Luigi Carnovale sia morto assai prematuramente (nel 1934 a soli 55 anni) pure a causa delle sofferenze sociali patite a fronte di una vita dedicata interamente alla Pace nel mondo, agli altri e soprattutto all’onore dell’Italia e della Calabria. Emblematico l’episodio del generale Armando Diaz (il vincitore della prima guerra mondiale) il quale, in visita negli Stati Uniti e pur trovandosi in Chicago per due giorni, si rifiutò di visitare la Mostra su Dante Alighieri realizzata da Carnovale nella ricorrenza dei 600 anni dalla morte del Sommo Poeta.

 

Tu sai benissimo come e quanto abbia lavorato e continui a impegnarmi con alacrità e lungimiranza per Badolato e la Calabria, persino dopo la data del mio esilio (1 novembre 1988) ben 34 anni ormai. Altresì sai come e quanto io continui ancora (nonostante amarezze ed ingratitudini) ad interessarmi per nuove importanti iniziative identitarie e trovare imprenditori disposti ad investire in Calabria, per portare posti di lavoro e nuove tecnologie. Tra l’altro, ho cercato di far tornare calabresi emigrati per apportare nei loro territori di origine nuovi metodi di imprenditoria e di progresso. Ebbene, nulla di tutto ciò è andato a buon fine, prevalentemente a causa di un ambiente non ricettivo quando non addirittura ostile. L’epilogo, subìto a Stilo da Luigi Carnovale, mi convince ancora di più che è un vecchio vizio nostrano quello di non accettare, ma anzi di denigrare persone le quali, in vario modo (pure per la soddisfazione di fare qualcosa di utile e buono per la propria Terra), hanno cercato o cercano ancora di tradurre il proprio amore in iniziative sociali che potrebbero contribuire ad elevare la nostra Calabria. E poi ci lamentiamo perché la nostra regione sia una delle ultime in Europa, nonostante tutte le occasioni avute per auto-valorizzarsi! Qualcosa sicuramente non quadra, non torna.

6 – I SEICENTO ANNI DALLA MORTE DI DANTE

Nel leggere il resoconto di Piperata, ho sofferto molto nel leggere il capitolo dedicato al “Secentenario Dantesco (1321-1921) negli Stati Uniti d’America” (da pagina 79 a pagina 104). Infatti, Carnovale è stato lasciato praticamente solo da tutti, anche economicamente, nel tentativo di celebrare i seicento anni della morte del Sommo Poeta. Eppure con tale celebrazione avrebbe voluto presentare alle istituzioni e ai cittadini americani, ma soprattutto agli italiani lì emigrati, uno dei principali vanti universali della nostra Italia. Tra tante altre solitudini, si è dovuto accollare quasi interamente le spese di organizzazione degli eventi per una somma considerevole (ben 8.334,39 dollari pari a 200.000 lire italiane nel 1921 … un enorme patrimonio per quei tempi …).

Pure io, nel mio piccolo, ho rimesso molte, forse troppe energie (pure economiche) per realizzare qualcosa di utile e bello per Badolato e la Calabria. E ancora insisto a fare tutto a spese mie (pure qui in Molise), pur sapendo che il più delle volte non avrò riscontri. Tuttavia ho dato indirizzi e paradigmi su cui stanno lavorando in tanti, anche se non vengo riconosciuto o partecipato per partecipare. La Cultura è davvero umile cenerentola, su cui, però, campa buona parte del nostro territorio che però non lo ammette fino in fondo e non la potenzia (nonostante sia parte preponderante della nostra identità ed economia).

7 – ATTIVISMO SOCIALE A 360 GRADI

Luigi Carnovale era uomo di una sensibilità estrema con il suo idealismo e l’amore per l’etica civile e sociale. Mi è sembrato di capire che amasse l’Italia e l’italianità più di sé stesso. Non tralasciava nulla di intentato nell’aiutare gli italiani emigrati negli USA, specialmente coloro che, lavoratori troppo poveri pure perché sfruttati, vivevano in modo assai gramo e sofferente, spesso umiliante. Soprattutto per loro, ha lottato tanto su molti fronti per realizzare persino un “Ospedale italiano” per chi non aveva i mezzi per curarsi.

Con orgoglio ed onore italiano, ha persino difeso pubblicamente, opportunamente, giustamente ed efficacemente, attraverso la stampa, il tenore Enrico Caruso da una accusa infamante. Ha difeso strenuamente il celebre Guglielmo Marconi (inventore del telegrafo senza fili, delle onde radio e tanto altro) dal tentativo di un impostore statunitense (tale Lee De Forest) che stava per rubare l’invenzione al grande scienziato italiano. In pratica come aveva già fatto, purtroppo riuscendoci il 7 marzo 1876, Alexander Graham Bell con il telefono di Antonio Meucci (1808-1889) il quale poi è stato riconosciuto ufficialmente e proclamato come vero ed unico inventore, addirittura e definitivamente, dal Congresso degli Stati Uniti d’America l’11 giugno 2002, dopo oltre un secolo di controversie anche legali. Luigi Carnovale fu una luce, un riferimento sicuro ed utile per gli italiani emigrati negli Stati Uniti.

 

Uomo delle grandi battaglie sociali e civili, Luigi Carnovale diventa strenuo difensore pure della Calabria insultata ed oltraggiata da taluni forsennati elementi della cultura padana e persino da politici apicali delle istituzioni del governo e dello Stato, come addirittura Alessandro Fortis (1841 – 1009) presidente del consiglio dei Ministri dal 28 marzo 1905 all’8 febbraio 1906, esponente niente meno che della Sinistra Storica. Antonio Piperata dedica a questa meritoria battaglia le pagine 113-116 del libro.

Mi ha fatto tanto piacere leggere, tra tanto l’altro, che nelle sue tesi difensive sulla Calabria, Luigi Carnovale ricorda: << Storicamente, la Calabra non ha nulla da invidiare alle altre regioni. Fu la prima ad essere chiamata Italia >> (pag. 114). Sono davvero assai lieto che Carnovale abbia evidenziato quella “Calabria prima Italia” che è la sintesi di tante glorie e di tanta civiltà di questa nostra Terra dove ancora si dice che “Mentre noi avevamo la toga, gli altri avevano ancora la coda”. E mi duole, però, il solo pensare che noi calabresi (come cittadini ed Istituzioni) non riusciamo ancora a valorizzare il fatto che il nome Italia sia nato in Calabria, con tutto ciò che significa e ancora di più potrebbe significare.

Anzi, caro Tito, nel corso di queste nostre corrispondenze abbiano registrato persino chi, nelle stesse istituzioni calabresi, si sia mostrato persino contro tale valorizzazione! E, in quaranta anni, dalla primavera 1982, non riesco ad affermare adeguatamente questo grande valore della “Calabria prima Italia”… mentre già Luigi Carnovale, oltre cento anni fa, ai primi del Novecento, ne faceva uno dei principali motivi di orgoglio calabrese e nazionale, valido pure per la dignità degli emigrati all’estero. E’ davvero strano il mondo!… Non sappiamo evidenziare ed utilizzare i gioielli, unici e meravigliosi, che abbiamo! Che peccato!

8 – IMPORTANZA DEL GIORNALISTA E DELLO SCRITTORE

Antonio Piperata così scrive alla pagina 97:  << Oltre agli studi storici e alle altre tante iniziative filantropiche e culturali, Carnovale si è dedicato al giornalismo. Non tanto per professione, ma per diffondere l’uso della lingua italiana tra i nostri emigrati, per difendere i loro diritti e per tenere alto il prestigio italico, tra gli americani. “Il Giornalismo degli Italiani in Nord America” è un libro di Luigi Carnovale che raccoglie 22 articoli pubblicati con lo pseudonimo di Ercole Colombo … >>.

Quindi, parte preponderante nella vita di Luigi Carnovale è stata l’attività di giornalista e di scrittore, esercitata principalmente negli Stati Uniti. Sarebbe assai utile raccogliere (magari da parte dell’Università della Calabria) tutti o quasi gli articoli scritti da questo personaggio dotato di una forza che può essere data soltanto da una grande fede nelle dignità umana e sociale e nell’amore per l’Italia. Lo stesso Carnovale afferma che i suddetti 22 articoli (pubblicati come saggi brevi) furono scritti per l’esaltazione di “poeti, artisti, scienziati, filosofi, apostoli, martiri, eroi che tanta nobiltà e felicità diedero al genere umano”.

Come giornalista, Carnovale ebbe un grande successo negli Stati Uniti, mentre come scrittore ha travalicato pure quei confini per essere conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo in quei decenni suoi contemporanei. Ma come spesso accade è quasi sconosciuto in Italia e, in particolare, in Calabria!… Sarebbe il caso di tradurre in italiano quei tanti libri scritti in inglese e mai giunti nel nostro Paese. Forse se ne dovrebbero occupare per prima la Fondazione intitolata a suo nome e poi le Università e la Regione Calabria, non ti pare, Tito?…

 

Infatti, tra i libri (scritti o tradotti in italiano) abbiamo oltre al già ricordato (sopra al paragrafo 6) << Il secentenario dantesco (1321 – 1921) negli Stati Uniti d’America >> (Chicago 1924), quello pubblicato nel 1917 nella stessa Chicago (USA): “Perché l’Italia è entrata nella grande guerra” che ha avuto una larga diffusione pure all’estero, data anche l’interessante tesi qui evidenziata e basata sul fatto che l’Italia appartenesse alla Tripilice Alleanza con Austria-Ungheria e Germania solo con un patto “difensivo” stipulato il 20 maggio 1882 a Vienna. Ribadisco: un patto difensivo, mentre l’aggressione del grande impero Austro-Ungarico alla piccola Serbia (dopo l’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914) non rientrava negli accordi dell’Alleanza. Così, Luigi Carnovale ha inteso difendere l’onore dell’Italia, accusata di “tradimento” della Triplice. Il libro ebbe un’accoglienza addirittura trionfale ovunque nel mondo e la tesi di Carnovale convinse definitivamente l’opinione pubblica internazionale, salvando così l’Italia dalla terribile calunnia fomentata degli Imperi centrali e riscattando l’onore della Patria.

Nel febbraio 1926 a Chicago, elaborando meglio il concetto di aggressione di uno Stato sull’altro (specie se più grande come l’impero Austro-ungarico contro la piccola Serbia), Luigi Carnovale pubblica il libro “Il supremo ideale umano raggiunto” che lo consacra a livello mondiale come “uomo di pace”. Infatti, Egli dimostra che le guerre (nella loro gran parte) avvengono perché uno Stato più grande e forte invade o aggredisce uno Stato più piccolo e debole. Per evitare ciò, Carnovale propone l’abolizione della “neutralità” … vale a dire tutti gli Stati del mondo dovrebbero intervenire insieme per impedire che un qualunque altro Stato possa aggredire una nazione sovrana. Un po’ come è accaduto lo scorso 24 febbraio 2022: la Russia ha aggredito ed invaso l’Ucraina provocando una guerra che sta mettendo in crisi tutto il sistema mondiale. Una grande potenza ha cercato di fagocitare, di divorare una nazione più piccola, contro ogni accordo o diritto internazionale, mettendo a rischio la convivenza pacifica e civile del sistema mondiale.

Se, invece, tutti gli Stati si fossero coalizzati per impedire tale devastante aggressione, che sta distruggendo uno Stato sovrano, si sarebbe evitata tale guerra di cui non sappiamo ancora che epilogo avrà (se diventerà guerra mondiale o addirittura guerra nucleare o spartizione dell’Ucraina). L’abolizione della “neutralità” (proposta da Luigi Carnovale) avrebbe portato ad una levata di scudi di tutto il resto del mondo contro ogni causa di guerra, spegnendola sul nascere … quindi, ad esempio, la responsabilità di questa aggressione contro l’Ucraina è moralmente colpa di tutti gli altri Stati che non sono intervenuti per fermare la Russia. In pratica, tradotto in termini attuali dalla visione di Carnovale del 1926, l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) avrebbe dovuto intervenire per fermare in tempo quell’aggressione che potrebbe costituire un pericoloso precedente moderno del “pesce grande che mangia il più piccolo”. Immorale oltre che illegale!

Per quanto ingenua ed utopica potrebbe apparire tale proposta per impedire le guerre e realizzare una pace perpetua nel mondo, Luigi Carnovale ricevette adesioni ed encomi da ogni parte del pianeta e in particolare da persone di elevata e decisiva responsabilità istituzionale. Però, come succederà per l’Ucraina (uno Stato sovrano aggredito, innumerevoli morti e un territorio quasi totalmente distrutto), gli Stati più potenti si metteranno d’accordo, magari raggiungendo un compromesso (pagato ovviamente, in tutto e per tutto, solo dall’Ucraina, nazione vittima dell’aggressione), e resterà, sotto sotto, la liceità per uno Stato più grande e potente di poter aggredire ed invadere uno più piccolo, in barba alla sovranità sancita dal diritto internazionale. E resterà altresì e purtroppo ancora attuale il piano di Carnovale tendente ad impedire le guerre per raggiungere una pace universale. Bisognerebbe approfondire il valore, il significato e la fattibilità (necessaria) della “rinuncia alla neutralità” degli Stati, rinunciando alla “politica dello struzzo”.

9 – CONCLUSIONI SU LUIGI CARNOVALE

Caro Tito, mi scuso se magari non ho dato una descrizione più comprensibile di un personaggio così tanto variegato e complesso, oggetto del libro di Antonio Piperata … però è difficile contenere in un semplice articolo (anche se più lungo come queste nostre “Lettere”) la biografia e l’importanza di un uomo poliedrico, creativo ed etico come Luigi Carnovale. Soprattutto mi preme evidenziare la sua eticità ed i valori sociali e civili che hanno animato tutta la sua vita suddivisa tra Italia e Stati Uniti, ma con una visione universale. Carnovale non è stato affatto dimentico del paese di origine, come tanti nostri emigrati impazienti di integrarsi nel Paese ospitante, rinunciando persino alla lingua madre e a taluni irrinunciabili valori … bensì si è battuto sino in fondo per l’italianità e per i connazionali, pur sentendosi grato agli Stati Uniti che Gli avevano dato la possibilità di realizzarsi ed affermarsi come non avrebbe mai potuto in Patria.

 

Concordo, perciò, con la medesima conclusione di Piperata (posta alla pagina 124 del libro): << … al di là e al di sopra di ogni spirito campanilistico, ma nel rispetto ed apprezzamento di ciò che ha scritto e ha rappresentato per gli italiani d’America ed i calabresi nel mondo, Luigi Carnovale merita di essere ricordato tra quanti, in ogni tempo, hanno onorato l’Italia e la Calabria ed hanno lottato per un mondo solidale e senza frontiere, non più minacciato dal pericolo della guerra e dalle sopraffazioni dei prepotenti >> .

Se mi consenti un’annotazione personale … vorrei dirti che mi sono ritrovato in tanti passaggi della vita di Carnovale. Mi sono altresì molto emozionato ed ho anche sofferto tanto per le sue amare vicissitudini (pure ricordando il mio esilio). E sento il dovere di ringraziare ancora una volta l’amico, collega e maestro di giornalismo Antonio Piperata per averci fatto conoscere Luigi Carnovale che apprezzo davvero tanto e tanto considero come “vero calabrese” … calabrese di quelli più autentici ed esemplari nell’altruismo e in tutti gli alti valori dell’etica della Prima Italia. Spero che (leggendo questa “Lettera n. 437”) a qualcuno venga il desiderio e la curiosità di approfondire la conoscenza di Luigi Carnovale, vero “gigante” della Calabria.

E, per cominciare, spero altresì che qualcuno ne faccia un profilo per “Wikipedia” (dove attualmente risulta assente) e contribuisca all’inserimento di questo benemerito personaggio nei circuiti di più vasta conoscenza per il giusto e dovuto apprezzamento. Inoltre, spero che l’amico Bruno Congiustì (con il suo Museo dell’emigrazione di San Nicola da Crissa), la Biblioteca Calabrese di Soriano (VV), la Biblioteca degli Scrittori Calabresi di San Mango d’Aquino, soprattutto il Comune di Stilo e tante altre realtà istituzionali e di volontariato possano e vogliano valorizzare le Opere di Carnovale nel modo migliore possibile così come di tutti gli altri Personaggi e Scrittori di Calabria che hanno dato molto di sé al mondo e, in particolare, al nostro popolo.

10 – SALUTISSIMI

Caro Tito, mi auguro che ci sia almeno uno studente universitario (specialmente se di Stilo e dintorni) che voglia incentrare la sua tesi di laurea su Luigi Carnovale. E ancora meglio sarebbe che almeno uno scrittore o storico affermato si occupasse di questo personaggio, dotato di caratura internazionale specialmente riguardante l’etica sociale, in particolare la pace definitiva nel mondo. Adesso che viene Natale, emblema di pace universale, auspico che avvenga non soltanto il miracolo della pace nella martoriata Ucraina e in altri contesti bellici, ma anche la valorizzazione di Luigi Carnovale e di tutti coloro i quali, nei secoli, si sono impegnati per l’amicizia e l’armonia tra i Popoli.

 

Ed è con questo augurio, fortemente sentito e necessario, che ti saluto, dandoti appuntamento alla prossima “Lettera n. 438” che molto probabilmente sarà sugli “sgalipàti” (cioè gli sgarbati) … un triste fenomeno che spesso, pur sembrando quotidiano ed usuale, sta alla base della violenza e persino delle guerre (tanto per restare ancora in tema). Un cordialissimo saluto a te e ai nostri sempre gentili Lettori, ma anche ai direttori dei siti web che sono soliti rilanciare generosamente queste nostre corrispondenze. A presto!

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, lunedì 12 dicembre 2022 ore 05.25 – Ricordando la strage di Piazza Fontana a Milano di cui oggi ricorre il 53° anniversario, pure dell’inizio della strategia della tensione che tanti lutti ha procurato all’Italia e non solo. Da ben 55 anni (cioè dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”.  Le foto sono state prese dal web.

 

 

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